XXXII. L'arte della persuasione

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Mentre scendeva le scale che conducevano alla stiva, Mess non poté trattenere un brivido d'inquietudine: erano passate a malapena cinque ore da quando li avevano trascinati fuori di lì e ora Mary Jane, autoproclamatasi capitano dell'Heaven's Gate,...

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Mentre scendeva le scale che conducevano alla stiva, Mess non poté trattenere un brivido d'inquietudine: erano passate a malapena cinque ore da quando li avevano trascinati fuori di lì e ora Mary Jane, autoproclamatasi capitano dell'Heaven's Gate, l'aveva fatta scortare di nuovo sottocoperta, dato che la cabina del capitano era esplosa insieme al resto del cassero.

"Ora la domanda è: ne usciremo liberi o nuovamente prigionieri?"

La ragazza stava sfogliando con aria accigliata un grosso registro dalla copertina scura, poggiato sopra una delle lunghe tavolate.
Dopo aver ucciso il padre aveva fatto sfoggio di un sangue freddo invidiabile, procedendo a radunare attorno a sé i senza-ali che si erano ribellati spontaneamente al dominio teocratico del Regno dei Cieli; quasi senza colpo ferire aveva riconquistato tutte le navi della flotta – tranne un paio che erano riuscite a mollare gli ormeggi e fuggire – e aveva imposto il proprio volere soffocando nel sangue i pochi ancora fedeli al progetto di York. 
Ora, seduta sulla scomoda panca di legno, Mary Jane sembrava una persona del tutto diversa rispetto a quella mattina: aveva smesso l'abito scuro e striminzito in favore di una larga camicia bianca e di un paio di stravaganti braghe rosse d'ottima fattura, probabilmente sottratte al carico di qualche nave mercantile catturata da York. I capelli le ricadevano sulle spalle e sul busto in una cascata di riccioli scarmigliati e il taglio sulla guancia aveva smesso di sanguinare, ma spiccava ugualmente sull'incarnato delicato. C'era una gioia selvaggia e vibrante in lei, una forza che prima era a malapena contenuta dietro il velo nero e le labbra serrate e che ora, invece, irradiava dalla sua figura come una giovane fiamma.
Accanto aveva un piatto colmo di prosciutto, formaggio e noci, quasi intoccato, che a Mess fece venire l'acquolina in bocca.

«Baggianate!» ringhiò Mary Jane all'improvviso, chiudendo il tomo di scatto e quasi lanciandolo verso un senza-ali interdetto.
«So per certo che nella stiva della St. Peter è stipato un grosso carico di legna e Higgins dovrà dirci che cosa ne ha fatto, non importa in che modo! Fatelo parlare e trovate quelle assi! Voglio che i lavori sull'Heaven's Gate inizino entro sera!»
Quando la vide, congedò l'uomo con un comando brusco e si accomodò meglio sulla panca, fissandola con avido interesse.
«I miei uomini mi hanno detto che la vostra nave è l'Argon. Dunque presumo che voi siate il secondo in comando del famigerato Lyon Blackraven... Una ben misera vista, se posso permettermi. Dov'è il vostro capitano?»

«A Granada, probabilmente» rispose Mess, senza preoccuparsi di correggere l'errore di valutazione.
"Se farmi passare per il secondo in comando dell'Argon servirà a tirarci fuori da quest'impiccio, allora ben venga!"
«È caduto in un'imboscata degli Spagnoli e noi eravamo sulle loro tracce quando ci avete catturato. A questo proposito...»

Mary Jane sollevò una mano per zittirla:
«So cosa volete chiedermi: vi ho aiutato a ribellarvi a vostro padre, Mary Jane, ora ridateci la nostra nave, e magari anche una mano per rimettere in sesto l'albero di trinchetto!»

Mess schiuse le labbra ma non ne uscì alcun suono. Presa in contropiede da quella scherzosa imitazione, si limitò a studiare il viso della ragazza e vide il sorriso non le era arrivato agli occhi: erano cupi e minacciosi come sempre.

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