XXI. Frammenti di un amore

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Messalina strinse forte i braccioli della poltrona su cui era seduta: "Quella Sylvia? Sylvia Bouyer, la donna che gli ha fatto strappare le ali? Non è possibile!"

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Messalina strinse forte i braccioli della poltrona su cui era seduta:
"Quella Sylvia? Sylvia Bouyer, la donna che gli ha fatto strappare le ali? Non è possibile!"

Eppure, osservandola, capiva perché un uomo come Blackraven potesse innamorarsi di lei: era il genere di donna che catturava l'interesse di tutti semplicemente entrando in una stanza.
Nessuno avrebbe immaginato che fosse una spia, dato che pareva l'epitome dell'innocenza femminile, dai boccoli rossi alla punta delle ali allungate ed eleganti. Solo a un esame più attento si potevano notare le leggere rughe ai lati della bocca e l'arguzia che si celava dietro le iridi castane; Mess immaginava che un uomo avrebbe trovato irresistibile quella combinazione di fragilità e mistero.

Lyon era ancora in piedi al centro della stanza, con i pugni contratti e le labbra tese in una smorfia incredula e animosa, mentre Van Leeuwen boccheggiava, chiaramente preso alla sprovvista; la donna piegò il capo di lato con aria spaesata:
«Domando scusa? Chi è questa Sylvia di cui parlate?»

Quella voce morbida e roca ebbe sul corsaro lo stesso effetto di una scarica elettrica e l'uomo si inchinò con un gesto meccanico, nascondendo a tutti il volto turbato. Quando si rialzò, la sua espressione era imperscrutabile.
«Vi chiedo perdono. Vi ho erroneamente scambiato per una certa dama di mia conoscenza»

Nulla, nello sguardo della donna, lasciò intendere che fosse stata colpita da quell'affermazione e Lyon, con una veloce frase di congedo, marciò fuori dalla casa, lasciando il borgomastro a bocca aperta. Blackraven saltò sulla chiatta che doveva riportarli al porto così in fretta che Mess fu costretta a spiccare il volo per tenergli dietro.

«È davvero lei?» chiese senza tanti preamboli.
Lyon tenne lo sguardo fisso sulle acque del canale e rispose solo con un veloce cenno del capo.
«Perché è ancora a piede libero? Perché vostro padre non l'ha fatta imprigionare o...»

«Messalina!» ruggì lui, voltandosi di scatto e facendo quasi perdere l'equilibrio al traghettatore.
Anche Mess sussultò: non l'aveva mai chiamata per nome e non si era mai rivolto a lei con una tale inflessibilità nella voce.
«Non intendo discutere di questo argomento, né ora né più tardi, e voi non ne farete più menzione, sono stato abbastanza chiaro? La faccenda si chiude qui!»

La ragazza lo guardò negli occhi e represse le proteste che aveva sulla punta della lingua: gli occhi verdi del corsaro erano colmi di lacrime, ma neanche una scivolò sulle guance esangui.
"Non è il caso di discutere con lui mentre è così sconvolto" si disse, e il viaggio di ritorno proseguì in silenzio.

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