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Mi sveglio e accendo il cellulare per vedere l'ora. Sono le 18, ho dormito un sacco.

Ho ricevuto 2 messaggi. Li apro.

Il primo é di Giovanni e dice:

*Mi dispiace per il bacio, in realtà a me é piaciuto, e vorrei parlare di questo con te.

Gli rispondo:

*Domani mattina se mi dai un passaggio per andare a scuola ne parliamo :)

Il secondo é di Nicoló e dice:

*Ciao idiota, mi vendicherò per la punizione che mi hai fatto prendere.

Gli rispondo con un semplice "ok".

La sera mi sono addormentata presto.

La mattina sono scesa di corsa dalle scale, perché ero come sempre in ritardo.

Fortunatamente, ma anche sfortunatamente c'era Giovanni a darmi un passaggio.

Ci salutiamo.

Poi lui dice:

- So che ci conosciamo da poco, ma io credo di provare qualcosa per te, so che ti sei pentita per quel bacio, ma é stato il più bello che io abbia mai ricevuto.

-Devo ammettere che anche a me é piaciuto, ma vorrei conoscerti meglio. Ti va se questo pomeriggio ci vediamo dopo le cinque?-domando io.

Lui accetta.

Le prime ore passano velocemente, poi nell'ora di latino vengo interrogata. Cazzo non ho studiato.

Il professore mi guarda, probabilmente é rimasto affascinato dalla marea di risposte errate che ho dato.

Oggi devo pulire con Nicolò, e non so se lo sopporterò.

Quando la scuola é ormai deserta Nicolò si avvicina a me e dice:

-Iniziamo a pulire idiota?-

-Inizierò a pulire quando mi chiamerai con il mio nome e smetterai di darmi dell'idiota.-gli dico.

-Sophia, puoi iniziare a pulire?-domanda. Mi ha chiamato Sophia, ha pronunciato il mio nome.

Io pulisco il bagno delle ragazze e dei professori, mentre lui quello de maschi.

Dopo qualche ora, mi siedo stanca sul pavimento.

Qualcosa mi arriva addosso, e solo poco dopo realizzo che quello stronzo di Nicolò mi ha lanciato della tempera rossa sulla maglia.

-Ma sei un deficiente-gli urlo.

Mi tolgo la maglietta e provo a bagnarla con l'acqua per vedere se la tempera va via.

-Se resti così pero' mi fai venire strane voglie, dai copriti idiota.- Dice lui guardandomi. Divento tutta rossa.

-Un giorno anche tu cadrai ai miei piedi, devo andare ciao idiota.-dice salutandomi.

-Stronzo- gli urlo.

Dopo scuola avevo detto a Giovanni che avremmo parlato.

Mi avvio per parlare con lui, ma mi scontro contro qualcuno. Sono proprio distratta in questi giorni.

Ma, é Giovanni. Che magnifica coincidenza.

-Dobbiamo parlare- dico.

Lui mi annuisce.

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