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La cioccolata calda, è la cosa più buona al mondo.

-Dovremmo continuare il progetto.- dice Mattia.

-Possiamo finirlo un altro giorno, abbiamo a disposizione un intero mese per farlo.- intervengo io.

-La solita scansa fatiche.- dice scherzosamente Riccardo.

Mattia si mette a ridere.

-Non c’è niente da ridere.- intervengo io facendo un finto broncio.

-Bhe, se continuiamo un’altra volta, allora io vado a casa.- dice Mattia.

-Ok.- dico io.

Mattia va a casa, e io resto a parlare con Riccardo.

-Come va? Ti sei ripresa dalla storia con Nicolò?- domanda lui.

-Non me lo nominare ti prego.-dico io.

Al solo pensiero, mi viene da piangere, e non riesco a trattenere le lacrime.

-Scusami, mi dispiace, non era mia intenzione farti piangere.- dice lui, guardandomi.

-Tranquillo, non è colpa tua.- dico asciugandomi le lacrime.

-Devi essere forte.- dice lui.

-Detto così, sembra facile.- dico.

Lui si avvicina e mi abbraccia.

Mi piacciono i suoi abbracci.

Sono caldi e mi mettono di buon umore.

-Devo andare, si è fatto tardi- dice salutandomi. 

Io ricambio il saluto.

A casa mi sto annoiando un sacco.

E, non ho la minima voglia di fare i compiti, quindi esco e vado in piazza a fare un giro.

Vedo Martina.

Mi si avvicina e mi dice:

-Ha fatto bene Nicolò a lasciarti, sei solo una merdina.-

-Non mi interessano gli insulti di un’oca troia.- dico ignorandola.

Continuo a camminare e inciampo.

-Ti sei fatta male?- mi domanda un ragazzo.

Lui è alto, moro, ha gli occhi marroni ed è molto carino.

-No, no sto bene. Tranquillo non ti preoccupare.-dico sorridendogli.

-Meno male, hai fatto una bella caduta. Io sono Cristian. Ma, sai che mi sembra di averti già vista?- dice guardandomi con attenzione.

Adesso che ci penso anche a me, pare di averlo già visto.

-Credo di averti visto alla festa di Penny.- dice lui.

-Può essere, io e Penny siamo molto amiche.- dico io.

-Allora, dille che mi hai conosciuto, e che sono un bravo ragazzo e magari dille anche che sono carino. Magari, capisce anche lei di provare qualcosa per me.- dice.

-Sei proprio innamorato.-

-Prometti che lo farai?- domanda sorridendomi.

-Te lo prometto.-dico.

-Devo andare ci si vede in giro.- dice.

Poi, si volta e mi dice:

-Ti chiami Sophia vero?-

Io annuisco e mi incammino verso casa.

Sono le sei, e inizia a fare freddo.

Qualcuno suona al campanello.

-Sono Riccardo, credo di aver lasciato il libro di scienze a casa tua.- dice Riccardo.

Mi guardo in giro e vedo il suo libro sulla scrivania.

-Eccolo, ma se me lo dice, te lo avrei portato domani io a scuola.- dico sorridendo.

-Ma, non sarei riuscito a studiare per la verifica di domani.- dice lui.

-Abbiamo una verifica!?!- dico io stupita.

-Sei proprio persa. Certo, e ti conviene anche studiare.-dice lui.

-Ad una capra come me non serve studiare.- dico scherzando.

-Poi se prendi 4 rido io.- dice lui scherzando.

-Guarda che 4, mi alza la media.- dico.

A pensarci bene, in scienze vado proprio male, il voto più alto che ho preso è stato un 5 all’inizio dell’anno.

-Scusa, dimenticavo che tu sei l’ignoranza in persona.- dice lui.

-Stronzo.- dico.

-Ti voglio bene anche io.- dice salutandomi con la mano.

-Ci vediamo domani- dico salutandolo.

I need you.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora