Inaspettato

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Dal capitolo precedente
Mentre ascolto le nuove uscite della settimana con le mie fidate cuffie nelle orecchie, succede qualcosa di inaspettato.

Sento due dita che picchiettano sulla mia spalla, sobbalzo leggermente sotto a questo tocco, anche se è delicato. Mi giro e mi ritrovo davanti esattamente chi non mi sarei mai e poi mai immaginato.
I suoi occhi scuri mi stanno squadrando, e il suo sorriso appena accennato è incorniciato da una lieve barbetta probabilmente incolta da qualche giorno.

"Sei la ragazza del libro, vero?" Mi domanda dopo un secondo di osservazione reciproca. Deglutisco, perché sento che sto per avvampare, mi ricorda ancora per quello.

"Ehm sì, purtroppo sono io.." rispondo, guardandolo con fare interrogativo.
Ma che diamine vuole da me?

"Scusami se ti disturbo. Puoi stare tranquilla se stavi pensando a quello.. non sono venuto per portarti il conto dell'ortopedico" inizia a parlare, e gli scappa un sorriso un po' impacciato.
"Volevo solo farti una domanda veloce.. ho visto che tu e le tue amiche siete solo in tre, e dato che dobbiamo formare dei gruppi di almeno cinque persone per il progetto della Capecchi, mi chiedevo se potessi unirmi a voi.. almeno che non abbiate già trovato qualcuno ovviamente.."

In questo momento sento le mani che cominciano a sudare, di tutte le persone a cui poteva chiedere, proprio a me? Vuole forse vendicarsi del libro e del Long Island rovinandomi il progetto? Ma pensandoci non sarebbe molto produttivo, dato che anche lui otterrebbe una valutazione negativa..

"Mmmh, senti sinceramente non saprei.." comincio a parlare, mordendomi il labbro inferiore come faccio solo quando non so cosa dire.
"Non penso che abbiano trovato qualcuno, dovrei sentire le mie amiche, sai.." cerco di liquidarlo perché non so veramente se rispondergli di sì sarebbe produttivo per noi, e se le ragazze lo accetterebbero più che altro.
"Va bene dai, pensaci.. ci conto" dice sempre continuando a sorridere.

In un attimo è già lontano, diretto verso quella che penso sia la sua fermata dell'autobus. Mi fa un cenno con la mano, visibilmente in imbarazzo.
Rimango talmente interdetta dall'accaduto che non mi accorgo che il mio autobus è arrivato e sono impalata davanti alla porta come una perfetta idiota.

Durante il percorso verso casa, penso che forse qualche giorno prima stava guardando volutamente me. Voleva essere sicuro prima di chiedermelo, avere la certezza che fossi io?
Mi considerava una "preda" facile dato che ci eravamo già scontrati in occasioni un po' ambigue? Se è un osservatore come penso io, non avrebbe avuto bisogno di tutta questa riflessione.
O forse stava semplicemente prendendo tempo perché ha paura a relazionarsi col prossimo? Se fosse così, forse in parte lo capirei. Spesso mi trovo molto in difficoltà anche io nell'approcciarmi agli sconosciuti, e meglio.. con il mondo in generale.

- - - -

"..E mi ha detto di pensarci."

Concludo la frase mentre mi porto alla bocca la tazzina con il caffè macchiato che sto sorseggiando nel bar in compagnia delle mie colleghe di studio.
Marta e Camilla mi stanno guardando con delle espressioni a metà tra lo smarrito e l'arrabbiato.

"Io quello non ce lo voglio, non se ne parla! Non può farlo da solo il progetto? O con i suoi amici influencer del canale YouTube?!" esordisce Marta con tono seccato.
Subito interviene Camilla che cerca di calmare le acque, con tono pacato:"Marta, calmati... non può farlo da solo, la Capecchi ha detto che tassativamente dobbiamo farlo in gruppo. Guarda il lato positivo, ci mancava gente, e uno lo avremmo già trovato.."
"Ma io quello non lo voglio, mi sta antipatico a pelle, che si trovi qualcun'altro con cui stare!" continua a discutere la bionda, che sembra irremovibile a riguardo.
"Ok Marta, però abbassa la voce, non vogliamo dare spettacolo." Puntualizzo io, seccata dalla sua reazione, è una Drama Queen a tutti gli effetti.

"Però la sua esperienza con YouTube, per quanto ci sembri assurda, potrebbe esserci di aiuto al fine del progetto stesso, un po' se ne intenderà.." Camilla cerca di persuadere l'amica, probabilmente sia perché pensa veramente che potrebbe esserci utile ma anche perché pensa di fare un favore a me.
Deduco questo dal sorrisetto di sottecchi, poi dal fatto che alzi un sopracciglio in modo ammiccante, mentre poggia una mano sulla spalla della collega, che siede con le braccia incrociate sul petto ed il viso corrugato.

"Però devo ammettere che sei davvero teatrale, drammatica a tratti, potresti avere un futuro nel teatro se la carriera universitaria ti andasse male" esclamo, per poi scoppiare a ridere.

Le due compagne mi seguono a ruota e tutto sembra tornare alla normalità.

"Va bene, ci penserò, però non sono per nulla propensa ad accettarlo." Afferma la bionda con un'austerità degna di un premio Oscar.
Camilla mi fa un occhiolino e continuiamo a discutere del più e del meno, mentre finiamo di sorseggiare i nostri caffè.

•••
Eccoci!
Questa volta ho deciso di pubblicare un capitolo un po' più lunghino per evitare di riproporvi la seconda parte in un capitolo un po' troppo "statico".
Che ne pensate?

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