Un passo indietro

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"No Marti, io non posso.. è solo momentaneo, me lo sento. Mi passerà presto. È una specie di cotta, di quelle adolescenziali, che non tarderà a esaurirsi come hanno sempre fatto le altre. Tu lo sai..insomma.." farfuglio disordinatamente.

"Mmm.. questa volta non penso proprio, non mentire a te stessa, Sara. Il tuo cervello dice una cosa, ma lui-" dice portando una mia mano in corrispondenza del cuore "-lui dice tutt'altro. Guardati dentro e capirai. Che poi, fare pace con questa cosa sia un altro paio di maniche, ti dò ragione. Ci sono varie cose in ballo.. è sempre un casino quando c'è di mezzo un'amicizia.. Ma sei proprio sicura che lui non possa ricambiare?" mi chiede massaggiandomi un braccio, forse appaio un po' scossa dalla situazione. Sembra preoccupata.

"Sicurissima." affermo, perentoria.

Mi abbraccia, e la stringo più forte di sempre.
Ne ho bisogno, davvero tanto.

Questa storia di Dario deve essere troncata sul nascere, non voglio complicare le cose, non voglio rovinare tutto.

Per una buona volta Sara, tieniti i buoni amici e non mandare tutto a puttane come tuo solito.

Ho deciso: devo fare un passo indietro.

- - - -

Il protagonista dei miei turbinii mentali sembra leggermi nel pensiero, tanto che la mattina dopo mi ritrovo un suo messaggio.

- Faccio una corsetta stamani è mi farebbe piacere avere compagnia.. ti va di unirti?-

Questo suo modo di scrivere breve è coinciso, senza faccine né nulla mi piace proprio tanto.
Ma non posso, non farei che alimentare i miei pensieri su di lui.

Non farlo Sara, dice il mio cervello.
Ma sarebbe così bello rivederlo e parlarci anche se per poco, dice il mio cuore.

Scuoto la testa, massaggiandomi le tempie.

- Mi dispiace, stamattina non ce la faccio..-
Invio.

Forse sono stata troppo fredda.
La sua risposta non tarda ad arrivare.

- Ok, scusa il disturbo. C'è qualcosa che non va?-

Adesso mi sento in colpa.

- No, solo che non mi sento nel pieno delle mie forze. Scusa.-

Invio, mi rigiro il cellulare nelle mani come se fosse una patata bollente aspettando una risposta.
Che però non arriva.

Ho fatto una cazzata?
Forse sì.
Ormai è fatta.

Sara, sei proprio un'idiota, mi ripeto nella testa.

Accendo la musica per tutto il giorno per sovrastare il rumore che fanno i miei pensieri.

Nella mia "Discover weekly", per qualche ironica coincidenza sbuca proprio una canzone di Francesco Motta, che lui tanto ama.

Sarebbe bello finire così
Lasciare tutto e godersi l'inganno
Ogni volta
La magia della noia
Del tempo che passa la felicità

Queste parole mi continuano a risuonare in testa, Dio quanto mi odio.
Mi immagino il volto di Dario che le pronuncia al posto di Motta.
Spengo la musica. Butto la cassa che la stava riproducendo fino a pochi secondi fa nel baule ai piedi del mio letto.
Non posso nemmeno più rifugiarmi nella musica.

È ufficiale: mi sono fottuta il cervello.


- - -

La settimana seguente cerco di pienare le mie giornate con lo studio, la sessione estiva si avvicina e voglio mettermi avanti, dato che non ho tanti altri modi di passare il tempo.
Non voglio scrivere a Dario, ho paura di averlo ferito tanto quanto ho ferito me stessa con quello stupido gesto.

Ma è giusto così, non avrei fatto altro che peggiorare la mia sensazione.

Il telefono che vibra, mi risveglia dalla catalessi in cui ero entrata, fissando le macchine passare imperterrite sotto alla finestra su cui si affaccia la mia scrivania.

Una voce squilla dall'altro lato della cornetta

- Buongiornissimo splendore, tra qualche giorno qualcuno di molto speciale per me compie gli anni.. una certa Sara, sai per caso cosa ha intenzione di fare?- Inizialmente mi lascio sfuggire una risatina nervosa.

- Marti, come al solito.. un bel nulla, mi basta una serata Netflix con te!-
- Eh amica mia, no! Netflix a Maggio inoltrato no! Non va bene, e poi, non vuoi fare nulla con i tuoi nuovi amici?- esclama con tono entusiasta e vagamente allusorio.

- No, non mi va davvero, Marti. Mi conosci.. ti prego. - le dico con tono supplicante.
- Ma che dici? Che è successo, Sara?-
- Niente niente.. sono solo, presa dallo.. studio.-
- La scusa dello studio è vecchia come mia nonna, stasera vengo da te, non cercare di impedirmelo perché ti suono al campanello finché non sveglio tutto il palazzo. Che tu voglia parlarne o no, stasera sto con te.-

Sbuffo. Anche se alla fine la sua compagnia è l'unica che vorrei avere in questo momento.

- Va bene, Marti- rispondo un po' amareggiata.

- - -

La sera decido di raccontarle un po' della cosa di Dario, in fin dei conti Martina è la mia migliore amica e se non potessi sfogarmi con lei non so cosa farei.

In realtà sì, in un momento del genere, in altre circostanze forse avrei cercato Dario. Ma ora non posso, devo farmi forza e andare avanti a testa alta.
Martina mi convince ad andare a casa sua questo sabato sera, 9 maggio anche se il mio compleanno in realtà è l'8.
Optiamo per un aperitivo solo noi due nel suo giardino, e poi una serata tranquilla a chiacchierare sdraiate sulle amache, che ho sempre adorato ogni volta che mi invitata da lei.

Ho bisogno di rilassarmi e dimenticarmi di tute le preoccupazioni che mi affliggono nel resto delle giornate. Non c'è regalo più bello, le ripeto diverse volte.

Non mi sembra molto convinta, cerca di persuadermi a invitare almeno Marta e Camilla ma rifiuto perché mi sentirei in colpa a non invitare anche i corrispettivi ragazzi.. e se invitassi loro dovrei estendere l'invito a tutto il gruppo.
Alla fine acconsente a rispettare la mia scelta.

Posso tirare un respiro di sollievo.




•••
Helloo everyoneee!
Volevo solo dirvi che la canzone citata nel testo è "Del tempo che passa la felicità" di Motta (tra l'altro, se non è cambiata, dovrebbe essere la canzone preferita di Dario).
Spero di avervi tenuto compagnia con questo capitolo un po' "strano". Hope you like it!
Vi abbraccio forte.❤️

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