Sonno profondo

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Marta mi viene incontro e mi prende per mano, portandomi un po' lontano dagli altri.
"Senti Sara, scusa se non ti abbiamo chiesto approvazione.. ma le cose tra Cami e Tommi sembrano essere un po' decollate, e quando ci hanno invitato a rimanere qui abbiamo colto la palla al balzo. Tu eri sparita e quindi non te lo abbiamo potuto chiedere subito.. a proposito, dove eri finita?"

Penso che potrei arrabbiarmi da morire, perché hanno deciso senza interpellarmi, pur sapendo che mi trovavo a disagio in questa situazione.
Però allo stesso tempo rifletto sul fatto che sarei un'amica di merda se mi mettessi a fare i capricci per una ragione puramente egoistica, rovinando la serata a Camilla soprattutto.
Cerco di rimettere insieme un po' della lucidità che mi è rimasta per risponderle.

"Non fa niente, va bene così. Comunque da nessuna parte, ero uscita a prendere una boccata d'aria"
"Insieme a Dario?" mi domanda sottovoce, spingendomi in un angolo più appartato.
"In realtà ero da sola, poi non so come mi ha raggiunto pure lui.."
"È tutta la sera che ti segue sempre con lo sguardo, non me la racconta giusta."

Decido di non replicare perché mi sta rientrando di nuovo il mal di testa.
Vado a sedermi sul vicino divano del salotto.
Anzi, mi butto letteralmente sopra di esso, e chiudo gli occhi per qualche istante cercando  di far pace col cervello.

Marta mi segue e si siede accanto a me, penso per controllarmi.
"Sto bene Marta,davvero,  sono solo un po' stanca. Cinque minuti e mi riprendo."
Chiudo gli occhi e appoggio la testa alla spalliera del divano.
Mi metto a ridere senza motivo.
Bene Sara, sei ufficialmente partita per stasera, penso tra di me.
Non ti mettere in imbarazzo, ti prego, non stasera, non qui, non davanti a Dario e i suoi amici.
Quando gli altri fanno il loro ingresso nel salotto, cerco di sfoggiare più sobrietà possibile.

Quando Tonno e Frank mi propongono il Birra-Pong rifiuto cordialmente e mi offro come arbitro, così potrò rimanere seduta ed evitare di diventare lo zimbello della serata.

Tutto questo mi porta a ridere quasi istericamente, che disagio se ci ripenso.
Si uniscono tutti alla fine, e giocano per un bel po', forse un'ora o di più.

Okay, sono ufficialmente fuori di me, anche perché non sono un'amante della birra. Ma vabbè.
Giusto per preservare quel briciolo di dignità che mi rimane, decido di estraniarmi dalla loro sfida.

Chiudo gli occhi per qualche istante perché tutto ciò che mi circonda gira.
Questi istanti diventano minuti, e poi perdo la cognizione del tempo.
La mia vista si fa offuscata e il buio ha la meglio su tutto il resto.

- - - - -

Una fitta di dolore alla tempia mi riporta alla realtà, mi sento la bocca impastata e gli occhi mi bruciano.
Li apro lentamente, sbattendo le palpebre svariate volte per mettere a fuoco ciò che mi circonda.
Mi rendo conto di essere sul divano, dove mi ero messa la sera precedente a riposare per "cinque minuti", o almeno era quello che pensavo.

Provo a sgranchirmi il collo e me lo massaggio perché mi sento completamente incriccata.
Devo aver dormito in una posizione scomodissima. Ovvero semiseduta con le gambe incrociate sul divano.

"Buongiorno, raggio di sole" sento una voce che proviene da dietro.
Mi giro e vedo Dario che mi sorride, ciuffo scompigliato probabilmente dalla notte, che incornicia i suoi occhi così profondamente scuri, e un sorriso un po' stanco ma piacevole. Probabilmente anche lui non ha dormito benissimo.

"Buongiorno" biascico stropicciandomi gli occhi e cercando di raddrizzarmi sul suo divano.
Sento le guance che iniziano ad avvampare, provo un po' a sistemarmi i capelli per paura di essere impresentabile.

"Dormivi così beatamente che ci dispiaceva disturbarti" aggiunge, avvicinandosi verso il divano e sedendosi vicino a me.
Sposto le gambe per fargli posto.
"A proposito, mi dispiace averti fatto bere così, non sapevo fossi astemia.." mi dice girando di tre quarti, verso di me e poggiando il braccio sinistro sulla spalliera del divano.

Cerca di stabilire un contatto visivo, che è ciò che io invece voglio evitare.

"Non sono astemia!" esclamo con tono piuttosto infastidito.
"È che non bevo mai, la mia soglia di tolleranza alcolica si è abbassata un pochino negli ultimi anni.." aggiungo incrociando le gambe sul divano in segno di rabbia.

"Beh, sarà, ma qualcuno ha pensato che ti avessi drogato.. chiamala scarsa tolleranza all'alcol" interviene lui, scoppiando poi a ridere a crepapelle.
La barbetta è un po' allungata, ma non eccessivamente, incornicia bene il suo sorriso.

"Comunque, stavamo decidendo cosa fare per colazione.. In frigo ho 4 uova e un po' di latte"
Rifletto per qualche secondo e poi mi viene un lampo di genio.

"Hai un po' di farina?" gli domandò sperando in una risposta positiva.
"Sì, dovrei averla da qualche parte.. che hai in mente?" chiede incuriosito, alzando un sopracciglio in maniera molto buffa.
"Pancakes, se piacciono a tutti.. o insomma chi c'è" rispondo un po' pesa dalla vergogna, forse sono stata troppo sfacciata a prendermi questa libertà di proporre?
"Direi perfetto, dovrebbero piacere a tutti, o comunque se li faranno andare bene" afferma, alzandosi in un secondo dal divano.
"Ragazzi, Sara fa i pancakes a colazione per tutti!" Urla rivolgendosi verso la parte opposta della casa.

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