Maledetta me

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Passiamo il pranzo a ridere, principalmente insieme alle ragazze, anche Beatrice e Sofia con cui ho avuto l'occasione di parlare di più rispetto alle scorse volte.
Scambio qualche chiacchiera anche con il "nuovo" Federico, i componenti dei rovere, Marco sembra molto carino ma anche Luca e Stiva.

Senza accorgermene bevo almeno due bottiglie di birra, anche se non mi piace, lo faccio più per compagnia.. e non è da me. Mi comincio a sentire un po' brilla.
Cerco di mantenere un po' di integrità almeno davanti agli altri.

"Posso offrirti un bicchiere di buon vino, o sei già troppo ubriaca?" mi chiede Dario comparendo alle mie spalle.
Mi solletica i capelli con la sua barba che è un po' più lunga del solito.

Sono talmente disinibita che ignoro il fatto che mi tremi la voce in gola e rispondo.

"Chi ti dice che io voglia assaggiare il tuo vino?" gli chiedo con tono di sfida, girandomi verso di lui così da trovarci l'uno di fronte all'altra.

"L'ultima volta lo hai accettato di buon grado, e ti è anche piaciuto. Però, se per te è troppo, l'offrirò a qualcuno che lo merita di più." dice avanzando verso di me fino a che non siamo faccia a faccia.

I nostri nasi quasi si sfiorano, il cuore mi si ferma in gola.
Sento le gambe che mi tremano e le mani che iniziano a sudare.
Lui alza le spalle per farsi più grosso, con un sorriso di sfida, come se non fosse già abbastanza alto di suo.
Mi mordo il labbro inferiore.
L'ebrezza si sta impossessando di me.

Anche lui è brillo, lo intuisco dal rossore che si intravede leggermente sui suoi zigomi.
Per questo è partito in quarta così con questa sfida.

"Sentiamo un po' cosa sai fare, Dariello" lo schernisco, usando il nomignolo che spesso gli affibbiano i suoi amici e offrendogli il bicchiere di carta vuoto che tengo in mano.
Lo riempie fino all'orlo e io lo finisco il più rapidamente possibile.
Scoppia a ridere non appena vede la mia faccia un po' provata e quasi disgustata dall'averlo ingerito troppo velocemente.

"Ora tu." dico avvicinandomi nuovamente a lui.
"Non vuoi davvero sfidarmi in questa cosa.." risponde sogghignando.
"Oh, invece sì. Hai troppa paura, coniglio?" gli dico dandogli una spintarella sul petto.

Nel frattempo qualcuno ci ha circondato e ride della scena.

"Sappi che perderai." dice serio, per poi riempire il suo bicchiere e finirlo in un batter d'occhio.

Non appena me lo mostra vuoto, come se fosse un trofeo, scoppio a ridere.
Poggio le mani sulle ginocchia perché sento un capogiro impossessarsi improvvisamente di me.

"Non pensavo di vincere così facilmente, non mi dai soddisfazione" mi dice all'orecchio, scoppiando a ridere.
D'istinto gli tiro una gomitata, perdiamo entrambi l'equilibrio perché si aggrappa a me e ci ritroviamo a terra. Uno accanto all'altra.
Non riusciamo a trattenere una risata mentre gli altri ci prendono in giro e ridono di noi. Dario tiene ancora la bottiglia in mano, sollevata da terra, l'ha salvata. Ci mancherebbe altro.

"Dario Matassa, sei un idiota" constato io, coprendomi il viso con le mani dalla vergogna.
"Felice di poter dire lo stesso di te" dice alzandosi e porgendomi la mano con un inchino.
Rido e scuoto la testa.
Bene, l'alcol sta già avendo i suoi effetti.

Dopo pranzo balliamo, chiacchieriamo, molti giocano a pallavolo o calcio. Io mi riservo dal giocare a entrambi, primo perché sono un po' alticcia e poi perché sono negata in quei giochi, anche da sobria, figuriamoci adesso.

Mentre sono seduta a vedere l'ennesima partita di pallavolo, sento una mano che mi tocca la spalla e poi mi tira per le braccia per farmi alzare.

"Fraaank, ma che vuoi!" urlo lasciandomi trascinare.
Quando vedo che mi sta portando verso i musicisti freno i piedi a terra.

"No, no, no. So cosa vuoi fare. E la risposta è no!" affermo.
"Dai, una canzone, la canti a bassa voce e non ti si sentirà nessuno, stanno giocando tutti a pallavolo e calcio!"

Si alza anche Nicolas, che non capisco perché fosse in mezzo a loro, forse per fare qualche foto, e viene verso di me.
Quando mi fa quel suo sorriso dolce non riesco a dirgli di no. È troppo tenero.
Sono troppo buona, che palle.

Mi prendono a braccetto lui e Frank e con aria fiera mi accompagnano nell'angolino dei musicisti.
Non appena mi siedo tra di loro, Frank mi offre la sua bottiglia di birra. Lo guardo male ma poi prendo qualche sorso.

Piano piano mi sciolgo unendomi ai coretti delle canzoni che suonano.

"Qualche richiesta?" mi chiede Luca, se non sbaglio, dopo quasi una mezz'oretta che sono con loro.
"Oh nono, fate ciò che preferite, io sto nel mio" rispondo imbarazzata, portandomi una ciocca di capelli dietro all'orecchio e abbassando gli occhi.

"Oh dai, non farti pregare Sara, una canzone che ti piace!" Esclama Frank esortandomi con una pacca sulla schiena.

Mi rassegno, sospiro, e ci penso per qualche secondo.
Non posso essere così incoerente, ho trattato Dario di merda prima per la mia stupida paura.
Però effettivamente ora non c'è molta gente, e potrei cantare a bassa voce..
Nel frattempo mi stanno guardando tutti e mi sento sotto pressione.

Prendo un bel respiro.
"Ok, qualcosa di Brunori Sas. La prima che mi viene.. Due come noi." dico cercando la figura di Dario all'orizzonte.
Sta giocando a calcio. È troppo impegnato, dovevo immaginarlo.

Ok, sono stata stupida solo ad associarlo a questa canzone.

I ragazzi si organizzano, suona il cosidetto Stiva perché la base è di pianoforte e lui ha la tastierina portatile attaccata al MacBook.
Inizia a suonare i primi accordi, io chiudo gli occhi e inizio a cantare a voce bassa. Talmente piano che faccio fatica a sentirmi da sola. Le voci dei ragazzi mi sovrastano, fortuna che la conoscono.
Arrivati al secondo ritornello decido di aprire gli occhi, e trovo esattamente ciò cercavo.
Li che mi fissano, magnetici come sempre e imperturbabili, ci sono proprio i suoi occhi.
E canto più forte, forse perché inconsciamente voglio che senta ogni parola che sto pronunciando.

Ma non confondere
L'amore e l'innamoramento
Che oramai non è più tempo
E senza perdere il senso dell'orientamento
Quando fuori tira vento
Per due che come noi non si son persi mai
E che se guardi indietro non ci crederai
[..]

A canzone finita sento Frank applaudire accanto a me e i ragazzi della band mi fanno qualche accenno di complimento.
Dario rimane lontano, con un'espressione che non riesco a decifrare.

Bene, ho appena fatto una cazzata madornale.
Maledetto alcol, maledetta canzone, e maledetta me.




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Buongiornissimooo!
Starete pensando che sono impazzita a pubblicare oggi, ma no.. non sto dando i numeri! O in realtà sì forse, ieri sera questa storia ha raggiunto 10 mila letture e volevo farvi questo "regalo" per ringraziarvi di tutto il supporto che mi date!
Non basterà a ripagare il tempo prezioso che mi dedicate, le parole di affetto che sapere sempre offrirmi.. ma volevo solo dirvi.. Grazie ancora! ❤️❤️

How would you feel? Where stories live. Discover now