Mani intrecciate

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Il giorno seguente mi alzo a un'orario indefinito, con l'inquisizione da parte di mia madre per l'ora a cui sono rincasata.
In realtà so che le fa piacere che ogni tanto io esca, dice che studio troppo, lo ha sempre ribadito dai tempi del liceo e mi dice di continuo che dovrei andare a svagarmi più spesso.
Mi dice anche che mi vede più serena, più sorridente, come se ci fosse qualsiasi di nuovo nella mia vita a rallegrami.
La rassicuro, dicendole che se ci fosse qualcuno degno di nota glielo direi.

Il resto della sera lo impiego per studiare e poi finire una serie te che avevo lasciato a metà su netflix.

La settimana seguente è piuttosto monotona e improntata sullo studio dato che Aprile si avvicina e di conseguenza anche la sessione di esami.

Il sabato sera, sono invitata a uscire con gli altri, Dario si offre immediatamente di darmi un passaggio.
Io rifiuto, proponendogli di fare il contrario, e dopo un po' di titubanza  da parte sua riesco a convincerlo.

Si tratta di una normale e banale serata nel pub, di quelle che odio, ma a cui mi sto inevitabilmente abituando, a tal punto di farmele quasi piacere.

Sono seduta tutto il tempo tra Dario e Frank, osservando di sottecchi quello che fanno Tonno e Marta.
Sono definitivamente cotti, è palese.

E adoro tutto questo, adoro che sia andato tutto bene tra loro, senza intromettermi più di tanto. Perché alla fine è giusto così.
Con Dario e Frank scherziamo un sacco, sono diventate le colonne portanti delle mie uscite col nuovo gruppo.
Mi sono legata a entrambi, anche se in modo diverso.
Però stasera non avverto mai quella strana sensazione che ultimamente mi pervadeva in presenza di Dario e ne sono contenta.
Sono contenta che possiamo essere semplicemente amici, senza complicare nulla.

Arrivato il momento di andarcene, sento le occhiate degli altri addosso perché me ne vado proprio con Dario, mal di poco, siamo venuti in macchina assieme d'altronde.
Noi sappiamo la verità.

Ad un certo punto vedo che Dario prende una scorciatoia per una strada che conosco fin troppo bene, passa vicino al pub che adorava il mio ex.

Sara, non farti seghe mentali, è altamente improbabile che tu lo incontri proprio in questo momento.

Mentre camminiamo nella stradina, purtroppo lo riconosco subito, e mi sembra di sentire un colpo al cuore.
Non ho voglia di salutarlo.
Rallento il passo è Dario si volta verso di me con aria preoccupata, penso di essere sbiancata.

Non appena vede che sto fissando una figura maschile non troppo lontana da noi mi afferra la mano, inaspettatamente e vigorosamente.
Intreccia le sue dita alle mie, e sento la pelle d'oca affiorare su ogni centimetro della mia pelle.

Giro gli occhi verso i suoi, e la loro profondità mi cattura, ci sorridiamo a vicenda e cominciamo a camminare più velocemente.
Sento una scossa che mi percorre tutto il corpo a partire dalla mano sinistra, che lui mi sta tenendo.
Sara, mantienila calma.

Sento lo sguardo dell'altro e quello dei suoi amici scorrermi addosso mentre passiamo, e stringo più forte la mano di Dario.
Una volta svoltato l'angolo tiro un sospiro di sollievo, e lui, mi lascia quasi subito la mano.
Affonda entrambe le sue mani nelle tasche del cappotto.

"Scusa, Dario, era il mio ex.. ancora rimango un po'... turbata nell'incontrarlo" cerco di giustificarmi.
"Non devi darmi spiegazioni, ho capito tutto dai tuoi occhi, ci ho visto una paura un po' celata.. che cercavi di nascondere, una paura che anche io ho provato qualche volta.. l'ho capito da come hai guardato quel gruppo di ragazzi" esclama per poi estrarre una sigaretta e portarsela alle labbra.

"Questo non ti autorizza a fumare" lo rimprovero, incrociando le braccia.
"Ma ne ho bisogno" ribatte lui serio, con ancora la sigaretta spenta in bocca.
"No che non ne hai bisogno, Dario" continuo io, insistendo con tono fermo.

Rotea gli occhi verso il cielo e si sfila il frutto della nostra discussione dalle labbra, riportandola nella sua custodia in tasca del cappotto.

"Te l'ho mai detto che ti odio?!" esclama retoricamente mentre ricominciamo a camminare l'uno accanto all'altra.
Mi sfugge una risatina compiaciuta.

"Sono i rischi del mestiere quando vuoi salvare il mondo, però mi sta bene essere odiata per aver fatto una cosa che comunque è giusta." rispondo punzecchiandolo.

Queste risposte così pungentemente sarcastiche non sono da me, però devo ammettere che è piuttosto esilarante, al posto suo riderei.. credo.

Non risponde e fa una risatina anche lui.
"Sei proprio scema." constata scuotendo la testa e prendendomi a braccetto.

Continuiamo a ridere e parlare del nulla probabilmente, non lo ricordo nemmeno, fino alla macchina e poi fino a che non lo lascio davanti a casa sua.

Dario, riesci davvero a tirare fuori le parti più nascoste e inaspettate di me stessa.


- - - -


Il giorno dopo, mentre sono in pigiama a studiare alla mia scrivania, mi arriva un messaggio.

Ignoro inizialmente perché immagino che sia mia madre che vuole sapere cosa voglio per pranzo, quando sa che in realtà mi accontento di tutto.
Quando guardò il display rimango stupita, tanto che devo rileggere il nome del mittente un paio di volte: Dario.

-Ho bisogno di confrontarmi con qualcuno su diritto delle amministrazioni pubbliche, ti va di vederci oggi per ripeterlo un po' insieme?-

Ci penso, non saprei, non sono mai produttiva nello studio di gruppo.. però da una parte, mi piacerebbe studiare insieme a Dario.
Siamo riusciti ad ottenere degli splendidi risultati con la presentazione del progetto.
Decido di rispondere.

-Va bene. Ci vediamo in facoltà alle 15?-

-Affermativo- è la risposta che ricevo.

Mi piace questo suo essere coinciso nei messaggi, non amo dilungarmi troppo nemmeno io o usare troppe faccine.

Sono le 14:50 e io sto scendendo alma fermata dell'autobus.
Entro nel porticato della facoltà e lo vedo, in tutta la sua imponenza, appoggiato alla colonna.
Quello che mi stupisce è vederlo con entrambe le mani in tasca, non sta fumando.
Mi sorride e ricambio, tutto questo mi provoca un brivido allo stomaco.

Maledizione.

•••
Ciao a tutti e a tutte!
Come vedete, sono tornata prima del previsto.
Purtroppo l'Erasmus è stato cancellato a causa dell'emergenza sanitaria, quindi vi annuncio già che probabilmente pubblicherò di più per vari motivi.
Prima di tutto perché sono un po' triste e scrivere mi aiuta ad affrontare il tutto e poi perché essendo tutte le università chiuse non so materialmente cosa fare.
Tutto questo probabilmente non vi interessa, comunque aspetto i vostri pareri su questo capitolo. Forse troppo statico? Ditemi voi.
Grazie di tutto, siamo primi per #dariomatassa, non realizzo ❤️

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