Sempre la solita

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Dal capitolo precedente
Mentre mi giro col bicchiere in mano per tornare al mio tavolo sbatto contro qualcosa, o meglio qualcuno, rischiando di rovesciargli tutto addosso.

"Oddio scusami!" esclamo in preda al panico controllando di non averlo bagnato. Mi sono rovesciata un po' di drink sulla mano e sulle scarpe. Cerco di scollarmi il liquido di dosso agitando leggermente la mano.

Poi alzo lo sguardo.
Immediatamente riconosco quegli occhi, di un marrone così profondo sotto queste luci da lasciarmi un attimo disarmata. Sembrano nascondere una certa oscurità.

Te pareva, penso tra me e me.
Con tutte le persone a cui potevo rovesciare una bevuta addosso, ovviamente doveva succedere con lui.

"Eh, allora è un vizio.." mi dice con sorriso beffardo.
"Ti giuro che non l'ho fatto apposta, mi è arrivata una spinta mentre mi giravo.." cerco di giustificarmi.
Però, che cafone.

Effettivamente da una parte ha ragione. Anche io mi farei qualche domanda se la stessa persona cercasse di "attentare" più volte alla mia vita a distanza di pochi giorni.
Comunque dall'espressione non sembra veramente arrabbiato.

"Fa niente, tranquilla" risponde semplicemente per poi voltarsi e e tornare con un bicchiere di birra in mano al tavolo dei suoi amici.

Anche io ritorno a sedere, fingendo di non aver appena fatto la seconda figuraccia colossale a pochi giorni di distanza.
Bevo smaniosamente il drink, senza pensarci troppo, e presto ciò che ne rimane è solo qualche cubetto di ghiaccio e la mia apatia.
Il volume della musica sembra iniziare a salire e si insinua prepotentemente nella mia testa, martellandomi le tempie. Arriva a sovrastare i miei pensieri.
Meglio così. Meglio offuscare questi ricordi.

Il lunedì mattina al bar, racconto l'accaduto a Marta e Camilla. Non so nemmeno perché io lo stia facendo, però mi viene spontaneo, sento quasi la necessità di sfogarmi.
Le due amiche ridono di gusto durante tutta la spiegazione.

"Non mi dire che ti piace proprio lui eh, di tutti quelli che potevi sceglierti.." esordisce Marta con espressione disgustata.
"Dai Marta, non fare sempre lo scorfano brontolone.. tornando a te, Sara, pensi siano casualità? Magari è il destino che ti porta interagire sempre con lui.." aggiunge Camilla con fare ammiccante.

"Ma che dite?! Prima di tutto, nemmeno lo conosco. Secondo, non mi ispira per niente come persona perché sembra uno di quei tipi che costruisce la facciata da sostenuto e sofisticato, serioso, ma poi sotto sotto è un idiota totale.. Quindi no, la risposta è assolutamente no. E in più io non ci credo al destino." Affermo con una serietà con la quale riesco a spiazzare anche me stessa. Un passo avanti, niente male.
"Eh va bene, sarà così" dice Camilla, alzando gli occhi al cielo.
"Lo è." Ribatto, come a voler mettere fine subito alla conversazione. Forse sono stata troppo dura. Ma non mi importa in questo momento. Odio queste insinuazioni basate sul nulla.
"Comunque sia.. sono convinta che una visita a Lourdes potrebbe fare bene all'aura di sfiga che ti circonda." aggiunge dopo poco.

Scoppiamo insieme in una fragorosa risata.
Immediatamente mi addolcisco, perché innervosirsi per una cosa tanto insignificante? Alla fine è una cosa normale fare delle battutine alle amiche, forse lo avrei fatto anche io al posto loro.
Probabilmente gli sto attribuendo fin troppa importanza.

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