Brividi

710 45 15
                                    

Per il resto della giornata mi sembra di camminare sospesa in aria, a un metro da terra da quanto sono contenta.
La sera decidiamo di festeggiare, ci invita Nicolas a casa sua sui colli bolognesi.

Istantaneamente sono colta dall'ansia di cosa indossare, non so perché o per come.
So solo di non avere nulla di decente per stasera e volevo essere un minimo carina.
Chiedo aiuto a Camilla, la quale mi invita ad andare a casa sua.

"Come mai ci tieni così tanto ad essere carina?" Mi domanda la mora ammiccando.
"Niente, Cami, giusto così.. una volta ogni tanto voglio essere carina.. nessun motivo particolare."

"Mmmh sicura? Non è che devi dirmi qualcosa? Che avete combinato tu e Dario da soli in questi giorni?"
"Nulla" rispondo leggermente seccata "ci siamo aiutati, lui mi ha fatto tanto coraggio e fine. Tutto qua. Ti prego aiutami. Ci tengo ad essere carina per me stessa, ogni tanto, per alzare un po' la mia autostima, e per festeggiare come si deve una volta che faccio qualcosa di buono.." concludo decisa.

In realtà non credo nemmeno più di tanto io alle mie stesse parole, ma cerco di auto convincermi di non farlo per apparire bella gli occhi di Dario.
Era da tanto che non mi impegnavo  per essere carina per qualcuno.
Scaccio questi pensieri dalla testa per provare i vestiti che Camilla mi propone dal suo armadio immenso.
Lei vive con i vestiti indosso, il mio contrario in pratica.  Vivrei continuamente in tuta e jeans.

- - - -

Mi specchio di nuovo, continuando a fissare le mie gambe, l'addome, il fondoschiena e non mi piaccio.
Continuo a non piacermi, non ne sono convinta.
Non ne sarò mai convinta.

"Sara, falla finita, questo vestito ti sta da Dio, anzi ti sta meglio che a me, te lo regalo dopo stasera! Va bene questo, non puoi trovarne di migliori." dice esausta la mia amica praticamente stravaccata sul suo letto con sguardo stremato.

Sono ancora titubante, ma decido di darle retta per non tediarla ancora con le mie paranoie.
Decidiamo come truccarci e finiamo di preparaci nell'ora restante, Marta passa a prenderci verso le 21:30.

Come per la festa di Dario, il viaggio in auto è accompagnato da playlist con canzoni della nostra infanzia da cantare a squarciagola.
Questa volta optiamo per "High School Musical".
Davvero imbarazzante ripensare alla scena, ma siamo morte dalla risate.

Nel frattempo, Tonno mi tartassa di messaggi per sapere l'orario del nostro arrivo, è in fibrillazione per stasera.
Vuole fare un passo in più verso Marta, e io li appoggio in pieno, purché non esageri perché rischia di spaventarla e al contrario allontanarla da sé.

Anche io sento un po' di ansia che mi cresce nella pancia, come sempre, causandomi un po' di dolore allo stomaco.
Ma che cavolo mi sta prendendo? Ormai sono quasi abituata ad uscire con questo gruppo, non dovrei avere paura.
Ma forse la ragione è un'altra e non voglio vederla.

Dopo quasi venti minuti di strada parcheggiamo di fronte a una casa piuttosto grande con uno sterrato davanti, che suppongo essere la casa di Nicolas.

Mi sembra quasi di sudare freddo nel tragitto tra la macchina e l'ingresso di casa, sento le gambe tremare.
Ok, devo avere qualche problema serio.
Magari mi sta salendo la febbre.

Ci apre il padrone di casa con uno dei soliti dolcissimi e raggianti sorrisi, gli porgiamo una bottiglia di prosecco e un dolce che abbiamo portato per ringraziarlo dell'ospitalità.
Lo salutiamo con un bacio sulla guancia, ci fa poggiare i cappotti e poi ci accompagna in un salone dove ci sono luci soffuse e musica bassa di quelle tipo playlist "aperitivo time".

Mi viene subito incontro Tonno, è molto elegante stasera, camicia con sopra maglioncino.. un po' stile Dario.
Mi abbraccia e lo vedo radioso, scrutando alle mie spalle il frutto del suo interesse: Marta.

How would you feel? Where stories live. Discover now