6. Ritorno a casa (sechs)

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Lunedì mattina. Mi alzo controvoglia sapendo che oggi devo partire per ritornare a casa. Ho l’aereo alle 18:45 di oggi pomeriggio, quindi non so come spendere la giornata. Mi lavo e mi vesto comoda per poi scendere a fare colazione. <Ehi Christine!> esclamano Lando e George vedendomi arrivare. <Abbiamo una bella notizia per te!> esordisce Lando mentre mi siedo al tavolo. <Dai sentiamo> dico mentre mescolo il mio caffè. <Prendiamo l’aereo con te! Anche noi siamo inglesi!> risponde George. <Oh dio, grazie! Non dovevate!> dico abbracciandoli. <Ma di che! Tanto dovevamo atterrare anche noi a Londra!> prosegue Lando. Però rimane ancora la questione aperta: cosa diamine faccio oggi pomeriggio? <Christine!> esclama una voce dietro di me che riconoscerei tra mille. Daniel si avvicina a me e mi schiocca un bacio sulla guancia. <Che tenerone!> dice Lando facendo una voce finta dolce e in risposta si becca il medio da mio cugino. Lui ridacchia e anche io. <Allora stamattina starai con Charles e anche il pomeriggio, ok? Poi verso le 17:15 andiamo in aeroporto> <Sì papà!> con una finta voce da bambina. Mio cugino mi guarda male mentre i ragazzi se la ridono. Subito dopo vado in camera a cambiarmi e a sistemare le ultime cose nella valigia per poi uscire dalla camera con il trolley in mano. Vado alla ricerca della camera di Charles che dovrebbe essere la 127, ma non ne sono sicura perché non me lo ricordo. Questo numero mi ricorda qualcosa… Bah, mi sto facendo troppe paranoie! Busso alla porta, ma mi accorgo troppo tardi di quella sbagliata perché ha già aperto la porta. <Che ci fai qui?> chiede Nico con la voce un po’ assonnata. Ha addosso dei pantaloncini e una maglietta a maniche corte, che lasciano spazio all’immaginazione. <Ehm… Io…> dico balbettando. “Perché diavolo sto balbettando?”. <Te ne vai?> mi chiede indicando la valigia. <Sì> rispondo decisa. <Sei passata a salutarmi allora? Ti manco già?> chiede sarcastico. <Sinceramente no, a dir la verità stavo cercando la camera di Charles ma ho sbagliato> rispondo. <La camera di Charles è la 116. Vuoi che ti accompagni io oppure ce la fai ad andare da sola senza bussare a tutti i clienti dell’hotel?> dice con un ghigno sulla faccia. Io faccio una smorfia di disappunto e prima di andarmene gli rifilo un medio. Che bel modo di salutarsi prima di una partenza eh? Vado alla camera giusta e busso alla porta giusta e mi apre Charles. <Finalmente sei arrivata! Ti stavo aspettando!> mi dice facendomi entrare con il mio bagaglio. <Guarda lascia perdere che è meglio!> dico lanciandomi nel divanetto. <Che è successo ancora?> chiede sorridendo e sedendosi accanto a me. <Prima di venire da te ho bussato a Nico…> dico abbassando lo sguardo, ma lui non mi lascia finire che esclama subito <E che avevi da chiedere a Hulkenberg? Lo sai che se tuo cugino lo viene a sapere lo ammazza vero?>. <Ho sbagliato camera Charles! Non sono mica andata da lui per mia volontà! Lo sai che non abbiamo un bel rapporto> “Non avete un bel rapporto è un complimento Christine!” penso nella mia testa. <Mhmm, sarà. Sta di fatto che non sono l’unico ad aver notato gli sguardi assassini che Nico lanciava a Kevin ieri sugli autoscontri…> dice con voce pensierosa. <Cosa intendi?> gli chiedo dubbiosa. <Christine sei po’ accecata a volte! Non hai visto come vi guardava?! Si vedeva lontano un miglio che era geloso! Anche Carlos lo ha notato perché l’ho visto avvicinarsi a Nico>     <Ma finiscila! Ma secondo te? Nicolas Hulkenberg è geloso di me? C’è solo una grande rivalità tra lui e Kevin e basta!> <Sì, sì credici! Poi verrai da me quando vi bacerete! Già ti ha portato in camera una volta!> <Charles sei un caso perso!> gli dico dandogli un leggero coppino. Lui mi guarda male e io gli faccio la linguaccia. Charles è davvero un ragazzo simpatico, carino e gentile siamo andati d’accordo sin da subito. La sua ragazza è veramente fortunata spero che non lo lasci andare uno come lui. Non l’ho mai conosciuta dal vivo so solo che si chiama Giada e che è italiana. Subito dopo scendiamo nella hall e prendiamo la macchina per fare un giro in centro. Lui ovviamente ha una Ferrari. Metto via i bagagli e poi partiamo. Invece di andare in centro andiamo al mare. Camminiamo sul bagnasciuga e parliamo del più e del meno. Lui è veramente emozionato di guidare per la Ferrari e so che se lo merita davvero tanto.          Ogni tanto lui riesce a farmi una foto anche se io sono abbastanza riluttante: non mi piace quando mi fanno le foto, ma se il ragazzo che me le deve fare è Charles allora posso anche chiudere un occhio. Andiamo a mangiare in un ristorante di pesce vicino al mare. Verso le 16:30 ritorniamo in hotel e andiamo a prendere Lando e George e poi andiamo in aeroporto. Con noi si è aggregato anche Carlos che non mi avrebbe mai lasciato partire senza prima avermi salutato. Arriviamo in aeroporto e all’ingresso, prima dei controlli, devo salutare i miei amici. Mi si stringe il cuore a doverli salutare, ci tengo tanto a loro. Abbraccio prima Charles che mi guarda con occhi da cucciolo del tipo “Non puoi salire sull’aereo un po’ più tardi?”. Io lo stringo forte e gli lascio un bacio sulla guancia. Poi è il turno di Carlos che mi sussurra all’orecchio <Vedi ti ritornare presto estrella>. Sorrido e lascio anche a lui un bacio sulla guancia. Alla fine, arriva il turno di mio cugino che mi guarda triste: non vuole lasciarmi andare. Non riusciamo mai a vederci spesso e quest’anno che gli ho promesso che sarei venuta a trovarlo più spesso, quindi non vuole lasciarmi mai. <Dan, non guardarmi così! Lo sai che ci rivedremo presto> <Quando vedrai a vedermi ancora?> <Non lo so, forse a Baku, se non in Spagna> <Mi avevi promesso che saresti venuta più spesso!> <Lo so Dan, ma anche io ho una vita! Lo sai che non sono portata per fare tutti i viaggi che fai tu! Dove li prendo i soldi per i biglietti?>. Lui mi guarda e annuisce sommessamente: sa che ho ragione. Io non ho tutti i soldi che ha lui e non mi piace farmi offrire così le cose, anche se so che lui lo fa con piacere, ma non mi piace stare sulle spalle degli altri. Io vorrei venirlo a vedere in tutte le gare, ma non posso. <Dai vieni qui!> dice allargando le braccia. Io fiondo e lo abbraccio forte. <Ti voglio bene Danny> <Anche io Chris>. Appena sciogliamo l’abbraccio dico <Ok ragazzi ci vediamo presto!>. Tutti mi salutano con un cenno della mano e io mi avvio verso il gate d’imbarco con i miei due bodyguards. Saliamo in aereo e mi siedo vicina al finestrino. Lando è accanto a me mentre George è a fianco a Lando. Propongo di vedere un film, che però viene deciso dopo 20 minuti buoni perché non riusciamo a deciderci. Alla fine, optiamo per Avengers. Appena finito il film senza neanche accorgermene mi addormento. Ad un certo punto sento una mano che mi accarezza dolcemente la testa e una voce che mi sussurra all’orecchio <Chris siamo arrivati>. Apro lentamente gli occhi e sorrido ai due ragazzi a fianco a me <Christine com’è possibile che dormi così tanto! Sei peggio di un ghiro!> mi dice George stupito. <Ero stanca e poi sento “di meno” l’effetto del jet lag> gli dico sorridendo. <Sì ma parli proprio tu! Ti sei addormentato a metà viaggio e ti sei svegliato dieci minuti fa!> dice Lando dando una spallata all’amico. <Taci va che anche tu ronfavi!> risponde George <Siete proprio dei bambini! Li dimostrate tutti i vostri vent’anni!> dico ridendo mentre scendiamo dall’aereo. <19!> <21!> rispondono all’unisono. Io continuo a ridere e poi mi seguono anche loro. <Ragazzi che dire grazie mille della compagnia. Siete degli ottimi amici! Ci vediamo al prossimo Gran Premio in cui riuscirò a venire!> <Grazie a te Christine!> mi rispondono loro abbracciandomi. Mi sono così affezionata a questi due ragazzi: sono diventati così una sorta di secondi fratellini per me, come Charles e Carlos. Mi dirigo fuori dall’aeroporto per prendere un taxi. Arrivo a casa, mi metto il pigiama e vado subito a letto. Sono troppo stanca.

Siamo fatti per amare | Nico Hulkenberg Nơi câu chuyện tồn tại. Hãy khám phá bây giờ