33. Scintille (dreiunddreißig)

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4 agosto 2019


Domenica. Mercoledì, mi ero svegliata con un biglietto di Francesco che diceva

"Me ne sono andato senza disturbarti, per lasciarti dormire. Fammi sapere come va e se hai bisogno di me! Francesco".

Non ho alcuna intenzione di dire al mio fidanzato che un uomo ha passato la notte a casa mia, anche se non abbiamo fatto nulla. La mattina ero riuscita ad avvisare anche Jessica dell'accaduto e diciamo che l'ha presa meglio di quanto mi aspettassi. Naturalmente ho avvisato anche gli altri miei amici. Comunque, oggi pomeriggio mi siedo sul divano con il mio amato pacco di popcorn a guardare il Gran Premio di Ungheria. In pole parte per la prima volta Max. Sono molto felice per lui perché se lo merita tantissimo. Quando vedo inquadrata la macchina di Nico, il mio cuore si stringe. Spero che Daniel glielo abbia detto, anche se non ho idea di quale possa essere stata la sua reazione. Nico partirà undicesimo, mentre Daniel diciassettesimo per aver sostituito delle parti del motore. La gara è discretamente noiosa e alla fine si conclude con un'ennesima vittoria di Lewis Hamilton, secondo Max e terzo Seb. Nico arriva dodicesimo e Daniel quattordicesimo, quindi, entrambi fuori dalla zona punti. Da una parte mi sento un po' responsabile di questo risultato, perché sento come se gli avessi condizionato la mentalità di gara. Il problema però è che Daniel non mi ha ancora detto se glielo ha detto a Nico e quindi non so se ha fatto la gara con il pensiero di come sto. Scuoto la testa cercando di allontanare questi pensieri. La devo finire di farmi paranoie inutili. Ne parleranno quando ne avranno il tempo. Spero solo che la prenda bene, perché non ho intenzione di perdere Nicolas...

Nico pov's
Entro nella mia stanzetta abbastanza frustrato. La gara non è andata benissimo sia per me che per la squadra. E inoltre, la mia fidanzata non si fa sentire da una settimana e questa cosa mi mette in uno stato di leggera agitazione. Di solito ci chiamiamo sempre, anzi mi chiama sempre, però in questo ultimi giorni ha ignorato tutte le mie chiamate e i miei messaggi. Stava andando tutto benissimo, o almeno, discretamente bene, e non capisco proprio il motivo del suo comportamento. Che le sia successo qualcosa? Scenari agghiaccianti si presentano nella mia testa e cerco di pensarci il meno possibile anche se diventa sempre più difficile. La sensazione che mi stia sfuggendo di mano mi fa stare male. Dei colpi alla porta mi distraggono. Mi alzo dal mio divanetto nero e vado ad aprire. <Daniel... Non mi aspettavo di trovarti qui...> mormoro facendo entrare il mio compagno di scuderia. Si siede su una sedia e gli faccio cenno di parlarmi. <Senti sono qui perché devo dirti una cosa...> inizia a dire. Si blocca, prende un bel respiro e sgancia la bomba <Christine è stata picchiata>. Mi immobilizzo sul posto. <Cosa?> mormoro cercando di trovare fiato. <Nico...> dice ma io mi alzo di scatto. <Com'è possibile?! Sta bene ora? Dov'è? Perché non mi ha detto nulla?! Che le è successo?!> dico alzando la voce. Mi passo nervosamente le mani tra i capelli e cammino su e giù per la stanza. "Se le fosse successo qualcosa di grave non me lo perdonerei mai...". Daniel mi fa fermare e poggia una mano sulla mia spalla. <Sta bene ora. È stata picchiata da un pazzo al supermercato, ma adesso sta bene. Le ho parlato qualche giorno fa e lei me lo ha detto> <Perché non me lo hai detto subito? Avrei potuto...> <Non avresti potuto fare niente, Nico. Lo sai com'è lei: vuole essere indipendente. Però sta bene adesso. È già andata in ospedale e ha già fatto tutti i controlli. Non ha niente di rotto, solo qualche livido e un occhio nero. Non te l'ho detto subito perché me lo ha chiesto lei e poi non volevo farti preoccupare prima della gara. Non se la sentiva di dirtelo subito...> mi dice poi. Io annuisco capendo la situazione. <Dopo le interviste e i briefing se vuoi ti accompagno in aeroporto, così puoi andare da lei> mi propone. Io annuisco. <Tu non vieni?> gli chiedo io. <No, ci sono già passato in questa situazione. Non sopporterei di vederla così di nuovo...> dice con un sorriso amaro scuotendo la testa. Nella sua voce posso notare della tristezza, ma non solo... c'è qualcos'altro... Le sue parole mi colpiscono. C'è qualcosa sotto di cui ancora non sono a conoscenza. <Andiamo adesso, se no Cyril ci tira addietro una baguette> esclama poi dandomi una pacca sulla spalla e andando alla porta. Io ridacchio alla sua battuta. "Non cambierà mai...". <Daniel> lo richiamo facendolo girare verso di me. <Grazie... per tutto> dico grattandomi la testa imbarazzato. <Di nulla. E poi io vi ho sempre shippato> mi risponde facendomi uno dei suoi sorrisi a trentadue denti.

Siamo fatti per amare | Nico Hulkenberg Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora