22. Sorpresa! (zweiundzwanzig)

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Sabato. Sono le 19:00 e ho deciso di andare prima al lavoro, così da tornare a casa prima e riuscire a vedere le qualifiche dalla pizzeria. Oggi Giuseppe, il proprietario della pizzeria, ha deciso di mettere me dietro al bancone e di mandare Francesco a consegnare le pizze. <Sì, lascia andare qualche volta quello sfaticato, almeno vede che il tuo lavoro non è facile come sembra!> mi ha detto. Francesco è il figlio di Giuseppe. Non sono riuscita a vedere molto il Q1 e il Q2, mi sono solo presa ora una piccola pausa. Mi siedo in uno dei tavoli vuoti e guardo l’ultima sessione di qualifiche dalla TV del locale. Giuseppe, gentile come sempre, mi ha lasciato scegliere il canale di Sky dove trasmettono le qualifiche. Alla fine, vedo il nome di mio cugino in TERZA posizione e batto le mani felice. Anche Nico è nel Q3 e al momento si trova in sesta posizione. La pole viene conquistata da Sebastian, il terzo posto da Charles, ma la cosa più importante e magnifica è che DANIEL RICCIARDO E’ IN QUARTA POSIZIONE! Io esulto come non so cosa e corro ad abbracciare Giuseppe e poi Francesco che era appena rientrato dalle sue consegne. Nico è riuscito a qualificarsi settimo e questa è un’ottima qualifica per la squadra. <Che è successo?> chiede divertito Francesco sciogliendo l’abbraccio. <Daniel si è qualificato QUARTO, QUARTO?! Ti rendi conto?!> esclamo felice come non mai. <Wow, sono felice per te! Se lo merita proprio!> mi risponde Francesco con un sorriso. Sono seriamente troppo felice. Dopo circa un’oretta chiamo Daniel. Dopo tre squilli mi risponde e non gli lascio il tempo di dire qualcosa che grido <WOOOOOOO! DANIEL RICCIARDO QUARTO?! QUARTO!!! Io ti adoro troppo! Sono così orgogliosa di te!>. In risposta sento la risata di Daniel. <Ah, grazie Chris! Sono felice anch’io. Dobbiamo solo confermare questo risultato in gara!> mi risponde. <So che non mi deluderai> <Grazie cuginetta! Oh, c’è Nico qui accanto a me. Vuoi che te lo passi?> mi chiede poi. <Sì grazie!> gli rispondo con un sorriso anche se non può vedermi. Sento che si passano il telefono e poi sento la voce di Nico. <Ehi!> esclama felice. <Ciao! Ottima qualifica, bravo anche tu!> gli dico. <Grazie amore! È un buon risultato per la squadra> <Lo so, infatti sono molto felice per voi> <Mi manchi> dice tutt’a un tratto. Il mio cuore batte forte a sentire quelle parole. È così strano che solo dopo una settimana mi manca come se non lo vedessi da un mese. Cerco che l’amore fa proprio uno strano effetto. <Anche tu mi manchi> mormoro. <Avevo in mente una cosa, ma non ti dico nulla perché è una sorpresa!> dice poi. <Dai! Di che cosa si tratta?> gli chiedo supplicante. <Non ti dico niente. Ci sentiamo domani!> <Aspet-> ma lui ha già riattaccato. Uff, odio quando mi nascondono le cose! Saluto poi Francesco e Giuseppe e torno a casa.

Domenica. Oggi è la mia giornata libera quindi sono felicemente a casa a vedere la gara. Mi siedo sul divano, portando con me un pacchetto di patatine e noto che la gara parte tra poco. Anche se la seguirò da casa sono agitata comunque. Spenti i 5 semafori partono. Vedo immediatamente mio cugino in lotta con le Red Bull e si difende benissimo. Nico è di appena due posizioni sotto Dan. Il mio ragazzo adesso è davanti anche a una Mercedes e questo non fa altro che farmi sorridere. Al giro 9 Daniel fa il pit stop e Nico si trova in quarta posizione e io esulto come una matta. Appena Dan esce dalla pit lane vedo Lando che parcheggia la sua macchina con la ruota posteriore danneggiata. Ha avuto un problema con la sospensione. Poverino ce n’è sempre una anche per lui. Al giro 32 Nico e Daniel hanno ancora delle ottime posizioni: sono rispettivamente quinto e sesto. Pochi giri dopo vedo Bottas tentare il sorpasso su mio cugino, ma mio cugino si difende alla grande. <Dai Daniel forza!> dico ad alta voce. E ancora non è riuscito a passarlo. Giro 40: Daniel e Nico sono sesto e settimo, mentre la battaglia per la leadership è molto accesa. Qualche giro più tardi vedo Seb, in testa alla gara, andare lungo e rischiare il contatto con Hamilton. Successivamente vedo il replay del sorpasso di Max su Daniel. Al giro 55 osservo i tempi di Daniel e Nico e vedo che Nico è molto più veloce di mio cugino. Al giro 57 viene data una penalità a Seb di 5 secondi per l’“incidente” con Hamilton. Una penalità molto ingiusta secondo me. Mi dispiace per lui cavolo: sicuramente non è per niente bello ricevere una penalità quando sei il leader della gara. Ma tralasciando i leader io vedo che Nico è sceso sotto il secondo e ha l’eventuale possibilità per prendere il DRS e sorpassare mio cugino. Io non voglio male a mio cugino, per carità, però Nico al momento è più veloce, quindi perché non sorpassarlo? Nico ora è solo a 5 decimi da Daniel e non vedo l’ora di vedere il sorpasso. So che Nico è un bravo pilota e ha tutto il diritto di dimostrarlo. Diversi giri dopo vedo che Nico ora è a 5 secondi da mio cugino. Guardo i tempi e aggrotto le sopracciglia. “Com’è possibile che neanche 10 giri fa era attaccato a Daniel e ora gli è dietro di 5 secondi?”. Cerco di darmi una risposta a questa domanda, ma mi viene in mente una cosa non proprio bella e spero proprio che non sia così. A fine gara Lewis Hamilton vince il Gran Premio, secondo Seb (a causa della penalità) e terzo Charles. Una volta arrivato al parcheggio Sebastian cambia il cartello tra la sua macchina e quella di Lewis. Gesto che al tempo stesso mi fa ridacchiare ed esultare. Mio cugino finisce in sesta posizione e Nico subito dietro di lui. Ma quel dubbio dentro di me non si è risolto. “C’è qualcosa che non quadra…”. Aspetto un’oretta prima di chiamare Nico. Dopo diversi squilli mi risponde. <Ehi> dico sorridendo, anche se non mi può vedere. <Ciao amore!> esclama lui, ma sento dal suo tono che mi nasconde qualcosa. <Ti ho disturbato? Eravate in briefing?> chiedo io, ma non penso visto che la gara è finita da più di un’ora e mezza. <No, non ti preoccupare. Abbiamo finito adesso> <Come?! Un briefing di un’ora e mezza?> chiedo io stupita. Di solito i briefing durano 40-50 minuti in Renault, ma un’ora e mezza? È successo qualcosa, sicuro. <Cosa è successo?> chiedo io. <Nulla, cosa vuoi che sia successo. Una gara come le altre e un buon risultato per il team> mi risponde lui indifferente, ma io capisco quando la gente mi mente. <Non prendermi per il culo, ho visto tutta la gara e so per certo che è successo qualcosa nel team. Dimmi cosa è successo. Non è normale che tu eri attaccato a mio cugino e neanche in dieci giri ti ritrovi 5 secondi dietro. Avete la stessa macchina! Non dirmi che c’erano problemi tecnici perché l’avrebbero detto> gli rispondo io decisa. Lo sento sospirare dall’altra parte del telefono e poi aprire la porta, immagino, della sua camera d’albergo. <E’ una situazione complicata…> mi risponde. Penso a quell’idea che avevo in mente dall’inizio e gliela dico <Era un ordine di scuderia, vero?>. “Se è così io giuro che…”. <Chris…> lo sento sospirare un’altra volta cercando forse di calmarmi. <Lo sapevo! Che cosa ti hanno detto per convincerti a stare dietro?> gli chiedo io nervosa e arrabbiata. <Senti è una situazione difficile ok? Non mi va di discuterne> <Invece io ne voglio discutere! Dimmi cosa ti hanno detto, ora!> gli dico ad alta voce. Sento la rabbia ribollire nelle mie vene. Poggio una mano sul muro cercando di calmarmi. <Quando hai visto che gli ero attaccato, mi hanno detto di mantenere la posizione e che serviva un distacco di due secondi per raffreddare l’auto. Io lì ho capito e mi sono incazzato da morire. Non ho risposto subito alla radio perché ero troppo preso dal guidare e dalla gara e poi ero arrabbiato. Alla fine, gli ho detto “Che stronzata! Dimmi di non gareggiare, allora”. Lui ha ribadito che mi era stato detto di mantenere la posizione e tenere un distacco di due secondi per raffreddare l’auto. E così ho dovuto fare> mi dice frustrato. Io batto un pugno contro il muro. Le odio queste cose e divento una bestia quando coinvolgono anche le persone che amo di più. <Ma che cazzo vuol dire?! Tu eri più veloce di lui e lo dovevi passare, punto! Sei lì per gareggiare, per dimostrare chi è il migliore! Diamine non possono fare così!> dico ancora. Sento che non dice nulla. Mi incavolo io, ma immagino lui. Mi siedo sul letto e mi passo una mano tra i capelli. <Scusa, io dico ste cose, ma immagino quanto sei incazzato tu…> dico dispiaciuta. <Non ti preoccupare. Mi stai difendendo, è giusto. Ho bisogno di qualcuno che mi difende in questo mondo!> esclama lui facendomi spuntare un sorriso. Sento le lacrime pizzicarmi gli occhi. Odio tutto questo, odio questa situazione e odio non poterlo vedere. Incoscientemente mi scappa un singhiozzo. <Amore, stai piangendo?> mi chiede lui dall’altra parte preoccupato. Io tiro su col naso e asciugo quella lacrima che era scesa. <No, non ti preoccupare> mormoro io, ma la mia voce rotta mi tradisce. <Chris, ti prego, non piangere. Odio dover sapere che stai male…> mi dice. Vorrei tanto essere lì con lui. Stare nelle sue braccia, consolarlo fargli sentire tutto l’amore che provo per lui. <Mi manchi, da morire…> sussurro. <Anche tu mi manchi amore, anche tu> mi dice in risposta riuscendo a calmarmi un po’. <Ci sentiamo nei prossimi giorni?> <Sì certo! Buonanotte Chris!> <Buonanotte Nico> sussurro per poi chiudere la chiamata. Prima di spegnere il telefono però mi chiedo se sia una buona idea chiamare Daniel. Dopo quello che mi ha detto Nico non lo so e devo dire che sono ancora un po’ arrabbiata. Alla fine, spengo il telefono e lo metto sul comodino. Poi mi raggomitolo nel letto e cado in un sonno profondo.

Siamo fatti per amare | Nico Hulkenberg Tempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang