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Passai una notte insonne

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Passai una notte insonne.
Non chiusi occhio, né ci provai, troppo occupata a piangere e riflettere.

Presi ogni singolo momento e secondo per tentare di comprendere quella situazione, di Emily e di tutto il resto.
In poche parole, le mie speranze di un matrimonio felice erano svanite come polvere al vento. Uriah amava un'altra e, quell'altra, era lì, sotto il mio stesso tetto e non aveva intenzione di andarsene. Quei due si amavano ed era giusto che si amassero, per una volta scoppiato un sentimento tanto sincero. Secondo quella somma, però, io restavo fuori dall'insieme. Sola e abbandonata, ancora una volta.

Ed Hamlet era morto.
Quello era il peggio, soprattutto ripensando a come ci eravamo lasciati. Senza un saluto, senza un addio: me n'ero andata in corsa, così di fretta. Credevo che lui sarebbe stato sempre lì, ad aspettarmi.
Ma non era stato così.

Hamlet era morto, ucciso come uno dei tanti, impiccato ad un palo e incendiato a morte.
Sentivo le sue urla nella mia testa, sentivo la sua pelle sciogliersi nel calore di quel fuoco. Lo avvertii sul mio stesso corpo e ne rimasi dilaniata. Il profumo di bruciato, le urla della gente, il dolore di quegli occhi pieni di odio. Mi chiesi come potessi essere ancora viva dopo tutto quel caos continuo, dopo tutte quelle delusioni.
Era straziante.

Poi, il dolore divenne silenzio e il giorno dopo mi ritrovai nell'ufficio di Uriah, davanti ai suoi occhi scomposti. Persino Elias era presente, e me ne sentii sollevata.

«Voglio parlarvi,» avevo detto, e, così, me n'ero tornata nelle segrete, attendendo quel colloquio. Certo, non avevo tenuto conto della vista della cella di Hamlet, così come del suo giaciglio. L'ultima notte, l'avevamo passata insieme.
Distolsi lo sguardo, avviandomi verso l'interno della cella di Emily, dove lei ed Uriah erano seduti vicini.

«Volete da bere?» Mi chiese la ragazza, gentile.
«Non voglio niente,» ammisi, sedendomi di fronte a loro, atona. Elias, tiepido, si accucciò ai miei piedi, fissando i due con pesantezza. «Forse, qualche risposta.»

«Puoi chiederci ciò che preferisci,» confido Uriah, solidale. Il mio sguardo cadde sulle loro mani intrecciate, così vicine e fedeli. Nessuno mi aveva mai sfiorato così. «Vorremo farti capire che ci teniamo a te, Ophelia, al tuo benessere.»
Sorvolai su quelle parole inutili.

«Hamlet,» ripresi, così: «so che non avrei dovuto, ma lo conoscevo. Ora, voglio sapere la verità su di lui.»
«La verità?» Chiese Uriah, confuso. «Ti ho già detto..»
«Non come è morto,» lo fermai, ferrea. Non credevo di averlo detto ad altra voce. «Voglio sapere se è vero ciò che mi hai detto sulle sue accuse.»
«Vuole sapere se era uno stregone,» capì Emily: «Uriah, dovresti spiegarle.»

Il ragazzo annuì, serio, poi tornò a guardarmi. «Elias era uno dei prigionieri raccolti nelle celle del padre di Emily. Non so in che modo, ma aveva scoperto del nostro inganno e voleva usare la verità contro di noi: era troppo rischioso.»
Hamlet era un pericolo, per questo era stato ucciso.

«Quindi non era uno stregone?»
«Lo era, Ophelia,» ammise Emily, dolce: «vivevamo vicini ed ogni tanto parlavamo, oltre la parete. Mi ha confessato la verità e mi ha mostrato in prima persona il suo potere. È stato lui a collaudare l'incanto della porta, aiutandomi a restare nascosta.»
Hamlet era un pericolo ed era uno stregone, per questo era stato ucciso.

E lui me l'aveva detto, lo aveva fatto più volte, ma io non ero mai riuscita a crederci. Per me, la magia non era reale, ma solo un'invenzione degli uomini per liberarsi delle donne.
Ma avevo visto la porta, avevo notato l'impossibilità di quel meccanismo incantato: era crollata davanti ai miei occhi come polvere, levitando da terra. Non poteva essere reale, eppure non volevo crederci.
Altrimenti, avrei dovuto ammettere che mi mancasse uno stregone, ed uno che era anche morto.

«Bene,» conclusi, afflitta: «ho anche ragionato sul vostro...accordo. Intendo accettarlo.»
Emily e Uriah si guardarono di getto, incapaci di realizzare quelle parole. Sorrisero come bambini.

«Dite davvero?» Chiese Emily, emozionata. Io non mi smossi di un millimetro.
«Sposerò Uriah, ma niente di più. Voglio un contratto – lo voglio scritto – e pretendo di vivere la mia vita come meglio credo. Se lo preferite, potrete essere libera di disporre della villa sin da oggi.»

«Questo non è possibile, Ophelia,» commentò Uriah: «la servitù lo noterebbe. Fino al matrimonio, non possiamo rischiare.»
Certo, una volta sposati, il marito era libero di tutto, anche di avere un'amante. Che disgustosa concezione della fedeltà.

«Dirò che è una mia amica in visita,» pensai, così: «magari non potrete stare vicini, ma almeno vivrà con decoro. Quaggiù è disgustoso.»
Strinsi le labbra, rimangiando quelle ultime parole.

Intanto, Emily e Uriah festeggiavano fra di loro, non riuscendo a controllare la loro gioia. Finalmente, avevano tutto ciò in cui avevano sempre sperato: un futuro insieme.

Sfiorai il capo di Elias, trovando conforto in quel tocco leggero. «Il cadavere di Hamlet è già stato disperso?»
Uriah si bloccò, capendo il mio dispiacere. «Ophelia...»
«Non importa,» lo bloccai, cauta, e mi rialzai: «questa notte, Emily dovrà prepararsi. Falla uscire di nascosto e domani presentala al portone come ospite. Io la accoglierò come una cara amica e tutto andrà bene. Penserete voi a tutto il necessario per il matrimonio, io mi occuperò solo di presentarmi e firmare.»

«Ophelia.»
Emily mi prese la mano, baciandola con tenerezza. I suoi occhi erano come piccoli diamanti di gioia. «Grazie, Ophelia.»

In quello sguardo, vidi tutto ciò che non avrei mai avuto, e fu l'ennesimo buco nero nel mio cuore. Nemmeno risposi, limitandomi ad uscire di fretta, accompagnata da Elias.
Resistetti sino al corridoio principale, poi presi a piangere, nascondendo il volto fra le mie mani. Notai Dora uscire dalle cucine, ma la spinsi via, non volendo avere a che fare con lei.

Per l'ennesima volta, ero sopravvissuta ad un nuovo giorno.
Il trucco era nel saper continuare.

Angolo

Capitolo breve e triste, cercherò di farmi perdonare con i prossimi🌹

Ophelia ha accettato all'accordo matrimoniale, ma sarà la scelta giusta? Certamente, è molto triste😓

Piccola domanda, dato che sono incerta e magari ci sono dei fan all'ascolto: sto scrivendo una storia romantica e sono indecisa se lasciarla originale o farla, invece, su Park Jimin  o Lee Jongsuk, consigli? ❤️

Spero che il capitolo vi sia piaciuto ❤️
A presto,
Giulia

Ophelia | il cacciatore di stregheWhere stories live. Discover now