23

6.5K 367 46
                                    

Il mondo era cambiato ancora

Oops! This image does not follow our content guidelines. To continue publishing, please remove it or upload a different image.

Il mondo era cambiato ancora.
Lo vidi sin dal primo istante, ritornando nell'ufficio di Uriah: ora, era diventato di Elias.

Quando entrai, tutti gli occhi puntarono su di me, quasi richiamati per magia. Indispettita, provai a far finta di nulla, entrando con cautela.

Primo fra tutti, era Elias a non lasciarmi andare. Si era cambiato, scegliendo un completo elegante e scuro simile a quelli di Uriah, e si era pettinato i capelli. Niente odore di paglia, niente polvere o sporcizia sotto le unghie. Ora, quando lo guardavo, vedevo un vero signore.
Così diverso, così sé stesso.

«Sono qui perché voglio sapere quale sarà la prossima mossa,» ammisi e, di sbieco, notai Uriah mordersi il labbro, affranto. «Se è vero che Adam ha chiesto ad un uomo di violentarmi per impedire questo matrimonio, temo che la situazione peggiorerà non appena scoprirà di questo fallimento.»

«È ciò che penso anche io,» concordò Elias e subito lo guardai, gelida.
Era strano sentirlo parlare, soprattutto dopo che mi ero arresa al fatto di non poterlo più sentire. Quando avevo scoperto della presunta morte di Hamlet, mi ero sforzata con tutta me stessa a cedere a quella verità e, ora, mi veniva chiesto di tornare sui miei passi, di accettare che fosse vivo e che fosse un'altra persona.
Pretendevano sempre l'impossibile da me, quando loro erano a malapena mediocri.

«Quindi,» continuai, fredda: «cosa avete in mente di fare? Forse Uriah avrà placato la rivolta una volta, ma capiterà ancora: Adam è più convincente.»
«Pensiamo che l'idea migliore sia scappare,» formulò Uriah: «andremo al nord, lì ci sono diversi gruppi di stregoni superstiti. Là, troveremo protezione.»

«Un cacciatore di streghe che chiede protezione a degli stregoni?» Domandai, ironica.
«Sono la mia famiglia,» spiegò Elias, intromettendosi: «accetteranno ciò che è successo.»
Poco convinta, alzai un sopracciglio. «Pensi che perdoneranno queste morti solo perché gli dirai che l'hai fatto per me?»
Elias non si smosse. «Sì.»

Così certo e sicuro, Elias confidava in un amore che riteneva invalicabile. Credeva che la sua famiglia avrebbe accettato l'uccisione di suoi simili in nome di quel sentimento ed io davvero non lo reputavo possibile.
Oh, ma certo.
Probabilmente, doveva essere un carattere comune nella sua specie: amare da morire, amare da uccidere.

«Elias sostiene che dovremo sposarci prima di partire, così da non destare sospetti. Non vogliamo che Adam si metta alla nostra ricerca,» ricordò Uriah, convinto: «se tu sarai d'accordo, procederemo con il piano.»

Un altro accordo, un'altra promessa.
Restava un matrimonio combinato, una copertura falsata, ma con un diverso finale: una fuga nella terra degli stregoni al fianco di un uomo che aveva ucciso per me.
Immagino fosse per il mio bene, giusto? Eppure, non mi era stato chiesto nulla.

«Quindi, se è già deciso, c'è poco di cui parlare. Fra cinque giorni compirò diciotto anni e credo che dovremo preparare il matrimonio per allora. Non abbiamo nulla da aspettare.»

«Ophelia, possiamo rifletterci ancora,» disse Emily, provando a restarmi vicina.
Scossi il volto, non avendo altro di cui parlare. «No, va bene così. Voglio che tutto questo finisca.»

Elias era un fuso impenetrabile davanti a me. Solido e indistruttibile, sembrava uno scoglio posto al centro della mia vita.
Potevo girarci attorno, ma mai superarlo o spostarlo. Avrei dovuto affrontarlo, forse, ma non ne avevo il coraggio, né il desiderio.

«Chiamatemi quando ci saranno delle novità,» decisi, infine: «io non voglio partecipare ai preparativi né alle vostre scelte. Una volta che sarà tutto pronto, io mi farò viva.»
Uscii dalla stanza con quella parole, trovandole già superflue. Non volevo partecipare al matrimonio, se non come passiva presente, e, soprattutto, alla fuga che Elias aveva in mente.
Poteva portarmi ovunque, bastava che, dopo, avrei potuto vivere in pace.

«Ophelia.»
Mi bloccai, sentendo la voce del ragazzo alle mie spalle. Elias mi raggiunse veloce, venendomi davanti, così da essere preso sul serio. Quanto poteva essere difficile guardarlo ancora negli occhi?

«Cosa vuoi?» Chiesi, guardando altrove. Se avesse parlato ancora, probabilmente mi sarei messa a piangere.

E, nella sorpresa, sentii la mia mano essere stretta da quella del ragazzo.
Mi stava toccando.

«Dovremo parlare,» ammise, convinto. «So di averti ferito, Ophelia, ma voglio rimediare.»
«Rimediare?» Chiesi, e sorrisi per quanto fosse ridicolo. «Ti sei presentato come un carcerato e mi hai fatto credere che fossi morto!»  

«Eri entrata nella mia cella quando io non ero presente, era necessario investarsi una scusa,» replicò: «e mi sono presentato come Hamlet perché credevo che fosse il modo migliore per avvicinarmi a te. Ti saresti fidata solo con una persona che reputavi simile.»

Quindi, mi reputavo al pari di un carcerato piuttosto che un signore.
In effetti, era così.

«Tu mi hai fatto affezionare ad una persona,» ricordai, ed ero quasi alle lacrime: «mi ci hai fatto credere e me l'hai portata via. Come puoi anche solo credere che io possa lasciar perdere? Che possa dimenticare?»
«Perché quella persona sono io, Ophelia! I vestiti sono diversi, ma il mio volto è lo stesso, così come il mio cuore. E ci tengo a te sin dal primo giorno.»

Erano belle parole, ma per me erano vuote e insulse. Non riuscivo ad ascoltarlo.

«Io rivoglio Hamlet, rivoglio il mio amico,» ammisi, affranta: «e tu dici di essere lui ma, per quanto ti guardi, io non riesco a vederlo. Tu sei un altro, tu sei una persona diversa, una che io non conosco.»

Lasciai la sua mano, convinta ad andarmene ma, a soli tre passi, Elias parlò ancora.

«Ma potresti conoscermi ora,» confidò, fiducioso. Era una bella speranza, ma certo un sogno irrealizzabile.

Si voltò, non curandosi della mia disattenzione.
«Io sono qui per te, Ophelia. Quando vorrai, sai che potrai trovarmi.»

Una persona che restava, una di cui fidarmi.
Quello era stato il mio sogno nel cassetto da sempre, e, ora, mi ritrovavo a voltargli le spalle.
Forse, ci fu un tentennamento, ma subito lo nascosi, non volendolo ascoltare.

Me ne andai senza dire nulla.

Angolo

Aggiornamento super veloce!

Okay, Ophelia è davvero ferita, ma come darle torto?
In fondo, Elias si è comportato davvero male 🤔
Ed ora si daranno alla fuga? Vedremo!

Piccola info: ho delineato i prossimi capitoli e la storia dovrebbe averne un totale di 30 epilogo compreso!
Quindi, ne mancano ancora 7 alla fine🤔
Almeno, per il momento😂 il finale è molto da me😏

Il prossimo capitolo sarà da un pov diverso: chi sarà mai?

Spero che il capitolo vi sia piaciuto e di sapere cosa ne pensate!

A presto,
Giulia

Ophelia | il cacciatore di stregheWhere stories live. Discover now