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Due dei sette giorni al matrimonio passarono completamente inosservati.
Emily, Uriah ed Elias sembravano spariti nel nulla e persino Dora con loro, lasciando i miei pasti su un vassoio d'argento davanti alla porta.

Ero sola, finalmente: per una volta, nessuno stava attentando alla mie quiete, lasciandomi nella sconfinatezza del nulla.
Così, mi scoprii amante della pigrizia e del dolce far niente, trovando un delizioso vezzo nello sfilare nella mia stanza nei begli abiti del mio armadio, fingendomi una regina davanti ai suoi cittadini in adorazione.

Quindi, avevo diciassette anni: fino ad allora, non me n'ero nemmeno accorta, troppo occupata dal resto.
Avevo diciassette anni e amavo mangiare i dolci zuccherati e stare a piedi nudi nell'erba, camminando nell'oscurità della notte.
Ero curiosa, amavo leggere - soprattutto i romanzi di narrazione - ed ero in grado di consumarne diversi in poche ore.
Forse impetuosa, sapevo anche riflettere, e passai diverse ore seduta sul mio letto a pensare come era stato possibile che io avessi sprecato così tanti giorni di vita per persone che non meritavano nemmeno un secondo.

Passai i miei giorni così, scoprendo quella persona che dovevo essere, ma che non avevo mai avuto il tempo di conoscere. Forse mi piacevo, forse mi trovavo anche simpatica, ma c'era ancora tanto che avrei potuto dire, se solo fossi uscita dalle mura di quel castello.

Iniziai a provare tristezza, quasi rancore, per quel mondo che mi era sempre stato precluso - prima per un fratello, poi per tanto altro - e, accarezzando l'atlante ricamato nelle pagine di un libro, provai a immaginarmi nelle terre isolate dell'est o nelle afose foreste del centro.
Nella mia mente, potevo essere ovunque, ma mai in un posto abbastanza accessibile da far sì che anche il mio corpo potesse seguirla.

Doveva essere quella, la sensazione che prova un uomo all'ergastolo: sentirsi vivi, ma senza uno scopo, né una vera motivazione. E ridi, piangi, urli, ma è come se fossi già morto.
Sei solo un fantasma.

Per questa ragione decisi di abbandonare il dolore, di sorvolare su quei tradimenti e ferite: volevo lasciarmele alle spalle perché solo così avrei potuto dimenticare e andare oltre. Io non volevo che la mia vita dipendesse da ciò che era successo con Adam e in quella corte, ma da ciò che avrei deciso io, un giorno. Per fare questo, però, era necessario un piccolo sforzo e, soprattutto, mettere dei punti nelle frasi incomplete.

Il terzo giorno, qualcuno bussò.
Inizialmente, fui semplicemente sorpresa, poi, mi resi conto che stavo aspettando quel momento sin dal principio. Mi sedetti sul letto, ancora nella mia camicia da notte e i piedi nudi, e concessi l'ingresso.

Quasi non ebbi bisogno di vederlo, sapendo bene che sarebbe stato lui.

«Ophelia,» chiamò Elias, fermo sull'uscio. Era vestito in modo semplice questa volta - una semplice camicia bianca e dei pantaloni scuri - forse credendo che una veste informale mi avrebbe aiutato ad accettarlo, magari ricordando i bei tempi passati. In realtà, tutto ciò che pensai, fu che stava bene vestito così, molto meno fasullo e irreale.

«Sapevo che saresti venuto,» ammisi: «mi chiedevo solo quando.»
«E ti va bene?» Domandò, curioso.

Io lo guardai leggera e scossi le spalle. «Ha importanza?»
Elias strinse le labbra, capendo bene il significato di quelle parole. Si sedette su una sedia poco lontana e inizio a torturarsi le mani. Era nervoso, visibilmente a disagio - il comportamento tipico dei colpevoli.
Forse risulterà tremendo, ma mi sentii bene a vederlo così, ne provai piacere.
In fin dei conti, chi danneggia merita di pagare, anche se è di un cuore spezzato che si sta parlando.

«Sono qui anche per questo, per chiarire ciò che è successo,» iniziò, così: «temo di essere stato avventato.»
«Avventato?» Domandai, spiritosa. «Non è il termine che avrei usato.»
Elias alzò gli occhi, accusando il colpo. «So di essere stato orribile. Inscusabile, imperdonabile e inaccettabile. In realtà, non c'è motivo per cui dovresti darmi ancora ascolto.»

Ophelia | il cacciatore di stregheWhere stories live. Discover now