Capitolo 1

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Giorno 1 di crociera - Barcellona, Spagna

- "Camila ci sono un sacco di ragazzi della tua età su questa nave, perché non tiri fuori la testa da quel libro per qualche ora e vai a divertirti?" disse mia madre che era sdraiata sul lettino implorandomi per la seconda volta da quando ci eravamo imbarcati sulla nave da crociera.

- "Io mi sto divertendo" risposi senza nemmeno alzare lo sguardo dal libro, cercando in tutti modi di nascondere il tono di esasperazione nella mia voce.

- "Ma noi intendiamo divertirti come una normale adolescente. Farti degli amici, partecipare ad alcune delle attività" implorò mio padre "Ho sentito che hanno una discoteca apposta per gli adolescenti e organizzano serate ogni sera, potrebbe essere divertente!"

- "Perché dovrei voler andare in una discoteca?" chiesi con esasperazione, finalmente alzando lo sguardo dal mio libro e incontrando solo sguardi di disapprovazione, sguardi che ero più che abituata a osservare. Se c'erano due cose che odiavo erano proprio ballare e grandi folle di persone, quindi non avrei mai potuto farmi piacere quei "nightclub" della nave per minorenni.

- "Perché?! Perché hai diciassette anni e sarebbe divertente, ecco perché. In più, ho notato un sacco di ragazzi carini sulla nave che sembrano avere la tua età. Non sarebbe male incontrare qualche giovane ragazzo di buona famiglia" Rispose mia mamma cautamente, insicura di quale sarebbe potuta essere la mia reazione.

- "Come fai a sapere che sono di buona famiglia?" Scattai io. Mia mamma mi guardò consapevolmente, ma non rispose.

Sospirai. Sapevo che per "buona famiglia" i miei genitori intendessero famiglie ricche, famiglie che potessero permettersi di stare su navi da crociera costose come quella. Famiglie come la nostra.

Eravamo da sette ore in una lussuosa Crociera Mediterranea, partita da Barcellona e che avrebbe concluso il giro a Venezia ventiquattro giorni dopo. Ero ben consapevole di quanto fossi fortunata e non vedevo l'ora di visitare tutti quei bei posti del nostro viaggio, ma quando eravamo sulla nave io volevo solo farmi gli affari miei. I ragazzi sulla nave non erano il tipo di adolescenti con i quali volevo passare il mio tempo. Loro erano le classiche persone dalle quali ero circondata ogni giorno della mia vita, eccessivamente privilegiati ed egocentrici ragazzi viziati. Era in un certo senso ironico detto da me, ma non mi piaceva associare me stessa a quella tipologia di persone e non avevo alcuna intenzione di farmi degli amici su quella nave.

Decidendo che la conversazione fosse finita, mi girai per abbronzarmi di schiena e iniziai a calcolare quanto tempo ci sarebbe ancora voluto per scendere da quella nave alla prossima fermata.

***

Dopo ore e ore di fastidio e tormento, che si erano prolungate anche fino a cena, decisi di togliermi dai piedi i miei genitori per un po' accettando di andare al "Paradox", il nightclub per minorenni della crociera. Non avevo alcuna intenzione di starci a lungo, semplicemente abbastanza a lungo per poter dire che ero stata lì, dopo sarei andata a nascondermi da qualche parte sulla nave dove avrei potuto scrivere e ascoltare la musica che mi piaceva, in pace.

Mi sedetti ad un tavolo nell'angolo della sala, guardando di traverso come tutti quanti attorno a me si conoscessero meglio con le loro bevande analcoliche. Non potei evitare di rabbrividire alla vista di alcuni ragazzi che stavano ballando quella canzone Whip Nae Nae sulla pista da ballo. Non frequentavo molto le feste, ma questo era abbastanza esagerato anche per i miei standard.

- "Posso portarti da bere?" chiese una voce, tirandomi fuori dal mio stordimento.
I miei occhi incontrarono una giovane cameriera che stava in piedi davanti a me mentre reggeva un vassoio di bicchieri sporchi. Per un momento pensai davvero che qualcuno stesse cercando di fare amicizia con me, ma ovviamente non era così.

Lifeboat Lighthouse (Traduzione Ita Camren)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora