Capitolo 10

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Giorno 9 di crociera - Valletta, Malta

Era ancora mattina presto ma il sole picchiava già forte quando i miei genitori, Sofi ed io ci sedemmo al ponte più alto per la colazione prima di scendere dalla nave per la nostra giornata a Valletta. Non avevo molto appetito quella mattina, in parte per il caldo, ma principalmente era dovuto al fatto che stessi iniziando a stancarmi dell'eleganza della nave e degli eccessivi menù. Di fronte a me oggi c'era salmone affumicato e uova alla benedict su un croissant tostato. Non ero ingrata, il cibo era delizioso, ma sarebbe morto qualcuno se avessero messo dei Cheerios almeno una volta? Stavo seriamente bramando anche per delle patatine fritte con del ketchup. C'erano probabilmente dei ristoranti meno stravaganti sulla nave che servissero quel tipo di scelte ma ovviamente non andavamo mai a mangiare in quei posti. C'era sempre qualcuno da impressionare, sempre qualcosa da dimostrare.

Giravo e rigiravo il cibo nel mio piatto, a malapena presa dalla conversazione intorno a me, la mia mente era completamente altrove quella mattina.

La notte prima non avrebbe potuto essere più perfetta. Nessuno mi aveva mai fatta sentire nel modo in cui Lauren aveva fatto, neanche lontanamente. Mi sentivo così a mio agio con la bellissima ragazza dagli occhi verdi ma allo stesso tempo c'era ancora quel giusto tocco di nervosismo. Quello non era però il tipo di ansia e nervosismo alla quale ero abituata, era un tipo di nervosismo piacevole. Il tipo che ti pompa adrenalina nelle vene e ti manda scariche elettriche lungo tutto il corpo. Anche il minimo tocco di Lauren mi provocava farfalle, diamine tutto quello che doveva fare era guardarmi nel modo giusto ed io crollavo. Baciarla aveva fatto sì che il tempo si fermasse, mi ero letteralmente dimenticata come si respirasse quando le sue labbra erano pressate contro le mie.

Avevo però provato a nascondere il forte effetto che aveva su di me il più possibile l'altra notte. Lauren era molto più esperta, così tanto che dubitai del fatto che baciarla la facesse sentire nello stesso modo in cui lei faceva sentire me. Era però anche ovvio che lei avesse una sorta di sentimenti per me. Non avevo dimenticato il fatto che lei avesse passato il 70% del film a guardarmi invece di guardare la TV e il restante 30% del tempo a giocare con i miei capelli o a tracciare distrattamente disegni sulla mia pelle con i suoi polpastrelli. Era altamente distruttivo nel migliore dei sensi.

Ad un certo punto l'altra sera sembrava anche che lei avesse rinunciato a provare a respingermi. Lei era ancora molto sull'allerta e sapevo che ci fosse ancora molto che non mi aveva detto, ma avevamo ancora quindici giorni insieme e potevo ancora provare ad abbattere i suoi muri e convincerla a fidarsi di me. A meno che lei non avesse fatto un completo cambiamento la prossima volta che l'avrei vista, cosa che ci avrebbe riportate punto e a capo. Il solo pensiero mi fece sospirare, ma dovevo ammettere che non sarei rimasta completamente sorpresa se fosse successo.

In lontananza vidi Normani e Dinah raggiungere il nostro tavolo. Avrei dovuto essere preoccupata in quel momento, ma non lo ero, la mia mente era ancora completamente consumata da Lauren.

- "Mila, dove sei stata? Sembra siano passati secoli" domandò Normani con un sorriso amichevole.

Mi ci volle un momento per processare quello che avesse appena detto, ma immediatamente gli sguardi confusi dei miei genitori mi riportarono velocemente alla realtà. I miei occhi si spalancarono e il mio cervello finì in confusione. Era una tragedia, i miei genitori credevano che fossi rimasta con Dinah e Normani fino all'una di notte.

- "Come siete esagerate, vi ho viste ieri sera..." dissi nervosamente, dando alle due ragazze un'occhiata di sottecchi supplicante sperando che almeno una di loro capisse la situazione. Dinah mi guardò in risposta in completa confusione "Nuh uh, sono due giorni interi, ci sei mancata fessacchiotta."

Lifeboat Lighthouse (Traduzione Ita Camren)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora