𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝐏𝐫𝐢𝐦𝐨 ||𝐈

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Riesco a contare sulle dita di una mano le persone che non mi hanno mai fatta soffrire in tutta la mia vita e queste persone, o dovrei dire questa persona, sono solo io. 

Ovviamente escluse tutte le mie crisi di identità e cose del genere, ma mi avete capita.


Mi descrivo più come una persona di cristallo, delicata da toccare, facile a rompersi e pericolosa quando sono in frantumi. Ma tutto questo cerco di non farlo scoprire a nessuno, e direi che possiamo lasciar perdere i miei attacchi di panico che riescono a rovinarmi la giornata in soli due secondi. Pensare a quanto Aria Carter faccia schifo non fa altro che alimentare la mia bassa autostima, ed il mio passato purtroppo non mi aiuta.

<<Aria! Scendi subito! Tua cugina ti vuole parlare ... dice che è urgente!>> lascio la presa sul mio cuscino e mi avvicino alla porta per cercare di origliare qualcosa.

<<Non so Eve... sai com'è testarda...>> inspiro e mi abbasso le maniche della felpa stringendole con le mani. 

Scendo le scale e vedo mia madre fare avanti ed indietro per poi notare la mia presenza ed allungarmi il telefono <<Pronto? Eve? Tutto bene?>> dico sedendomi su una delle quattro sedie attorno al tavolo della cucina.

<<Ciao Aria, senti ho bisogno che tu sia qua allo studio entro quindici minuti >> Mi appoggio al gomito e cerco di capire perché dovrei andare al suo ufficio, non credo di aver fatto nulla di sbagliato ultimamente.

<<In che senso? Che succede?>>  sospira ed in sottofondo sento una risata, una risata che conosco fin troppo bene << Ian... vero?>>

<< Si, Aria... ti vuole parlare e per evitare che tu lo uccida o che lo denunci per una falsa accusa preferisce farlo per via legale, mi spiace ma devi venire, ti voglio bene>>  dice per poi buttare giù la chiamata ed io sbatto il telefono sul tavolo.

<<Ehi! Lo rompi! Non prendertela con gli oggetti... ed essendo tua madre ti obbligo ad andarci, perciò vai di sopra a cambiarti con qualcosa di più professionale e vai all'incontro>> incrocio le braccia e sbuffo.

 <<Col cazzo che ci vado>> 

<<Aria, so quanto ti ha fatto soffrire ma è tuo- >> 

<<Non dirlo... non lo è più, dal momento che ha messo piede fuori da quella porta. Da quel momento ha smesso di esistere per me, perciò smettila con sta storia>> cerco di respingere le lacrime e con esse anche tutti i brutti ricordi ma è difficile.

<<Aria hai 26 anni ed è successo tutto più di sedici anni fa, perché non puoi andare avanti come ho fatto io? E perlopiù sei disoccupata, ti mantieni con un misero lavoro da barista in una mediocre caffetteria infondo alla strada.... che fine ha fatto la tua laurea? Sai quante persone bramano per quel pezzo di carta? Quel fottuto pezzo di carta che ti da accesso a tutto? Ecco, molte ma molte persone e tu lo stai sprecando così. Per questo devi andare da Ian immediatamente, altrimenti ti caccio via da casa mia>>

Si mette a braccia incrociate davanti alla porta ed io mi sento morire dentro, con quale logica devo vivere sotto la sua dittatura anche ora? Dopo tutte le cose che abbiamo passato? Mi alzo solo per tenermi un posto in questa casa così le passo oltre e vado in camera mia.

Che vada al diavolo Ian, cosa vorrà mai quel bastardo da me? Prendo fuori una camicia ed un paio di jeans, che guarda a caso mi iniziano a risultare un po' stretti. Mi infilo un paio di stivali ed esco dalla mia camera.

<<Non ci credo che ti presenterai così>> 

<<Credici>>  sbatto la porta di casa ed esco infuriata, questo non sarà affatto un'incontro pacifico.


Apro l'enorme porta bianca dell'edificio <<Dov'è Eve, Kylie?>> dico andandole incontro 

<<Sala riunioni 3, non uccidere nessuno Aria... pensa ai bei tempi in cui stavate insieme>>


<<Che vadano a cagare quei momenti, lui non merita di vivere nei miei ricordi>> dico per poi andare verso la sala 3 ed aprire di colpo la porta.

<<Oh eccola, non è cambiata una virgola, scommetto Evie che ha i suoi soliti stivaletti e la giacchetta di pelle>> dice senza girarsi, vuoi giocare agli indovinelli? Beh io scommetto che sei lo stesso deficiente di sempre.

<<Bastardo hai sbagliato e sai perché? Perché tu credi di conoscermi ma non sai nulla di me. Tu conosci solo la ragazzina di dieci anni che hai lasciato sola con la madre, non conosci affatto l'Aria di adesso, perciò non credere che ora tu possa rientrare nella mia vita come "Padre" perché farò di tutto affinché non succeda>> chiudo la porta dietro di me.

 <<Quindi sbrigati a parlare>> dico avvicinandomi al tavolo e sedendomici sopra 

<<I tuoi soliti modi però sono rimasti, comunque arrivo al punto: tu hai ventisei anni, sei single, laureata ma disoccupata e lavori in una specie di bar sulla strada di casa. In sintesi hai una vita abbastanza... semplice, ed io ti propongo un lavoro>> si gira verso di me e mi guarda con i suoi occhi azzurri che sfortunatamente non ho avuto, e per quanto sia allettante come offerta devo tenere alto il mio orgoglio.

 <<Assolutamente No>> dico scendendo dal tavolo ed andando verso Evelyn

<<È illegale questa cosa! Mi sta ricattando! Un lavoro in cambio di qualcosa, ne sono certa i suoi occhi da vipera non mentono>> 

<<Ah quindi sono io la vipera tra i due?>> dice con la sua solita faccia da arrogante.

<<Calmatevi! Facciamo tutto con calma senza frecciatine, allora, Aria siediti... il signor Carter ti ha fatto una proposta di lavora che in base al contratto che ho in mano è del tutto legale e non cita in alcun modo nessun ricatto. Perciò non puoi legalmente usare la scusa del "ricatto", ma d'altro canto tenendo conto dei vostri precedenti neanche io mi fiderei di questa proposta>> posa i fogli sul tavolo e lo guardo.

<<Vedi coglione? Neanche tua nipote si lascerebbe abbindolare da questa tua stupida proposta. Perciò ora dimmi perché pensi che io accetterò?>>

Mi sistemo meglio sulla sedia solo perché voglio sentire cosa dirà per confermare la sua tesi.

<<Perché sei disperata, depressa e hai bisogno di qualcosa per andare avanti, ormai non sei più giovane come una volta e probabilmente rimarrai zitella ed io non avrò mai la gioia di essere nonno... o almeno non con te>> lo guardo male, troppo male.

 <<Scusami? Posso dargli un pugno?>> mi rivolgo ad Evelyn stringendo i pugni sotto al tavolo e aspettando solo la sua conferma.

<<Oh fai pure voglio vedere se ci riesci>> mi risponde Ian sarcasticamente, lo hai voluto tu.

 <<No vi prego non fate a botte, non nel mio ufficio >> dice Evie portandosi le mani in testa per l'esasperazione. 

<<Tanto se lo fa, la faccio comunque lavorare per me>> Io non ci credo.

<<Bastardo, tu non meriti un pugno meriti un'esecuzione!>> gli dico sbattendo il pugno sul tavolo in legno.

<<Fallo>> mi alzo velocemente dalla sedia per dargliene di santa ragione ma Evelyn si alza e cerca di fermarmi << Non merita di vivere un uomo come te>> gli dico risedendomi.

<<Ok... voi due non potete stare nella stessa stanza insieme, allora, facciamo così, diamo un lasso di tempo di una settimana ad Aria per decidere se accettare o no... oltre quella data si straccia il contratto definitivamente e tu Ian non potrai mai più farle un qualunque tipo di contratto a meno che Aria non sia d'accordo al 110%>>

Annuisco, almeno ora posso andarmene da qua. 

<<Va bene, anche se la seconda clausola si può anche escludere>> mi alzo e vado verso la porta <<Ora posso andare?>> chiedo a mia cugina che sistema i fogli sul tavolo <<Si... Aria...>> 

Perfetto, apro la porta e vado verso l'uscita dell'edificio.

SufferWhere stories live. Discover now