𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝐯𝐞𝐧𝐭𝐢𝐧𝐨𝐯𝐞𝐬𝐢𝐦𝐨 || 𝐀𝐧𝐨𝐭𝐡𝐞𝐫

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"Din Don"

Alzo lo sguardo dal telefono e corro verso la porta aprendola <<Ta da! Ti sembro abbastanza principessa per una cena?>> dico spengendo la luce del corridoio e chiudendo la porta di casa alle mie spalle.

<<Okay andiamo, oddio, come facevi a sapere che sono i miei fiori preferiti?>> prendendo in mano il mazzo di lillà e sentendone il profumo meraviglioso
<<Me lo ha detto un uccellino>> gli faccio strada verso l'ascensore

<<Se per uccellino intendi mio padre allora >>
<In realtà non me lo ha detto lui>> lo guardo stranito

<<È stato quel tuo amico, quello per cui si vede che ha una cotta per te da un chilometro>> ecco avete presente quando ci deve essere sempre una cosa irrisolta, il pezzo del puzzle che non si trova? Jackson è quel fottuto pezzo perso che finché non trovo e lo metto al suo posto mi darà sempre fastidio.

<<Ah, beh però a me lui non piace perciò si deve scordar di me>>dico mentre entriamo dentro l'ascensore
<<Meno uno>> gli dico e schiaccia il tasto corrispondente.

<<Sicura che non ti piace? Stareste bene insieme>>

<<No, no e ancora no lui - sta - con - mia - sorella>> cerco di sillabare, perchè devo sottolineare quanto non mi interessi.

<<E questo che c'entra? Se vi piacete lui può sempre lasciarla, poi ovvio lei ti odierà a morte per averle rubato il ragazzo ma se vi amate credo sia un peso che potete sopportare o no?>> cerco di non innervosirmi

<<Si e hai ragione, ma ci sono due fattori da tenere in considerazione il primo è che a me lui non mi attira proprio per niente e secondo mia sorella è incinta perciò se lui non la vuole ma vuole me mi avrà solo nei suoi sogni se gli va bene>>  l'ascensore si ferma ed usciamo e lui apre la macchina, ed io rimango in un misto tra sotto shock e emozionata.

<<È quella?>> annuisce ed io seppure con i tacchi corro incontro a quella bellezza dell'ingegneria umana 

<<Ti piace proprio?>> 

 <<Scherzi? È una AMG GT  ti giuro voglio svenire>>  va dall'altra parte della macchina mentre io cerco di respirare <<Dai entra>> mi pizzico le dita per cercare di capire se sto sognando o meno e poi entro.

<<Sono in quasi - paradiso>>

 <<Addirittura?>> si mette a ridere 

<<Oh si tu non puoi capire, ma credo si sia capito che mi piacciono le macchine>> annuisce 

<<perché quasi paradiso?>>

<<Beh il paradiso supremo è la Ferrari ma dubito tu ne abbia una, il paradiso è la Maserati, il quasi- paradiso è la Mercedes e il quasi - quasi paradiso è la Porsche>>

Si mette a ridere, ma questa è la mia filosofia di vita caro c'è poco su cui scherzare.

Per tutto il tragitto ho cercato di immaginarmi la sua faccia appena mi vedrà, ma vengo interrotta dal telefono che mi vibra per un messaggio

<<Ci stanno aspettando al tavolo 89>> annuisce
<<Digli che stiamo arrivando>> nei piccoli momenti in cui c'è la strada senza traffico sentire che accelera è la sensazione migliore che ci sia, digito veloce "stiamo arrivando" e poi rimetto il telefono nella pochette.

Arriviamo nel parcheggio del locale <<Ok ci siamo... sei pronta?>> prendo un respiro profondo e abbasso lo specchietto per sistemarmi i capelli.

SufferWhere stories live. Discover now