𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝐭𝐫𝐞𝐧𝐭𝐚𝐭𝐫𝐞𝐞𝐬𝐢𝐦𝐨 || 𝐈 𝐠𝐨

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Allora Karma, dimmelo che lo fai apposta. Dillo che devi sempre mettermi in mezzo a questioni imbarazzanti, dillo che ho delle sorelle di merda.

<<Ciao Aria>> ho capito che mi odi ma sappi cara bastarda che il sentimento è più che reciproco

<<Buon salve anche a te Ariana>>

<<Vedo che hai.... la mia tuta? ed è il mio rossetto quello?>>  ma mi ha fatto seriamente la lastra?

<<Eh si cara sorellina, ma discutine con lui io non c'entro, mi ha voluto salvare lui io stavo bene anche da fatta perciò.... io me ne vado a prendere un caffè>> esco di scena e poi mi giro proprio quando lei è girata dall'altra parte le alzo il dito medio, ma che soddisfazione, facendo ridere persino il mio incredibile collega, allora ditelo che sono una pro.

Si gira verso di me vendendolo ridere ed io le mando un bacio pieno d'odio per poi girare l'angolo. Che soddisfazione sminuirla.

<<Un caffè nero, senza zucchero grazie>> mi guarda male questa donna <<Non ti piace proprio lo zucchero vero? Si nota>>

<<Ora neanche un caffè posso prendere che mi giudicano? Si sbrighi>>

<<Ecco sono sei dollari e cinquanta>>

<<Che razza di caffè è così costoso?>> conto i soldi nel portafoglio mentre lei appoggia il bicchiere sul balcone.

<<"Si sbrighi" ho altri clienti>> dice cercando di imitarmi così prendo i soldi contati e glieli lancio addosso.

<<Peccato speravo di romperle un dente... evidentemente la prossima volta devo mirare un po' più al suo naso storto>> prendo il caffè e me ne vado.

Che ospedale di merda, bevo d'un sorso il caffè e poi butto il bicchiere di carta vuoto dentro al bidone. Entro dentro l'ascensore che guarda un po' è pieno di gente.
Premo molto cautamente il bottone due, talmente tanto delicatamente da sollevare un onda di commenti e insulti ma prima che si chiudano le porte entra Jesse.

<<La prossima volta cerca di non romperlo il bottone okay?>>
Cerco di contenermi sbattendo il piede per terra.

<<L'educazione non gliel'hanno insegnata?>>

<<Mi dispiace per voi se non ho iniziato la giornata con il piede giusto, e poi credetemi che il signor carter i soldi per aggiustare sto cazzo di ascensore c'è li ha eccome>>

<<Magari li sborsasse lui i soldi per la manutenzione, ce li toglie dallo stipendio è diverso>>

<<Cazzo, quanti saranno i dipendenti qua dentro? Che vi cambia trenta centesimi in meno? Se però tu invece vuoi proprio litigare allora dillo che finiamo anche prima, con te che te ne esci con un occhio nero>> dico girandomi verso quel vecchietto.

<<Aria dai calmati.... è il primario di cardiologia>> mi sussurra Jesse

<<Non mi interessa dargli un pugno, non picchio i vecchietti>> gli sussurro e poi le porte del secondo piano si aprono
<<Alla prossima dottore!>> dico sarcastica per poi uscire.

<<Ma te i limiti non li vedi?>> mi apre la porta in vetro del nostro studio

<<Limiti di che? Mi ha insultata da quando ho messo piede dentro a quello ascensore>>

<<Okay va bene, inutile parlare di ciò, ora dimenticati tutto e.... inizia
il tuo primo giorno di lavoro>> annuisco.

Entriamo dentro alla sala con delle tonalità di beige ed il parquet in legno una parola per descriverla "Luminosa", ci sediamo attorno ad un tavolo e aspettiamo.

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