𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝐭𝐫𝐞𝐧𝐭𝐚𝐝𝐮𝐞𝐬𝐢𝐦𝐨 || 𝐭𝐡𝐞 𝐰𝐨𝐫𝐥𝐝,

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Quindi ricapitoliamo: stamattina ho ripreso le pillole che mi ero ripresa di non prendere più, ho rotto la mia sveglia, ho rovesciato il bollitore del caffè ed è anche il mio primo vero giorno di lavoro? Perfetto devo dire.

Ho una confusione nella testa allucinante, ed ora come faccio ad arrivarci a lavoro se non ho una macchina? Devo chiamare un taxi e quindi parlare con qualcuno già di prima mattina tiro un sospiro e cerco di comporre il numero con la sobrietà e la maestria di un babbuino.

<<Signorina ... sta bene? Non ha una bella voce ha bisogno d'aiuto?>> sento una donna parlare dall'altra parte del telefono ma vedo tutto annebbiato e non capisco, cerco di sbattere più volte gli occhi e migliorare la vista ma nulla  <<Si si .... sto bene>> non la sento rispondere e così butto giù la chiamata.

Possibile che non ne combino una giusta? Cerco di sciacquarmi il viso per cercare di pensare lucidamente.

<<Aria rifletti ... che si fa per disintossicare una persona?>> Una lavanda gastrica, ma sono sicura di non voler-  

<<Ma perché diavolo ne ho prese 4>> dico sbattendomi la mano sulla fronte.

<<Ma che stracazzo mi è preso oggi? Ho preso le pillole? Si, ma queste non sono un debolezza porca troia, ma poi come cazzo pensavo di andarci a lavoro vestita così?>> esco dal bagno e lancio in aria i vestiti che avevo scelto prima e tiro fuori un Blazer nero una camicia bianca ed un paio di jeans neri, tra l'altro molto coordinanti tra loro, dall'armadio.

Ho gli occhi gonfi come due palline da golf, che metafora insensata, così prendo il primo paio di occhiali scuri che trovo e me li metto in faccia. Guardo l'orario sul telefono, dai non sono così in ritardo, infilo un paio di stivali col tacco ed esco.

Che tassisti di merda, questo si è già perso due volte <<Signore ecco è questa la strada... c'è l'abbiamo fatta alla fine!>> che falsa che sono <<Mi scusi ancora signorina e per questo non le faccio pagare il tempo che abbiamo impiegato nelle strade sbagliate... 45 $>> gli do la banconota da 50 me meriteresti zero per la prestazione

<<Mi scusi ancora signorina, l'avrò anche fatta arrivare in ritardo probabilmente>>

<<No no ma si figuri>> esco dalla macchina gialla e finalmente posso trascinare il mio badge per entrare.

Entrata in grande stile, ecco come la definisco la mia tipo a rallentatore come nei film con tutti che ti guardano e pensano "Come è bella quella" la sensazione di essere nettamente superiore è inebriante, non so se sto sparando cavolate perché sono mezza doppata ma mi sento una diva.

<<Hai finito di sfilare oppure vuoi lavorare per Armani ora?>> mi fermo di colpo <<Ma buon salve anche a lei dottor Adams, come sta?>> mi guarda storto, ti prego non dire nulla.

<<Ok Aria che hai preso?>>

<<Io ? Un bel niente ... sono pulita come un pesce! I pesci sono puliti?>> mi prende per un braccio <<Oh ma che fai?>> gli dico e mi trascina di peso nello spogliatoio femminile.

<<Dottor Adams non può entrare qua!>>

<<Dio santo, Taylor stai zitta un'attimo>> dice portandomi nella parte delle docce e aprendo la porta ad una delle stanze con la doccia <<Ma perché io non sapevo di questo posto?>> Mi toglie gli occhiali dalla faccia

<<Cazzo Aria, quante ne hai prese?>> che coglione, mi ha scoperto subito <<Ma di cosa stai parlando? Io sto benissimo>> sono lucida tanto quanto un drogato che si è appena fatto la sua dose, lo vedo aprire il rubinetto della doccia no ti prego non bagnarmi <<Lo faccio per aiutarti>> un guizzo di acqua fredda mi bagna il corpo 

<<Ma non potevi chiedermi di fare una doccia? Ora ho i vestiti tutti bagnati>> si asciuga le mani nel camice.

<<Tu avresti accettato?>> 

<<No>>

<<Ecco perché, ora stai li ferma non toccare niente che vado a prenderti un cambio di vestiti>>

Aw ma che ha oggi ? La mania dell'eroismo ? L'acqua è un po' troppo fredda ed io odio l'acqua fredda ... forse dovrei scaldarla, cerco di allungare il braccio per spostare la levetta dall'altra parte e riscaldare l'acqua ma non ci arrivo

<<Ti avevo detto di non toccare nulla>> dice con il suo accento

<<È bella l'Australia ?>>

<<Ma che cazzo centra ora l'Australia? Comunque si guarda, è meravigliosa... ma da cosa esattamente hai capito che sono australiano?>> in realtà si capisce da subito che sei Australiano ...bro.

<<Boh il tuo accento, ed hai la faccia da Surfista>>

<<Tieni asciugati e poi ti metti questa tuta, io ti aspetto fuori>> sbatto gli occhi pesanti, mi strizzo i capelli facendo uscire l'acqua in eccesso per poi pian piano togliermi tutti i vestiti bagnati e asciugandomi con l'asciugamano bianco dell'ospedale.

Ma di chi caspita era questa tuta? Felpa più corta di così non la potevano fare eh? Almeno è nera, unica consolazione. Mi rimetto gli stivaletti ed i calzini che fortunatamente non si erano bagnati e poi esco <<Che faccio con i vestiti bagnati?>>

<<Mettili in questa busta>> li butto dentro al sacchetto in plastica e poi vado dritta allo specchio <<Porca troia che aspetto di merda che ho>> se prima avevo gli occhi gonfi, ora ho delle occhiaie che persino la strega di Biancaneve mi invidia.

<<Se ci fosse qualcuna così gentile da prestarmi un correttore anzi un intera trousse di make up sarebbe perfetto>> dico facendo gli occhi dolci

<<È così necessario?>>

<<Se non lo fosse lo chiederei?>> chissà di chi era questa tuta, porella.

Torna con una trousse in mano <<E tu questa a chi l'hai rubata?>> gli chiedo mentre la apro, uhm che perfettina ad avere solo prodotti della Mac, ne approfitto.

<<Sei pronta? Dio santo sei davanti a quello specchio da esattamente diciassette minuti, non credo ci voglia tutto sto tempo per spalmarsi una crema in viso>>

<<Abbi pazienza la bellezza non si ottiene in 17 minuti e poi tu di cosa ti lamenti, sei anche seduto>>

<<Ho capito ma tu ti rendi conto che tra mezz'ora iniziamo? Dovresti essere già pronta>> metto un ultimo strato di rossetto <<Ok ci sono, ci sono, calmo! Tieni dai la borsetta alla legittima proprietaria>> dico per poi seguirlo verso gli armadietti dallo zero in poi, ne apre uno e mette dentro la trousse e poi richiuderlo

<<Prendi le tue cose dai>> apro il mio armadietto 994 che ha bisogno assolutamente di una rivalutazione estetica, e così anche come ogni cosa che ho, tiro fuori il camice, le altre cose e richiudo l'armadietto.

Usciamo dallo spogliatoio ormai vuoto ed io mi pongo il quesito esistenziale <<Esattamente di chi era quell'armadietto?>>

<<Ciao amore!>>

Si però: che sfiga ho?

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