𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝐝𝐢𝐜𝐢𝐚𝐧𝐧𝐨𝐯𝐞𝐬𝐢𝐦𝐨 || 𝐘𝐨𝐮𝐫𝐬𝐞𝐥𝐟

93 36 38
                                    

Esco dalla sala e trovo mio padre e Jackson aspettare seduti ma che nel vedermi arrivare si alzano subito <<Allora? Com'è andata?>> mi sento un po' fuori dal mondo, come se non fossi veramente lì ma in un altro posto 

<<Aria?>> ritorno alla realtà crudele in un battito di ciglia.

<<Oh, ehm, alla grande suppongo>>mio padre annuisce. 

<<Allora è andata proprio bene!>> Mi guardo in giro <<Dov'è Elizabeth? Avrei proprio bisogno di quel caffè>> mi siedo sulla sedia di peso, ora come ora mi sento come se non avessi un pizzico di forza in alcun punto del corpo <<Aria? Aria? Mi senti?>> mi guardo in giro <<Ha un calo di zuccheri, Jackson vai a prenderle seriamente un caffè>> Mi tocco la testa sudata e cerco di pensare lucidamente.

<<Sto bene, tranquilli, tra qualche minuto starò meglio, mi succede spesso>> mi appoggio sui gomiti <<Vedrai che ora arriva presto il tuo caffè>> annuisco, mi sento la testa girare come se fosse dentro ad una Lavatrice.

Poco dopo sento qualcuno parlarmi <<Ecco tieni>> dice Jackson porgendomi la tazza in plastica di Starbucks e Ian me la porta alle labbra <<Su dai un goccio>> bevo un sorso e mi viene da vomitare <<Ci hai messo lo zucchero! Odio lo zucchero nel caffè>>

<<Lo so Aria, ma se hai un calo di zuccheri hai bisogno di zuccheri quindi devi prendere il caffè zuccherato, su dai fai uno sforzo>> alzo gli occhi al cielo e bevo un'altro sorso <<Basta basta... non c'è la faccio, è disgustoso>> deglutisco l'ultimo sorso e mi sento già meglio.

<<Hai trovato Elizabeth?>> gli chiedo ma fa di no con la testa 

<<Non era da Starbucks, e non ho idea di dove possa essere>> tengo il bicchiere tra le mani per scaldarle <<Vai da lei>> dico riferendomi a Jackson, che però fa di no con la testa <<No. Lei se la può cavare da sola, tu, tu stai male ed hai un'esame da dare tra un'ora>> sorrido senza guardarlo.

<<Ehm Jackson potresti andarmi a prendere un pacchetto di fazzoletti? Sono in macchina tieni le chiavi>> annuisce ed esce, okay uno in meno grazie papà di averlo buttato fuori.

<<Tu sei sicura che...>> guardo male Ian <<Scherzi vero?>>

<<Sta con tua sorella>>

<<Lo so benissimo che sono fidanzati e a me non interessa>>

<<Non credo sia lo stesso per lui però>>

<<Cosa te lo fa pensare?>>

<<Il fatto che ti ha dato la giacca? Che non è andato a cercare Elizabeth? Che mi ha obbedito anche se in macchina non c'è nessun pacco di fazzoletti? Aria, sarò pure più grande di te e avrò tradito molte persone ma cazzo se la riconosco una persona innamorata e quel ragazzo lo è di te>>

<<Secondo me ti stai inventando tutto, primo perché lo odio con tutta me stessa e non venirmi a dire la cazzata del "eh ma tra amore e odio c'è una linea sottile" fammi il piacere di risparmiartelo perché non è vero... nella mia testa sono ben divise le cose>> alza le spalle 

<<Se lo dici tu>> fa come per andarsene ma gli trattengo la manica <<Dove vai? E non dire nulla a nessuno>>

<<Ma figurati se mi vado ad intromettere nelle vostre vite amorose, solo che è la prima volta che parliamo di questo argomento>> si siede di nuova nella sedia alla mia destra.

Poco dopo eccolo ritornare, certo che ha proprio la faccia da cretino.
<<Signor Carter non ho trovato alcun pacchetto di fazzoletti lo avrà lasciato da qualche altra parte...>> 

SufferWhere stories live. Discover now