Capitolo 3

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Eccomi finalmente a casa, durante il tragitto fortunatamente sono riuscita a calmarmi, perciò ora mi sento almeno un pochino meglio.

Le canzoni dei ragazzi hanno aiutato moltissimo... in quel momento sentire le loro voci, soprattutto quella di mio fratello,è stato molto incoraggiante, mi hanno ricordato che a questo mondo forse c'è ancora un briciolo di speranza per me.

Entro in casa e sfortunatamente noto la presenza di mio padre.
Lattine di birra vuote sparse ovunque, puzza incredibile di fumo e disordine assoluto.

<<Papà sono a casa!>>

<<Finalmente sei arrivata... Quante volte ti ho detto che devi restare a casa a quest'ora....È?!
È quasi ora di pranzo e io non vedo nulla vicino ai fornelli... Vuoi muoverti?!>>
Dice sbattendo una mano sul tavolino provocando un rumore assordante.

Cammina barcollando reggendosi a malapena in piedi.
Mentre mi urla violentemente addosso, si avvicina a me e sinceramente questo mi sta iniziando veramente a mettere paura... Non sembra lui.

Sono ancora nell'atrio.. Da quando sono arrivata non mi sono mossa di un centimetro.
Dopo qualche secondo la sua imponente figura si trova davanti ai miei occhi... rimane ferma immobile, e nella casa nasce in un inquietante silenzio.

Mentre apro bocca per cercare di aprire un dialogo civile sento un forte bruciore alla guancia sinistra.
Un forte schiaffo mi fa girare completamente la testa di lato e la pelle inizia a bruciare dal dolore.

Alzo lo sguardo impaurita più che mai e guardo scioccata mio padre negli occhi... Può farmi di tutto, mettermi paura, picchiarmi, urlarmi contro, ma mai e dico mai abbasserò la testa, soprattutto davanti a certe persone.

<<Allora ragazzina tu forse non hai capito come andranno d'ora in poi le cose. >>
Mentre parla il suo alito forte mi fa intuire che sia completamente ubriaco fradicio.

<<Se io dico una cosa tu la fai, senza contestare.
E ficcati bene in quella testa che ti ritrovi, che mai ti farò diventare come tuo fratello.>>

Si allontana da me ed inizia a camminare avanti ed indietro, cercando di non inciampare nei suoi piedi.

<<Tu resterai qui, con me per sempre... Ho sbagliato una volta e stai sicura che non lo farò di nuovo.
Guarda tuo fratello, guarda... >>

Mentre parla ha un tono di completo disprezzo e disgusto.

Si avvicina alla televisione dove sta andando in onda una loro pubblicità, e lo indica.

<<Se ne è andato, ci ha abbandonato, ora fa la bella vita e si è scordato della famiglia.
Lui doveva rimanere qui. Non mi importa dei suoi stupidi sogni. >>

Quello è stato il momento, la goccia che ha fatto traboccare il vaso.
Può fare di tutto ma non può scaricare le sue responsabilità e le sue mancanze su mio fratello.

<<E invece dovresti... >>

Ora inizierò a parlare e non mi importa di quello che uscirà dalla mia bocca voglio solo sfogarmi.

Alza gli occhi iniettati di rabbia verso di me e con 2 falcate mi raggiunge di nuovo.

<<Prova a continuare se hai il coraggio.>>

Continuo eccome, sono stata zitta per troppo tempo.
<<Tu-dico indicandogli il petto con un dito-dovresti interessarti dei tuoi figli, delle loro passioni, dei loro sentimenti... E invece no! No, tu non lo fai e non lo hai mai fatto.>>

Sto urlando, dentro di me sento l'adrenalina percorrermi tutta la spina dorsale, dai piedi fino al collo.
Mi sto finalmente liberando da quel peso opprimente che fino a quel momento stava pressando la mia anima.

-You Saved Me-One direction, Harry Styles Where stories live. Discover now