5 - Il thé del Teide

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30 Settembre 2002 (Seconda Parte)

L'effetto del thé del Teide era decisamente prodigioso e, con una sicurezza non mia, ignorai le continue provocazioni della Lupa che sedeva irriverentemente sulla poltrona del Lupo Bianco.

Guardai le fiamme scoppiettanti nel camino e sentii il calore attraversarmi con forza, tanto che presi fastidiosamente a sudare e, non volendo darlo a vedere, presi a parlare chiedendo alla Lupa nuovamente: - Cosa vi porta qui? -

La donna dai capelli rossi sorrise, un sorriso finto quanto il mio precedente: - Una visita di cortesia, se si può dire così.- Poi prese ad inspirare l'aria con energia ed aggiunse:- Il Lupo Bianco non è qui da tempo, lo sento dall'aria... perchè manca ai suoi compiti? -

- Non manca a nessuno dei suoi compiti, il branco è al sicuro ora. Questa primavera ha sconfitto e punito i traditori.- feci con sicurezza.

- Già... mi è stato riferito di quel Neri....avrei voluto vederlo prima che morisse. Le voci dicono che è dovuto intervenire uno dei servi del Teide per abbatterlo. - continuò lei, continuando a guardarsi attorno curiosa.

Sottolineo con sdegno la parola "servi" ma nonostante questo Pablo non se la prese, fece un passo avanti e la donna con un cenno della mano gli diede il permesso di parlare.
- Se posso intromettermi, sono io il Maestro del Fuoco che è intervenuto. - fece Pablo con sicurezza.

Un ghigno divertito e famelico comparve sul suo volto: - Puzzi di cenere vulcanica da chilometri di distanza. Cosa fai ancora qui? Credevo non aveste branco ...-

Benché quello avesse tutta l'aria di un insulto, Pablo non se la prese: - Devo finire alcune cose...-

Lo sguardo della Lupa tornò su di me e questa volta si soffermò sul ciondolo che portavo al collo:- Se come dici il Lupo Bianco non manca ai suoi compiti verso il branco che mi dici di quelli verso la Dea?-

Il mio sguardo confuso dovette essere eloquente perché lei sorrise come se avesse appena trovato una crepa nella nostra facciata. Io non capivo: di quali compiti verso la Dea stava parlando? Con gli altri avevamo chiarito che l'importante era dimostrare che il Branco della Neve fosse al sicuro e fedele all'erede dei De Leonibus e a me, come Compagna, cos'altro voleva quella donna?

Le sue parole giunsero velenose ed inquietanti:- Chi difende il Santuario in questo momento? Chi si assicura che predatori o...- il suo sguardo tornò un secondo sul Maestro- ...servi di strane entità non tentino di violarlo, di rubarne i tesori? -

Non so se per il calore del camino o per l'ansia, mi sentii improvvisamente accaldata. Non era una delle domande per cui mi ero preparata con Cristian, nessuno di noi aveva pensato che la conversazione sarebbe volta attorno al Santuario e a come difenderlo. Non sapevo nemmeno  fosse uno dei compiti di Stefano, credevo fosse semplicemente inespugnabile eccetto per il Lupo Bianco e la sua Compagna.

Sentii la fame d'aria colpirmi all'improvviso, come di fronte ad un'interrogazione per cui non si è preparati e, mentre mi toglievo la pesante pelliccia d'orso che Cristian mi aveva costretta ad indossare, mormorai:- Io...-

Una risata agghiacciante attraversò l'aria:- Tu? È uno scherzo?-

La sua voce, il camino e quel dannato intruglio nello stomaco mi fecero agitare ancor di piu, sentivo il calore attraversarmi e, temendo di svenire da un momento all'altro, mi tolsi anche il maglione, giusto per prendere tempo per rispondere. Un sospetto mi balenò nella testa in quel momento, forse avevamo tutti preso un abbaglio. Forse non era il ruolo di Stefano o il Branco della Neve ad interessarle, non era per questioni di potere che si trovava lì, forse l'unica cosa che le interessava era il Santuario e i tesori che conteneva. 

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