40 - Codarda

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26 Ottobre 2002 (Prima Parte)

Quel sabato mattina fummo svegliate da Marco, che chiacchierava allegramente con la signora Mariuccia in cucina, prendendo in giro Serena. Scendemmo giù sia io che Beatrice e sui nostri volti era dipinto un severo mal di testa.

-Che avete combinato?- chiese confuso il biondino.

-Cose tra ragazze.- mormorò Beatrice e aggiunse, vedendo la signora Mariuccia allontanarsi per andare al piano di sopra:- Qualche novità dalle tue ricerche?-

Lui scosse la testa pensieroso:- La Fucina è "off-limits", il nonno è chiuso lì dentro da ieri e non vuol essere disturbato, dice che sta lavorando per Stregoria.-

Beatrice a quelle parole alzò le spalle e afferrò una fetta della crostata che era sul tavolino della cucina:- Per quanto mi riguarda può pure restarci.-

Marco sospirò preoccupato:- Se davvero sta lavorando, vuol dire che l'arrivo dell'Alto Consiglio è vicino: dovreste tornare a casa prima che cominci.-

La biondina commentò:- Ora concordi con Stefano? Pensavo ci saremmo fermati tutti fino a Stregoria.-

Lui scosse subito la testa:- Sinceramente non vorrei vi trovaste in un paesino che pullula di Stregoni.-

- Nessuno dovrebbe restare qui, eccetto tu e Serena.- commentai tristemente.

- Fidati che quest'oggi cercheremo di convincere pure lui ad andarsene...- disse il giovane stregone guardando la sua apprendista, che intrecciava le dita tra i capelli sovrappensiero.

- Speriamo gli torni un po' di sale in zucca.- commentò Beatrice.

Marco sorrise e guardando con apprensione sua sorella mormorò:- Andiamo a cercarlo subito, voi per favore non mettetevi nei guai, d'accordo Bea?-

La biondina fece schioccare la lingua divertita e poi mi guardò:- Ce ne andremo a sgranchirci le gambe ai laghetti, visto che finalmente ha smesso di piovere.-

Io le sorrisi e, una volta salutati Marco e Serena, presi la giacca e la borsa seguendo Beatrice tra i vicoli pensierosa. Un po' il mal di testa, un po' il mio umore ancora nero, non parlai molto ed in silenzio raggiungemmo quelle piccole pozze d'acqua limpida in mezzo al bosco.

La voce della giovane lupa mi colpì senza preavviso:- Non ti offendi vero se faccio un tuffo? Ho proprio bisogno di distrarmi.-

Io scossi la testa, mentre la guardavo abbandonare i vestiti: la capivo benissimo. Fossi stata un licantropo resistente alle acque gelide di fine ottobre anche io mi sarei immersa in quei laghetti per tentare di non pensare ai miei drammi. Purtroppo ero una semplice umana spaurita in un mondo misterioso, perciò rassegnata mi sedetti su un sasso rigirando tra le mani il diario di Sibilla.

Chissà se nel periodo che aveva trascorso qui, lontana da Fabrizio era rimasta anche lei a passeggiare tra questi laghi, chissà cosa l'aveva portata a tornare dal lui in quell'inverno. Chissà se anche lei, con la lontananza, aveva sentito il legame indebolirsi. Erano tante le cose che avrei voluto sapere da una Compagna di un Lupo, eppure non ne avevo avuto occasione, qualcuna c'era nel branco della Neve, ma un po' per riverenza nei confronti del Lupo Bianco, un po' per diffidenza non avevo legato con nessuna di quelle donne. Era in quei momenti che pensavo con nostalgia a Fedora e alle sue lezioni pungenti.

- Non volevo scappare l'altro giorno col nonno...-

La voce di Beatrice mi riscosse dai miei pensieri e mi voltai vedendola immersa nelle acque con dell'intimo sportivo, non pativa nè il freddo nè il vento. Forse incoraggiata dal mio silenzio continuò fissando l'acqua:- So che dovevo insistere su Sibilla, ma ero così furiosa...-

- Non devi giustificarti di nulla...Mi spiace che i rapporti tra voi siano cambiati così tanto.- feci comprensiva.

La sua voce sembrava intrisa di delusione: - A me spiace restarci ancora male quando non mi considera... credevo di averla superata.-

Io la guardai confusa e lei sospirò:- La verità è che il suo volto deluso per la prova lo ricordo benissimo...e non voglio vederlo nuovamente impallidire, non lo sopporterei.-


Strinsi i pugni, furiosa per come suo nonno aveva gestito l'intera faccenda. Non riuscivo a sopportare che quell'uomo fosse così meschino da considerarla diversamente solo perchè non riusciva ad utilizzare il Potere, come tolleravo a fatica il suo ruolo in quel dannato diario, dove era perennemente un ostacolo ai desideri di Sibilla.

- Tu vali molto di più di quello che crede lui, non devi pensare nemmeno per un secondo di valere meno di Marco o di lui.- feci indispettita:- Sei la ragazza più coraggiosa che conosco.-

Lei accennò un sorriso amaro:- Se lo fossi veramente glielo avrei detto, glielo avrei sbattuto in faccia cosa sono realmente: mi sarei trasformata d'innanzi a lui.-

Feci per parlare, ma lei si alzò e con un balzo si tuffò nel lago, sparendo sotto la superficie. Beatrice era sicuramente una ragazza intrepida, la codarda ero io piuttosto che avendo letto le pagine di quel dannato diario e non avevo avuto il coraggio di andare da Furio Botina e affrontarlo. Un lato di me si giustificava dicendo che se Marco e Bea non si erano aperti, non avevo il diritto di confessare la loro storia, ma la verità era che ero spaventata dalle sue parole: " Fidati Compagna se ti dico che non è cosa buona affrontarmi".


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