41 - Un po' bugiardo

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26 Ottobre 2002 (Seconda Parte)

Ero immersa nei miei pensieri quando sentii un frusciare tra le foglie lungo il sentiero, e voltandomi vidi una figura maschile tra la boscaglia dirigersi decisa verso di me. Il mio cuore cominciò ad accelerare nel petto ed io mi irrigidii.

- Alice!-

Stefano non parlò, la sua voce rimbombò furiosa nella mia testa mentre camminava con indosso dei jeans e una maglietta leggera, incurante del vento. Mi voltai nervosa fuggendo a quei suoi occhi che mi fissavano come ambra incandescente e scrutai le acque in cerca di Beatrice, ma sembrava scomparsa, come se dopo quel tuffo ne avesse approfittato per dare sfogo alla sua vera natura nel bosco.

- Ti avevo chiesto di andartene...- 

Il suo tono rabbioso mi raggiunse alle spalle ed io arretrai sulla riva, decisa ad allontanarmi da lui che era la causa dello sfarfallio nel mio petto.

-...ed ero stato molto chiaro.- concluse guardandomi severamente con i muscoli tesi, come per tentare di controllarsi. 

Lo fissai per un istante e dovetti ammettere che, nonostante il suo fisico fosse cambiato, consumato da quello strano potere, restava decisamente troppo attraente ai miei occhi. Il suo profumo mi avvolse ed io feci un ulteriore passo indietro temendo che quella vicinanza potesse quietare la rabbia: -L'ultima volta che ho controllato non ero un lupo ai tuoi ordini.-

Un bagliore di sfida sembrò illuminare i suoi occhi e annullando la distanza tra di noi ribattè con voce roca: - Qui sei in pericolo...-

- Io sono in pericolo ovunque da quando ti conosco, non mi sale nemmeno più l'ansia per questa cosa. - feci seccata tenendogli testa: - Quindi se sei qui per avvisarmi tranquillo...puoi tornare a giocare col fuoco.- Lo sorpassai decisa a lasciare quel posto e presi ad incamminarmi sulle rocce al limitare dell'acqua, per tornare sul sentiero da dove era venuto.

-Razza di ... e sarei io quello strafottente?- sbottò furibondo incapace di staccarmi gli occhi di dosso.

Mi fermai su una pietra un po' più grande delle altre a strapiombo sul lago e mi voltai a guardarlo incuriosita da quelle parole. Nuovamente ridusse la distanza che ci separava con un scatto che a malapena percepii, come se fosse impossibile per lui non invadere il mio spazio personale.

 - Non fare finta di non capire...-

- Come?- feci confusa, non ricordando in quale occasione lo avessi giustamente etichettato in quel modo.

Un sorriso sfacciato comparve sul suo volto a pochi centimetri dal mio: - Hai sentito bene! Quello strafottente, presuntuoso, opprimente, autoritario e...cos'altro?-

Io sbiancai nel sentirlo elencare le cose che ci eravamo dette la sera precedente con Serena e Beatrice, ma lui continuò imperterrito: - ... ah sì fottutamente geloso! Su questo non ti do torto, anche se non mi sembra di aver spaccato la faccia a Potter che ti porta in vacanza dal suo nonnino.-

Non so se per le sue parole o per la sua vicinanza, fatto sta che sentii le gambe farsi sempre più tremolanti e domandai nervosa: - Come hai fatto a...-

Un ghigno comparve sul suo volto, come se una parte di lui fosse divertita da quello che aveva appreso:- Credi che non sappia mettere alle strette una ragazzina come Serena? Lei e Potter questa mattina mi hanno esposto abbondantemente la loro avversione per le mie ultime azioni.-

Il mio cervello realizzò in quell'istante il significato di quelle parole e ormai imbarazzata, desiderosa solo di allontanarmi da lui, feci per incamminarmi ma il suo petto si parò davanti a me, impedendomelo.

Wizard - The W seriesWhere stories live. Discover now