37 - Nonno e nipote

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25 Ottobre 2002 (Seconda Parte)

Sotto la pioggia che non accennava a fermarsi ci dirigemmo verso Ca' Botina. Beatrice aprì l'ambio portone in legno con le chiavi ed entrando dichiarò:- Il nonno non è ancora rientrato, sarà ancora al bar a giocare a carte...-

Io annuii e pensando a tutto quello che stava succedendo, a quello che lei e Marco stavano facendo e avevano sempre fatto per me, mormorai: - Grazie Bea che mi aiuti.-

Lei si voltò un po' stupita:- Funziona così tra amiche, no?- ed aggiunse indicandomi il piano di sopra:- Se vuoi approfittare di questo tempo per caricare il telefono...non sopporto mio fratello quando da di matto.-

Io le sorrisi, infinitamente grata:- Grazie Bea...Farei anche una doccia se posso.-

- Meglio ancora, più focacce in cucina per me...- ridacchiò lei e detto ciò si allontanò verso la cucina.

Io salii sollevata le scale. Un bagno caldo era proprio ciò che desideravo dopo la giornata di ieri sotto l'acqua e ancora dopo l'ultima uscita in mezzo alla pioggia.

In poco tempo mi svestii e appena la doccia sprigionò i suoi vapori mi persi nei miei pensieri. Beatrice era davvero un'amica, anche se era più piccola di qualche anno, aveva sempre dimostrato una maturità impressionante e nonostante i primi tempi non le stessi molto simpatica, da quando era morta Fedora, avevamo legato molto. Forse perchè eravamo le due uniche giovani ragazze del branco, forse perchè era una splendida persona, come suo fratello. Era nata una bella amicizia e mi ritrovai a pensare a come era sempre stata una spalla e una confidente anche per Stefano, per cui capivo il suo smarrimento dopo averlo incontrato. Lei gli voleva bene davvero e mi rifiutavo di credere che fosse solo perchè facesse parte del Branco della Neve. Ero sempre convinta che il lato razionale di ciascuno di noi potesse convivere quello istintivo, motivo per il quale credevo fermamente alle parole di Stefano: il mio Compagno non c'era più o più probabilmente Stefano non voleva più seguire quel suo lato e io dovevo farmene una ragione. 

L'acqua che scendeva fluida sul mio viso, allontanava lo smarrimento, ma non il dolore. Amavo Stefano e quella sua scelta mi feriva, quel suo modo di allontanarsi mi aveva ferito, ma ero certa che non appena sicura che Stefano stesse bene, mi sarei costruita un'altra vita lontano da quelle montagne.

Quest'ultimo pensiero mi riportò ai due stregoni che lo stavano cercando in quel momento. Cosa nascondevano Marco e Serena? Ero certa ci fosse un motivo più che valido per portarli ad uscire insieme nella pioggia per cercarlo, ma non sapevo ipotizzare quale. Possibile ci fosse qualcosa riguardo al Potere o alle loro visioni che volevano tenerci nascosto? Sospirai affranta, sperando che davvero riuscissero a farlo ragionare o quanto meno convincerlo a tornare tra le montagne.

Uscii dalla doccia, rapidamente mi asciugai e scesi per raggiungere Beatrice, quando sentii la voce di Furio Botina in cucina. Mi nascosi provando a guardare dalla scala senza farmi scoprire.

-...questa è la quinta? Non starai male con tutte queste focacce?-

Bea sorrise e dichiarò:- Mi servono per crescere!- 

Lui rise e pensieroso commentò:- Già...sei cresciuta davvero tanto.-

La giovane lupa annuì:- Beh nonno se ci pensi... è da tanto tempo che non venivamo a trovarti.-

-Già.- mormorò lui pensieroso, sedendosi al tavolo con lei:- L'ultima volta che ci siamo visti è stata...-

- Il funerale di papà.- rispose subito la biondina con un velo di tristezza.

Lui annuì, versandosi un sorso d'acqua nel bicchiere:- Già...mi ricordo. Tanto tempo davvero.-

Beatrice afferrò l'ultima focaccia, fece per morderla ma poi desistette e mormorò:- Nonno, venire qua di nuovo mi ha fatto pensare...cos'è successo alla zia Sibi?-

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