44 - Cipressa

450 42 11
                                    

27 Ottobre 2002 (Prima Parte)

Quel pomeriggio lo aspettavo al bar all'entrata del paese, nervosa. Decisamente non sapevo cosa aspettarmi da quell'incontro e se da un lato ero preoccupata, dall'altro una parte di me fremeva per ritrovarsi nuovamente sola con lui. Ero stata indecisa perfino su cosa indossare per quello strano pomeriggio e alla fine avevo scelto dei semplici jeans e un top che si legava con un fiocco sotto il seno. 

Stefano arrivò puntuale con la sua moto e con la sua familiare giacca in pelle. Si fermò d'innanzi a me salutandomi sorridente. Sembrava più sereno del giorno prima: l'unica nota stonata era una fasciatura che era comparsa sulla sua mano sinistra, la stessa con cui mi porse una rosa rossa.  A quella vista alzai un sopracciglio, preoccupata che si fosse fatto male nuovamente con le sue nuove abilità: - Cos'hai fatto? Perchè una rosa?-

Lui sorrise divertito: - E' per te. Te ne avrei prese di più, ma hai un appuntamento con un ragazzo che scioglie il metallo e non con uno che lo trasforma in oro.-

Io arrossii imbarazzata, accettando il fiore:- Grazie, non intendevo ... -

Lui scoppiò a ridere:- So cosa intendevi...ieri ho "giocato un po' col fuoco", come dici tu. E' tutto a posto, sto bene. Ora che sei vicina il mio lupo è più forte e guarisco più in fretta. -

Mi appuntai nella mente quell'informazione. Effettivamente mi ero stupita quando nella torre lo avevo visto coperto di bende, lui che in genere guariva in poche ore, ma dovetti ammettere che non erano state quelle le parole che avevano catturato di più la mia attenzione, e non riuscendo a trattenermi domandai:- Hai detto un appuntamento? - 

Lui mi porse il casco con un ghigno:- Visto il nostro recente scambio di opinioni,  sto provando ad utilizzare le parole corrette...- In quel momento rievocai la nostra litigata e compresi che mi aveva preso alla lettera. 

-...e a fare le cose in modo corretto. - continuò lui divertito:- Anche perchè diciamo che romantico solo "a volte" non mi sta bene.-

Mi misi il casco indispettita da quella provocazione, visto che stava nuovamente citando le confidenze che avevo fatto a Serena e salendo dietro di lui domandai:- Dove andiamo?-

- Tu non preoccuparti e goditi il viaggio.-rispose accendendo la moto.

- Stefano...- lo avvertii temendo per un'istante volesse davvero riportarmi a Limes.

- In un posto bellissimo a meno di un'ora da qui. - 

Decisa a fidarmi portai le mani sulla sua schiena e come sempre non ci fu bisogno che mi dicesse di tenermi, poiché appena accelerò mi strinsi a lui senza pensieri. Il paesaggio scorreva fluido sotto di noi, percorremmo la strada tra quelle montagne rigogliose, con le foglie che sembravano tingersi di giallo. Scendemmo giù fino al mare, sfrecciando a poca distanza dalle onde, godendo del profumo del sale e poi risalimmo su per una strada inerpicata piena di curve che dava come direzione Cipressa.

Giungemmo ad uno spiazzo con un prato e una vecchia torre, che sembrava di dominare l'intera costa, l'intero mare. Alcune persone erano radunate in un piccolo anfiteatro dove un uomo con una chitarra suonava vecchie canzoni. Stefano non badò a loro, spense la moto e mi aiutò a scendere, prendendomi per mano premurosamente: -Tutto bene?-

Io annuii osservando meravigliata il panorama che si stagliava al tramonto d'innanzi a noi. Il mare attorno a noi immenso aveva cominciato a tingersi dei colori del tramonto del cielo. Sembrava un luogo davvero magico.

- Venivo qui quando mi mancavi troppo.- disse d'un tratto fissando la distesa d'acqua di fronte a noi. Io mi voltai a guardarlo, il sole gli baciava il viso rendendo le sue iridi fulgide. Si era rasato la barba, lasciando solo un accenno di pizzetto, che gli donava un'aria misteriosa.

Wizard - The W seriesWhere stories live. Discover now