17 - Maialino da tartufo - S.B. (4)

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12 Ottobre 2002 (Terza Parte)

Sollevai lo sguardo dal taccuino giusto qualche minuto, il sole alto era insolitamente caldo, tanto che decisi di togliermi la felpa, restando con la canotta, sotto cui si intravedeva leggermente il tatuaggio scuro sulla mia spalla. Beatrice non era ancora tornata, non era passata neanche un'ora da che si era tuffata ed ero certa che si sarebbe presa tutto il tempo necessario per "sgranchirsi le zampe", così ripresi a leggere indisturbata il diario di Sibilla.

Benchè alla fine nè lei nè Valerio vennero puniti per la storia della fontana purtroppo le sue sventure non ebbero fine. Quella ragazza, Veronica, e il suo gruppo di amici l'avevano proprio presa di mira e continuarono a bullizzarla. Sibilla d'altro canto, dopo l'episodio della lettera del professore, era diventata come impassibile nel tentativo di controllare il suo potere, tanto che quegli attacchi che le scivolavano addosso da verbali divennero sempre più fisici, nel tentativo di sortire una sua reazione. Per tale motivo spesso si isolava sulla terrazza sopra la scuola a scrivere, leggere o ascoltare musica. Suo fratello Valerio sembrava non prestare attenzione a quelle angherie e se lei si lamentava la sua risposta era sempre: "Sei tu che sei voluta venire a scuola".

A leggere di quello strano rapporto non potevo fare a meno di paragonare Valerio e Sibilla, a Marco e Beatrice, quanto invece era sempre stato protettivo e attento, Marco, nei confronti della sorellina? Quanto si era sempre sentito legato, tanto da accettare la sua natura di lupo e il suo legame con il branco della Neve? Com'era possibile che lo stesso padre che aveva cresciuto con quei valori il mio migliore amico, potesse essere stato così distaccato dalla sorella e così insensibile alle sue sofferenze?

In quel momento mi tornarono in mente le parole con cui Fedora aveva accennato a Valerio, l'assassino di suo marito: "Ci sono molte cose che i genitori non dicono ai figli, alcune per proteggerli da un passato doloroso, altre per celare errori di cui ci vergogniamo."

E se fosse stato vero che Valerio si vergognava per come aveva trattato la sorella? Se con Marco e Beatrice avesse cercato di costruire un altro tipo di rapporto per rimediare al suo? Non avrei mai potuto saperlo.

"1 Dicembre 1966

Oggi a scuola sono finita in punizione, ho sbottato con Veronica platealmente e il professor Viro mi ha sentita. - Da lei signorina Botina proprio non me l'aspettavo.- ha commentato mentre aggiungeva due ore al mio orario del pomeriggio, per riordinare la biblioteca della scuola.

La cosa assurda è che non ero l'unica in punizione. Arrivata nell'aula ho avuto un mezzo infarto vedendo il "principe" delle Bestie, seduto sul tavolo a fumare.

- Che cosa ci fai tu qui?!- ha esordito rabbioso vedendomi.

-Sono in punizione oggi pomeriggio...Devo riordinare i libri.-

- Cos'hai fatto? Volato su una scopa?- ha provato a scherzare.

- Ho avuto parole con la De Amicis. Tu cosa hai fatto?-

Lui ha sorriso diabolicamente: - Mi sono mangiato cappuccetto rosso.-

-Ah...Ah.- ho ribattuto sarcastica dirigendomi verso la pila di cartoni pieni di libri, ancora da sistemare in ordine alfabetico. Tentando di ignorare il suo sguardo su di me e la puzza di fumo che permeava la stanza ho sistemato diversi cartoni, fin quando stanca gli ho detto: - Nemmeno fai finta di aiutarmi? -

- Non mi mischio con certa gente...- ha ribattuto lui con strafottenza.

Tentando di non dare in escandescenza gli ho fatto notare che ci avremmo messo molto meno tempo se lui mi avesse aiutato. -...Così saresti finalmente libero dalla mia presenza.- e forse davvero l'idea di starmi lontano gli andava a genio o forse era piuttosto la possibilità di uscire prima, fatto sta che, terminata quella sua dannata sigaretta, si è avvicinato e si è tolto il maglione, restando con una canotta e tutti i suoi muscoli in bella vista.

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