42 - Libero arbitrio

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26 Ottobre 2002 (Terza Parte)

- Sono qui per interrogare l'Alto Consiglio che si riunirà a Stregoria.-

Un brivido di terrore mi travolse, più forte del dolore che mi scuoteva le meningi e lo guardai sconvolta:- Cosa?! Sei impazzito?!-

Lui riaprì le palpebre, l'oscurità nel suo sguardo aveva lasciato spazio alle sue iridi ambrate che mi fissavano evidentemente seccate per quella confidenza. - A quanto pare il mio lupo decisamente, ma io non ti dirò una parola di più. Ora vieni...- fece stringendo nuovamente il mio braccio e provando a trascinarmi lungo il sentiero, pentito di aver parlato.

Io arretrai di un passo, sconvolta:- Non me ne vado finchè non mi spieghi.- 

Stefano si passo una mano trai i capelli, in un gesto di frustrazione che ben conoscevo e che a quanto pareva gli era rimasto nonostante li avesse accorciati: - Non puoi semplicemente fidarti di me? -

- Fidarmi di te?- sbottai seccata - Ti ricordo che sei sparito per mesi senza dirmi nulla, che mi hai rinfacciato che le cose tra noi sono cambiate e che hai appena ammesso di essere un bugiardo.-

Lui sbuffò evidentemente seccato per quelle accuse:- Mi hai preso in contropiede l'altro giorno, volevo solo darti una motivazione per andartene di qua.- E d'un tratto i suoi occhi si tinsero nuovamente di nero e la sua voce nella mia testa rimbombò infastidita:- E' evidente che non è cambiato nulla, sei tu che scappi da me.-

- Io non sto scappando! Sto cercando di far valere il mio libero arbitrio: non puoi costringermi ad andarmene!- 

- Lasciarti baciare interferirebbe col tuo libero arbitrio?- 

La sua voce nella mia testa era decisamente seccata per quel bacio che gli avevo negato ed io arrossi boccheggiando:- Non...non giocare con me! Non mi interessa cosa dice il tuo lupo ora...è troppo facile così. Io non posso fidarmi solo di lui: le tue parole hanno un peso, le tue azioni hanno un peso!  -

Sospirò seccato e io suoi occhi tornarono a tingersi del colore dell'ambra: -Forse ho detto le cose sbagliate, ma l'ho fatto per te...volevo fossi al sicuro. -

Mi fermai voltandomi:- Non suonano abbastanza bene per essere delle scuse.-

- Perché non lo sono! E non me ne frega un cazzo se vai a lamentarti che sono anche orgoglioso, non intendo scusarmi per aver pensato unicamente alla tua sicurezza in questi mesi!- sbraitò nervoso.

-Alla mia sicurezza?! Solo questo ti importa, ai miei sentimenti ci hai pensato? A come sarei stata in pensiero senza sentirti, a come lo sono ora sapendo che rischi di venir ammazzato?- sibilai puntandogli il dito contro il petto. 

Stefano apri la bocca per parlare ma la richiuse decisamente sorpreso ed io ne approfittai: - Forse è da qui che devono partire le tue scuse.-

La sua mano catturó la mia e come se avesse ritrovato il fiato ribattè:- Non ho pensato nemmeno ai miei di sentimenti, ero troppo... spaventato e l'unica sera che ho ceduto, che ti ho chiamata, eri in un cazzo di locale a divertirti.-

- Beh potevi far più di una chiamata per assicurarti di come stessi...è stato orribile.- ribattei incapace di trattenere gli occhi lucidi.

Non so se fosse perchè la mia voce si era incrinata, fatto sta che a quelle parole mi abbracciò ed io sentii gli argini del mio dolore farsi sempre più fragili. Avevo immensamente desiderato quel contatto, quella sicurezza e sapevo per esperienza che stare tra le sue braccia era il posto più bello del mondo, ma l'abbandono che avevo provato era stato troppo intenso per lenire tutto in quel modo.

Wizard - The W seriesWhere stories live. Discover now