28 - L' Apprendista

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24 Ottobre 2002 (Quinta parte)

Il tempo quel pomeriggio era decisamente pessimo come il mio umore, impetuose nuvole avevano preso ad addensarsi nel cielo, segno imminente di un temporale alle porte. Perfino l'aria aveva il sapore della pioggia e d'un tratto non feci che desiderarla nella speranza che il freddo attenuasse quella rabbia cieca che mi aveva travolto.

Ancora faticavo a credere che Marco si fosse rifiutato di aiutare Stefano con il suo Potere, e forse ancor di più mi sembrava assurdo che il Lupo Bianco gli avesse chiesto di imparare i rudimenti della stregoneria. Quante cose mi aveva celato in quell'estate? Chiusi gli occhi sentendo le lacrime colare, intrise di rabbia e tristezza. Perchè non mi aveva detto cosa volevano quelle voci? Perchè non mi aveva accennato nulla?

Forse non sarei riuscita in ogni caso a far cambiare idea a Marco, ma almeno, parlandone tutti e tre insieme avremmo potuto trovare una soluzione: perchè non mi avevano coinvolta? Perchè Stefano non si era confidato con me?

Mentre cominciavano a scendere le prime gocce gelide dal cielo, che presero a bagnarmi i capelli e il cappotto, ripensai a quell'ultima sera in cui l'avevo visto: le sue parole, le mie parole e la dannata foglia di quella strega. Avevo certamente sbagliato, anche io gli avevo nascosto dei segreti e mi ero sentita terribilmente in colpa in quei mesi, ma ora scoprivo che lui non era da meno.

Ormai le lacrime si mischiavano alla pioggia sul mio volto e mentre salivo a grandi falcate per i caruggi, presi un grande respiro per schiarirmi le idee: dovevo trovarlo. Ero praticamente certa che nessuno Stregone lo avrebbe aiutato se perfino Marco si era rifiutato, nel migliore dei casi lo avrebbero allontanato, nel peggiore avrebbero provato ad ucciderlo. Forse la soluzione era davvero cercare qualcuno che sapesse dei rudimenti di stregoneria ma che non appartenesse ancora a quella cerchia oscura e d'un tratto i miei pensieri si soffermarono sull'oscura Apprendista. Forse lei che era nuova di quel mondo, che non conosceva le faide tra Stregoni e Mannari, che doveva ancora entrare in quell'ordine fatto di regole e pregiudizi, forse lei l'avrebbe aiutato.

Presi ancora fiato: una ragazza aveva detto Marco, una ragazza con uno straordinario Potere. Una ragazza che era anche una Veggente  e che probabilmente non sapeva nemmeno come funzionassero quelle sue immense possibilità. Una ragazza che con molta probabilità aveva appena rubato un Obstructo dalla Fucina di Furio Botina.

Sospirai, quella era la parte che forse mi angosciava di più e che mi metteva fretta in quella ricerca: se avesse davvero rubato l'Obstructo per qualcun altro? Se avesse già incontrato Stefano? Se Marco avesse ragione e quella collana fosse mortale per il Lupo Bianco?

Da dove cominciare? Come cercarla?

Fu in quel momento che tra la pioggia e i miei pensieri non mi accorsi di inciampare tra i caruggi e di finire addosso ad un'anziana signora, facendola cadere. Mi risvegliai da quella nebbia rabbiosa e aiutando prontamente la vecchia presi a scusarmi: -Le chiedo perdono, davvero...Mi scusi...non l'avevo vista!-

La soccorsi sollevandola e riconobbi sotto la pioggia e l'ombrello la signora Mariuccia, la nonna di Serena: - Mi scusi signora Mariuccia, si è fatta male, vuole che chiamo qualcuno?-

La vecchietta sembrava furiosa ma illesa, era atterrata sull'enorme piumino che indossava e continuava a ripetere:- Robe da matti! Robe da matti i giovani d'oggi!-

-Mi spiace, le chiedo scusa... si è fatta male? Vuole chiamare Serena?- le chiesi ancora aiutandola a giungere sotto un arco che ci proteggeva un poco dall'infuriare del tempo.

-No, sto bene...- fece lei, guardandosi il cappotto e la borsa, come preoccupata che si fossero rovinati:- Mia nipote oggi è a scuola fino a tardi.-

-Mi spiace molto, ero di fretta e non l'ho vista...- provai ancora a scusarmi.

La vecchia borbottò sistemandosi il cappello:- Certo "di fretta", tutti "di fretta" i giovani d'oggi. Come quel tizio che ha riportato in moto la mia Serena l'altro pomeriggio..."Scusi sono di fretta"...- e a quelle parole mi afferrò per il cappotto furibonda ed aggiunse velenosa:- Lo dico a te come l'ho detto a lui: "Ad andar di fretta si va a morir ammazzati!"-

E detto quello mi lasciò il bavero e prese a guardarmi più attentamente:- Tu non sei la ragazza che sta dai Botina? - Annuii decisamente sorpresa dai modi della vecchia signora e quella ormai furiosa con me continuò:- Questa sera vedete di non finire tardi come ieri, lo so che ieri Serena è rientrata a mezzanotte!-

Io la guardai confusa da quelle parole e lei mi salutò prendendo a camminare sotto la pioggia:- A me non sfugge niente!-

A lei non sfuggiva nulla, mentre a me mancavano enormi tasselli in quella vicenda.

Perchè era convinta che ieri sera Serena avesse fatto tardi a Ca' Botina? Possibile che la ragazza ci avesse usato come alibi per uscire con Ugo? Possibile che Ugo avesse una moto?

E mentre pensavo a quanto fosse strano il nome "Ugo" per un ragazzo di quasi diciotto anni, d'un tratto ebbi un illuminazione.  Marco inconsapevolmente mi aveva dato parecchi suggerimenti: una ragazza che aveva avuto un lutto recente e che con ogni probabilità aveva appena rubato una collana. 

Ripresi a correre dandomi dell'idiota verso la fermata del bus, ignorando la pioggia gelida che impetuosa mi aggrediva.

Beatrice l'aveva sospettata fin dall'inizio: conosceva il mio nome prima ancora di conoscere me, si era trasferita a Triora da poco, dopo la morte dei suoi genitori e quella dannata mattina l'avevo aiutata a raccogliere un sacchetto di velluto decisamente sospetto.

Mi diedi della stupida e dell'ingenua mentre realizzavo chi era davvero l'Apprendista, Apprendista che solo qualche pomeriggio prima si era fatta accompagnare a casa da un ragazzo con una moto.

Il cuore prese ad accelerarmi furiosamente nel petto: non avrei atteso il ritorno di Serena da scuola, presi il bus decisa ad affrontarla il prima possibile, decida ad affrontare l'Apprendista.


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