45 - Se sopravvivi

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27 Ottobre 2002 (Seconda parte)

Quando il Lupo Bianco ritornò in sè dopo qualche minuto, io ero in preda alle lacrime e all'angoscia poichè, come se tutto quello che avevo sentito non fosse abbastanza, lui sembrava totalmente spossato ed in capace di muoversi.

- Stefano! Stai bene? Che ti è successo?- gemetti vedendolo così sfinito, anche se ero felice di constatare che le sue iridi fossero nuovamente del colore dell'ambra. Mi ero riallacciata la maglietta e gli avevo fatto poggiare la testa sulle mie gambe, posizionando un cuscino per farlo stare più comodo. Quella rigidità e i tremori che lo avevano sconvolto sembravano passati, lasciandolo però totalmente privo di forze.

- Sono stato meglio...chiama Potter... non ho le forze per guidare.- mormorò come sfinito, chiudendo gli occhi.

Senza farmelo ripetere, presi il cellulare dalla borsa che avevo lasciato a terra e in quel momento, prima ancora che potessi comporre il numero, vidi una chiamata di Marco in arrivo:- Alice dove siete? Serena ha avuto una brutta visione di Stefano.-

Con la voce rotta e gli occhi umidi mormorai:- A Cipressa, sopra la torre...non è stato bene...ha avuto una specie di crisi e non so...-

- Arriviamo, tienilo sveglio.- fece lui interrompendomi e chiudendo la telefonata.

Lasciai il telefono e mi concentrai nuovamente sull'uomo che amavo, che giaceva sulle mie gambe stremato con gli occhi chiusi. Presi ad accarezzargli il viso ed i capelli, incapace di trattenere le lacrime:- Stefano ti prego resta sveglio...stanno arrivando.-

Lui annuì e, come se gli costasse un enorme sforzo parlare, sussurrò:- Non piangere Imbranata...starò bene.-

Io annuii, incapace di frenare le lacrime e, sentendo la sua pelle del viso insolitamente fredda, presi la coperta da terra e lo coprii preoccupata, poggiandogli sopra anche la sua giacca di pelle che si era tolto.

Lui accennò un sorriso, sempre con gli occhi chiusi e il fiato corto, come se quel calore lo ristorasse. Gli chiesi se voleva qualcosa da bere o da mangiare ma scosse leggermente la testa, come incapace di qualunque sforzo.

Non sapevo cosa gli fosse successo, nè come aiutarlo. Non avevo certo le forze per portarlo giù da quella torre e l'unica alternativa era attendere Marco. Nel tentativo di tenerlo sveglio come mi aveva ordinato provai a sussurrargli, continuando a sfiorare la sua guancia con le dita: - E' stata una visione?-

- Non lo so...non... ricordo nulla.- fece lui respirando a fatica, sempre con gli occhi chiusi, e con un sorriso tirato aggiunse:- Se non che volevo toglierti a morsi il reggiseno.-

Io sorrisi tra le lacrime a quelle parole, stringendolo a me e mormorai:- Mi hai fatto morire di paura...-

- Questo perchè... sei una fifona.- fece lui con un mezzo sorriso, sempre con voce flebile.

Io continuai a parlargli, perchè temevo si sarebbe addormentato sfinito:- Potrò non essere capitan Coraggio, ma ho temuto di perderti: eri rigido, avevi gli occhi completamente bianchi...-

- Capita...quando... si sviene.- mi prese in giro lui col fiato corto e provando a spiegare quello che gli era successo aggiunse ansimante:- Forse ieri... ho giocato troppo col fuoco...-

-Ti stanca usare il Potere?- domandai preoccupata.

-Molto...ma da quando sei arrivata tu...mi sentivo più forte. Forse... ho solo esagerato e... sono svenuto.- sussurrò lui.

-Non sembravi svenuto, avevi quegli occhi...tremavi e poi sentivo strane voci nella mia testa...- protestai.

All'udire quelle parole Stefano, anche se sembrò costargli una fatica immane, aprì gli occhi fissandomi spaventato e ansimante domandò:- Cosa... sentivi...?- 

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⏰ Last updated: May 17 ⏰

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