Capitolo 32: Avalon

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Avalon

25 Dicembre 2017

Non ho mai vissuto un Natale del genere.

Se non ci fosse stata Haven, probabilmente, a quest'ora, sarei seduta a tavola assieme ai miei genitori e ai loro amici miliardari, ad organizzare quello che forse sarebbe stato il mio matrimonio.

Mi mancano quei tempi quando si limitavano a comprarmi dei regali super costosi e a farmi sentire la principessa della festa. Ora è come se fossi soltanto un trofeo da lucidare ogni giorno e da mostrare al mondo intero.

Haven mi ha tirato fuori dalla mia prigionia; ha sfidato le insidie per arrivare alla torre, e si è arrampicata sino in cima per salvarmi.

Come in tutte le fiabe che si rispettino. Lei è la mia valorosa guerriera.

Ed oggi è di una bellezza straordinaria; vestita come una donna con la D maiuscola, con l'espressione da post sesso, quello che abbiamo fatto selvaggiamente nella limuosine e col suo senso di adattamento, sviluppato da poco. Siamo in un posto che difficilmente, in altre occasioni, avrebbe mai potuto frequentare.

È uno dei posti più cool della città, nel pieno centro di Detroit.

È lei è un diamante raro, in mezzo a tutta questa gente che vale meno di zero, se non per i portafogli carichi o per i Rolex costosi che sfoggiano ai polsi.

E quando si muove in mezzo alla folla, per venirmi incontro, lo vedo lo sguardo che i ragazzi le rivolgono. Ha un bel fondoschiena, una scollatura profonda e seducente . Per non parlare dei suoi occhi e delle sue labbra; sono un richiamo assurdo, sia per le donne che per gli uomini. Forse non si rende conto di quanto sia bella. Forse nessuno glielo ha detto mai.

Quando viene a sedersi accanto a me, sul divanetto in pelle viola, e mi cede un bicchiere carico di vodka, le afferro la nuca e la trascino verso di me, per poi catturarla in un bacio poco casto.

Lascio vagare la mia lingua all'interno della sua bocca, lasciandole intendere che ho voglia di lei, in tutti i sensi e in tutti i modi.

Mi mordicchia le labbra, ma poi si scosta, con le iridi di un verde più scuro del normale.

« Avalon, smettila o ti giuro che ti porto via da qui e ti scopo in un bagno pubblico. Ed è l'ultima cosa che vorrei fare in un giorno come questo. »

Le sorrido, consapevole di essere leggermente brilla. Non ho bevuto chissà che, però la sola vicinanza di Haven mi fa sentire come se avessi costantemente una dose di exctasy nelle vene.

« A me non dispiacerebbe, sai? Però se non vuoi scoparmi in un bagno pubblico, ci accontenteremo del viaggio di ritorno, nella mia limousine. »

Lei scoppia a ridere, e si lascia afferrare di nuovo. Le lecco il collo, arrivando sino al lobo dell'orecchio, dove poi le sussurro:

« Ti stavano guardando tutti, prima, quando tornavi dal bar. Mi infastidisce questa cosa. La prossima volta non ti faccio più mettere la gonna. E queste calze. » le mie dita si aggrappano ad esse e le tirano leggermente.

E prima che lei possa rispondere, veniamo bruscamente interrotte.

« Ehi, Green. Tieni a freno quelle mani. È pur sempre la mia migliore amica, e la stai violentando davanti ai miei occhi. » Beverly è molto carina nella sua camicia bianca, con i capelli sciolti sulle spalle e un braccio stretto attorno ai fianchi della sua ragazza, il cui nome mi sfugge. Ho invitato anche loro pur di non far sentire Haven in imbarazzo.

Violet Where stories live. Discover now