Capitolo 22: Avalon

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Avalon

7 Dicembre 2017

È stato assurdo e incredibilmente meraviglioso.

Non ho mai provato emozioni cosi intense, non ho mai provato ad infrangere le regole.

Anche se il solo fatto di frequentare Haven Andrews è la prima cosa che non dovrei assolutamente fare.

Ma non ci riesco; ho provato a tirarmi fuori da questa situazione, ho provato a vendicarmi, a farle del male. Ho provato a mettere me stessa al primo posto. Ma non ci non sono riuscita.

Forse ho bisogno di questa ragazza più di quanto creda.

Ed è per questo che mentre siamo in auto, parliamo del più e del meno.

Non mi interessa neanche della musica che ascolta, anche se non rientra nei miei gusti.

Le chiedo persino chi sia il gruppo che sta cantando a squarciagola e lei mi risponde che sono i Linkin Park.

Siamo scappate da scuola come due ladre, ed ora ci ritroviamo nel caos del centro commerciale, proprio quello dove l'altro giorno ci siamo incontrate. Mangiamo McDonalds, beviamo coca cola, e lei mi ruba le patatine dal vassoio.

Ci divertiamo un sacco e parliamo delle nostre vite; non mi capitava di essere cosi spensierata da tempo.

Con Amber non abbiamo mai fatto queste cose, ma per Haven, questa è la vita di tutti i giorni.

« Cosi stai per diventare zia. Ti senti vecchia? » le domando, sorridendole divertita e addentando un pezzo del mio panino con cotoletta.

« Ma no, è mio fratello che ha affrettato i tempi. Poteva continuare a godersi la vita e sopratutto il sesso. Con un neonato è molto più difficile farlo. » risponde, come se per lei fosse la cosa più normale del mondo.

Ed io la guardo, improvvisamente curiosa.

« Quindi non ti piacerebbe avere dei figli un giorno? »

Alla mia domanda, si ferma a metà strada tra il tirare un morso al suo panino e il guardarmi confusa.

Raddrizza la schiena e diventa improvvisamente seria.

« Per quanto mi piacciano i bambini, ti rispondo di no. Ho sempre sognato di giocare a basket, di girare il mondo, di diventare qualcuno. E poi, cosa fondamentale, sono lesbica, Avalon. Almeno che non trovi una compagna che sia disposta a sottomettersi a tutti quei metodi artificiali e a sopportare una gravidanza, potrei anche pensarci. Ma rimane il fatto che io voglio una vita movimentata. Non sono sedentaria. »

Già. Non si era capito. Mi viene da sorridere e poi sollevo le spalle.

« I miei hanno già programmato la mia vita senza il mio consenso. Sono iscritta a Yale, frequenterò il figlio di una coppia di avvocati di New York, mi sposerò intorno ai 27 anni e a 30 potrò avere un figlio, dopo che avrò aperto uno studio tutto mio. »

Alle mie parole, Haven scoppia a ridere, portandosi una mano sulla bocca. Non so cosa ci trovi di divertente, dato che la questione è molto più complicata di quel che sembra.

« E tu davvero lascerai che siano loro a decidere della tua vita? » mi domanda, una volta accortasi della mia espressione seria.

Violet Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora