Capitolo 33: Avalon

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Avalon

25 Dicembre 2017

Abbiamo passato il resto della giornata assieme a Beverly e alla sua ragazza. Sembravano davvero essersi chiarite, e andava bene cosi. Abbiamo chiacchierato del più e del meno, e ad un certo punto Beverly ha voluto brindare al futuro della sua migliore amica, per poi scoppiare a piangere istericamente al pensiero che sarebbe andata cosi lontana. A momenti credevo di piangere anch'io, invece, ho sbattuto ripetuamente le ciglia fino a ricacciare le lacrime indietro. È un trucco che mi ha insegnato mia madre.

Sei una Green. E i Green non piangono mai. Neanche davanti alle sconfitte. Se mai le subiscono.

Mi ripeteva sempre cosi. Ed io ho finito per crederle. Fino a quando non ho incontrato Haven. Volevo vendicarmi, dargliela a bere per tutto quello che lei e la sua combriccola mi avevano fatto. E invece sono finita per innamorarmene. E ho perso.

L'ho guardata a lungo durante la serata, per imprimere ben bene la sua immagine nella mia testa.

Ed una volta in macchina, nel tragitto di ritorno, mi sono abbandonata nuovamente a lei.

« Mi sei mancata. » le avevo sussurrato, mentre mi sfilavo i tacchi vertiginosi e mi sedevo sulle sue gambe, mandando avanti i fianchi.

« Anche tu, piccola mia. » mi aveva risposto. E poi mi aveva penetrata e mi aveva fatto godere per tutto il tragitto.

E adesso, è lì tra le mie gambe. Le sue mani mi serrano le ginocchia, e la sua lingua si muove velocemente su e giù, per poi entrare dentro di me, facendomi provare sensazioni assurde.

Mi verrebbe da gridare a pieni polmoni, ma questa volta non siamo più sole. I miei genitori dormono nella stanza accanto.

Per questo mi ha tappato la bocca con le mie stesse mutandine, per evitare qualsiasi tipo di rumore.

E la cosa sembra divertirla, perchè ci mette tutta se stessa lì sotto, come se non avesse intenzione di abbandonarmi per molto tempo.

Ed è come se delle fiamme stessero avvolgendo il mio corpo.

Stringo forte i pugni sulle lenzuola e sollevo il capo, sperando che mi guardi. Ma la sua testa è sparita tra le mie gambe ed è la visione più erotica a cui abbia mai assistito.

Le tiro qualche treccina, sollevandole con forza il viso all'insù e interrompendo quella dolce tortura.

I suoi occhi confusi mi scrutano; ha le labbra rosse e gonfie, di chi sta facendo il suo dovere con molto piacere. E le sue guance sono rosse.

« Piccola, non interrompermi. Cosa c'è?! »

Le indico la mia bocca, ma lei scuote il capo e torna tra le mie cosce, infilandomi nuovamente la lingua. Abbandono il capo sul materasso e chiudo gli occhi, mandando avanti i fianchi e avvolgendo la sua testa tra le mie gambe, senza però metterci troppa pressione, o le farei perdere il respiro.

E quando lei va più a fondo, nello stesso momento in cui inarco del tutto la schiena, esplodo in un orgasmo che mi fa tremare dalla testa ai piedi.

Haven sposta il suo peso su di me, e dopo avermi sfilato le mutandine dalla bocca, si appropria delle mie labbra e mi regala il mio sapore, per poi strusciarsi lentamente, un invito a scoparla per tutta la notte.

Ed è quello che facciamo per non so quante volte.

Non ho mai sottoposto il mio corpo a tanta attività fisica. Non credevo neanche che fosse umanamente possibile avere cosi tanti orgasmi in poco tempo.

Violet Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora