Capitolo 23: Avalon

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Avalon

7 Dicembre 2017

Non ho mai raggiunto picchi cosi alti di felicità.

Mi sembra di avere le ali sotto ai piedi, mi sento leggera come una piuma. Vorrei che il tempo si fermasse, che il mondo smetta di girare.

E lo devo tutto alla ragazza che stringe la mia mano, mentre camminiamo per il centro commerciale, l'una di fianco all'altra.

Ad un certo punto, mentre le facevo vedere un completo sportivo che ' secondo me ti starebbe benissimo ' , mi ha strizzato il sedere con una mano, facendomi sobbalzare.

L'ho guardata con un sorriso sornione e poi l'ho afferrata e l'ho trascinata dentro al negozio.

Me ne sto ferma a braccia incrociate, fuori dal camerino, dove lei sta provando delle tute che ho scelto appositamente, con cura e dedizione, perchè mi piace un sacco quando veste cosi.

La sua voce irrompe nei miei pensieri.

« Avalon, non posso permettermi tutto questo. Lo sai. »

Alzo gli occhi al cielo.

« Perchè, pensi davvero che ti farò spendere tutti i tuoi risparmi? »

La sua testa fa capolino attraverso le tende chiuse.

« Non te lo permetterò! » dice sicura di sè, senza la minima traccia di insicurezza.

Sollevo le spalle e con nonlachance, le rispondo sorridente.

« Hai sbagliato, avversaria, Haven! Sai che quando mi metto, sono più furba di te. E poi tu mi hai costretta a comprare quel vestitino viola. »

Lei spalanca la bocca; muoio dalla voglia di vederla con addosso quei completi sportivi, per cui la spingo all'interno del camerino ed entro assieme a lei, per poi richiudermi la tenda alle spalle.

« Non potevo non fartelo comprare dopo quello che mi hai... oh, oh, cos'è quello sguardo, Avalon Green? » termina la frase con una risata di scherno, notando il mio sguardo scorrerle addosso, dalla testa ai piedi.

Haven sportiva mi piace da matti, e questa tuta della Nike le sta a pennello; i leggins neri aderenti e la felpa grigia col cappuccio.

Mi mordicchio il labbro inferiore per poi spingerla verso la parete e lanciarmi affamata verso la sua bocca.

Ci baciamo con una foga inaudita, che mi intorpidisce nuovamente i sensi.

Non so neanche io cosa voglia fare, so solo che mi è difficile restarle lontana.

È come se improvvisamente la vedessi sotto una luce diversa.

Lascio scorrere le mani sui suoi fianchi e la trascino verso di me. E quando ci scontriamo, ci guardiamo negli occhi con un'intensità che farebbe imbarazzare persino un insetto.

« Cosa vuoi fare, cose sconce in luogo pubblico? » mi domanda, senza trattenere uno dei suoi sorrisi che mi fanno piegare le ginocchia.

E mi ritrovo a sorridere anch'io.

« Come se non l'avessimo già fatte. E comunque no, è soltanto un bacio ingenuo, Haven Andrews, non mi concederò mai a te in un camerino di un centro commerciale. »

È la classica risposta alla Avalon Green, ed Haven sembra pensarla come me, perchè sorride radiosa, mentre mi infila nuovamente la lingua in bocca.

Le sue mani mi afferrano la faccia, mi tengono ferma mentre mi concede un bacio spinto e lungo, che mi fa cedere del tutto le gambe.

La trascino giù con me, afferrandola per le braccia.

Violet Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora