Capitolo 15: Avalon

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Avalon

24 Novembre 2017

Non sono abituata alle temperature rigide del primo mattino; il freddo è terribile, e quasi scivolo sul suolo gelato, mentre cammino verso Adrian, che mi attende paziente, senza la minima emozione. Non so come faccia a non manifestare sonno, freddo e debolezza.

Io riesco a lamentarmi di tutte e tre le cose in contemporanea, mentre guida verso la mia scuola.

Ha voluto mantenere il segreto con i miei genitori, ma è comunque in disaccordo sul fatto che io sia entrata a far parte delle cheerleader, e che i nostri allenamenti si svolgano di primo mattino, assieme a quelli della squadra di basket femminile.

Non so se essere felice o nervosa per questo.

Haley ieri sera è andata via in quel modo e poi non mi ha scritto neanche un messaggio.

Ma perchè mai avrebbe dovuto farlo?

Non ne aveva motivo.

Ed io non me lo meritavo.

Quindi è giusto che sia cosi. È inutile che io continui a domandarmelo, anche se non faccio altro da questa notte, da quando sono rimasta sola.

Adrian mi lascia alle spalle dell'edificio scolastico, lì dove c'è la nostra grande palestra.

Lo saluto frettolosamente, ringraziandolo, e corro verso le altre ragazze, che stanno entrando in questo preciso momento.

« Oh, ecco Avalon! Sei in ritardo di due minuti. » mi saluta Abby Glinch, con un movimento della mano. Però mi sorride. E la cosa mi rincuora. A detta di Amber, è abbastanza gentile e premurosa. Questo sarà tutto da vedere.

« Si, lo so. Scusami, non accadrà più. » giuro, intrecciando le dita e portandole alle labbra. È il loro segno di giuramento, una delle loro tante regole stupide. Ho dovuto subire mezz'ora di sceneggiate per entrare in questo club idiota, e vorrei già pentirmene.

Ma quando entriamo in palestra, e vedo Haven con la divisa da basket, ogni cosa svanisce.

È come la preferisco; con i pantaloncini rossi corti fin sopra le ginocchia, leggermente larghi per consentirle di muoversi senza intoppi, una maglia lunga a mezze maniche, che le copre l'elastico dei pantaloni, il numero nove ed il suo cognome stampati in blu, sul retro. E le sue treccine, ancora in ordine dopo ieri sera.

In un primo momento non si accorge di me; è concentrata a tirare canestri, uno dopo l'altro.

Ed io mi ritrovo a fissare i suoi movimenti, come se fosse la mia dipendenza; il modo in cui le sue ginocchia si piegano quando sta per saltare, le sue braccia che si tendono quando lancia la palla, i suoi muscoli, il suo sguardo concentrato.

Ma poi Beverly la richiama, la distrae dal suo gioco e la fa voltare verso di me.

Le iridi verdi di Haven incontrano le mie, e come un'idiota le sorrido, senza venire ricambiata.

Ma non avevo dubbi che ciò avvenisse.

Non importa, ho comunque avuto la mia piccola vittoria, oggi.

La vedrò allenarsi, cosa che non ho mai avuto la possibilità di fare.

Lo avverto il suo sguardo addosso, per tutto il tempo. Anche quando la sua capitana da inizio ai loro allenamenti.

Violet Where stories live. Discover now