2. Graffiti.

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-Ma tra una settimana vado in campeggio, non posso restare con loro!- il liscio protestava al cellulare, mentre in lontananza osservava l'irlandese rincorrere le tre sorelline del più grande e ridere.
-Louis, io lavoro per voi. Sai che non abbiamo nessuno a cui lasciarle.- la voce del padre lo fece innervosire leggermente.
Non voleva perdersi l'ultimo anno di campeggio (in teoria l'anno prima doveva essere l'ultimo, ma poi era stato bocciato, quindi non contava).
-Nialler, i tuoi non possono tenermi le sorelle vero?- lo guardò dispiaciuto, scuotendo la testa.
-Lavorano entrambi.-
-Allora una baby-sitter?- richiese a Mark.
-Non abbiamo soldi per pagarla.-
-Se riesco a trovarli?- domandò allora.
Il padre ci pensò qualche secondo.
-Va bene.-
Così, il compito di Louis era quello di trovare un lavoro velocemente e per solo una settimana.
Chi lo avrebbe assunto per una settimana sola?
Nessuno, sicuramente.
-Lou, posso badare io a Daisy e Phoebe.- guardò la sorella e inarcò le sopracciglia.
-Hai solo dodici anni, Lottie. Sei impazzita?-
Fece spallucce, ma lui continuò a scuotere la testa. Mai e poi mai le avrebbe lasciate da sole.
-Troverò una soluzione, tranquilla. Ora muovetevi, andiamo a scuola.-
Prese subito le chiavi, fece mettere il cappotto alle gemelline, e partirono.

*

Quando Gemma consegnò a suo fratello il diario, sembrava davvero eccitata, ma allo stesso tempo era preoccupata.

-Chi è William? Sarà qualche secchione?-
Lei rise, e lui la guardò confusa. -Dimmi com'è!-
-Assolutamente no, ma è davvero un bel ragazzo.- fu tutto ciò che disse, prima di uscire dalla camera del ricciolino, lasciandolo lì a pensare a come poter rispondere.

William? Non è il tuo nome, vero? Comunque sia, piacere!
Puoi chiamarmi Edward :)
Beh, se non volessi nascondere la mia identità non sarei qui a scrivere un diario. Il fatto che mi piacciano i ragazzi lo sanno solo tre persone, e penso rimarrà così per un bel po'. Mi annoia fingere di essere qualcun'altro quando sono a scuola, ma penso debba andare così.
Mi fa strano scrivere con qualcuno di scuola, magari ci conosciamo anche haha
E tranquillo, la bibliotecaria mi ha solo detto che sei bello. Le crederò.
E non vale fare ricerche a scuola per trovarmi, ti avviso. Io non lo farò.
Iniziamo con le sfide, ti va? Ogni sfida compiuta come ricompensa avrà una curiosità su di noi.

Il riccio si fermò un attimo a pensare cosa potesse fargli fare. Guardò attorno alla stanza, e si fermò sul suo cellulare.
Non lo usava per comunicare, ma serviva almeno per farsi venire in mente qualcosa.
Nelle notizie di google c'era qualcosa che attirò la sua attenzione più di tutte.

Ragazzo di sedici anni si suicida, era insultato e maltrattato dai compagni e genitori perché era gay.

Abbassò lo sguardo, pensando soltanto a quanto facesse schifo la società.
E un idea li venne in mente. Stampò l'articolo e lo infilò nel diario.

Un graffito sui muri della scuola. Ecco cosa dovrai fare. Come se fosse una protesta per ciò che è accaduto.
Questo mondo deve capire che non ci arrendiamo.

Chiuse il diario, e lo diede a sua sorella, contento di aver iniziato questo gioco.

*

-Qualcuno di voi può prendermi un libro dalla biblioteca?- il professore di filosofia guardò la classe, aspettando che qualcuno alzasse la mano.
-Certamente, professore.- Louis si alzò, ottenendo uno sguardo sbalordito da tutti.
-Che fai? Sei impazzito? Hai la febbre?- chiese allarmato Niall.
Il più grande rise leggermente.
-Tomlinson? Dopo cinque anni ti sei deciso a non fare l'idiota?- il professore gli diede comunque il foglietto con il nome sopra.
-No prof, voglio solo uscire un po', mi annoia.- ghignò, uscendo dalla classe mentre veniva rimproverato.
Camminò velocemente verso la biblioteca della scuola, sbattendo con uno dei tanti idioti che arrivava in ritardo.
-Sc... Ah, sei tu.-
L'altro roteò gli occhi.
-Si, sono io. Dovresti comunque chiedermi scusa, Tomlinson.-
Il liscio sbuffò, scuotendo la testa.
-No, Styles, sei fastidioso. Fottiti!-
Gli urlò, prima di lasciarlo lì e arrivare curioso dalla bibliotecaria.

-Ciao ragazza, ho un libro da prendere da parte del prof.- gli diede il bigliettino, e lei annuì.
-Sei solo per questo?-
-Certo che no, ti dai una mossa?-
-Odioso.- borbottò, mentre andava comunque a prendere le cose richieste.
Si guardò in giro e vide un foglio appeso al muro.

Cercasi personale.

-Ragazza, mi serve lavorare solo per questa settimana, sarebbe possibile farlo qui?- gli urlò. La biblioteca era vuota, quindi non si fece problemi.
-Ho un nome, e non lo so, devo chiedere se è possibile. Ti farò sapere appena me lo consegnerai.- indicò il diario blu, e le passo sia quello (che mise subito nello zaino) che il libro.
-Perfetto, grazie ragazza!- esclamò, prima di raggiungere la sua classe.

-Ti eri perso, Tomlinson?-
L'insegnante gli prese il libro dalle mani, poggiandolo sulla cattedra.
-Mi scusi prof, la bibliotecaria sembrava carina.-
Tornò al suo posto, e si voltò alla sua sinistra, notando un ricciolino incazzato.
-Che cazzo hai da guardare, Styles?-
-Prova a toccare mia sorella e sei morto.- sputò lui, minaccioso.
-Oh, tua sorella? Ancora più interessante.- commentò, ignorando poi le altre minacce da parte del ragazzo.

-Che nome di merda.- fu l'unica cosa che Niall disse dopo che Louis gli ebbe raccontato del diario. -Oddio, ti prego non dirmi che è Ed della squadra di calcio!-
-La carota? Che schifo, spero di no.- un sospettato però finalmente c'era, e lo aggiunse alla sua lista mentale come primo sospettato, e al momento l'unico. -Mi servono delle bombolette spray. Andiamo dal cinese dopo scuola?-

-Mmh, ma non ti aiuterò a fare il graffito, non mi caccio nei guai per colpa tua.-
-Si che mi aiuti, irlandese.-
-No.-
-Si.-
-No!-
-Ti compro una pizza.-

E così, la sera tardi, i due si ritrovarono di fronte scuola con delle bombolette dei colori dell'arcobaleno negli zaini.

Spazio autrice
Spero davvero che questa storia possa piacere a qualcuno <3

The blue diary; Larry StylinsonΌπου ζουν οι ιστορίες. Ανακάλυψε τώρα