14. You can call me Harry.

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La terza serata di campeggio era arrivata, e i professori avevano deciso di lasciare i ragazzi soli per un po'.
Zayn aveva tirato fuori dal suo zaino un po' d'erba, e Louis aveva implorato a Liam di prendergliene un po'.
Così, si trovava con la testa poggiata sulle gambe di Niall a fumare.
Dopo la scorsa giornata alla caccia al tesoro aveva ignorato Harry, e aveva bisogno di un po' di cannabis per rilassarsi dai suoi pensieri almeno per un attimo.
Guardò Liam e Zayn per qualche minuto, confuso nel vedere i due scherzare e scambiarsi sguardi amichevoli. Erano diventati amici stretti? E da quando?
Si chiese all'inizio, ma poi spostò lo sguardo sul suo migliore amico.
-Che fanno Malik e Liam?- chiese, espirando del fumo dalla bocca.
Il biondino fece spallucce.
-Penso che si piacciano.- suppose, e Louis alzò un sopracciglio.
-A Liam piacciono i ragazzi?-
-Non lo so, ma Zayn è bisessuale, e sembrano trovarsi bene.- tossì per il troppo fumo e puzza. -Sei troppo vicino a me.-
-Mmh.- disse soltanto, mentre notava Harry allontanarsi tutto solo. -Perchè ieri hai cercato di unire me e Harry?-
-Perchè mi dispiace che tu l'abbia lasciato senza dargli alcuna opportunità. Non hai ancora annullato la sfida, vero?-
-Sarà l'ultima sfida che faccio, solo perché penso possa piacere a tutti. E poi io ho solo chiesto ai professori di farlo, non posso dirgli di no.- gli spiegò, ma guardava ancora il riccio allontanarsi.
-So che sei fatto, ma riesci a seguirlo vero? Va a parlarci.- gli consiglio, mentre indicava il più piccolo ormai sparito.
-Devo parlarci?-
-Louis, muoviti!- lo fece alzare, e il liscio rimase fermo per qualche secondo.
Probabilmente aveva fumato troppo, quindi non ci pensò molto. Si diresse verso la direzione in cui il nemico era andato (non era sicuro di doverlo definire ancora così) e arrivò al lago.

Harry era seduto sul ponte, con le gambe che penzolavano nell'acqua e gli occhi verso il basso.
Fece un altro tiro, e poi buttò la canna, raggiungendolo.
Si sedette affianco a lui, e Harry lo guardò completamente confuso.
-Che stai facendo?-
-Non lo so, sono fatto.- ammise, e il riccio rise leggermente.
-Quante volte sei stato fatto? Non mi sembra che oggi sia diverso dalle altre volte. Che fai qui?- richiese. Non odiava la sua presenza, ma voleva soltanto sapere come mai avesse deciso di seguirlo e mettersi vicino a lui.
-Hey.- lo richiamò dopo un po' il più grande, non rispondendo alla sua domanda. -Eri serio quando hai detto che non ti fai ogni singola ragazza della scuola?-
-Certo, perché dovrei mentire?- rispose, mentre guardava l'acqua sotto di se.
-Allora perché non controbatti quando la gente lo pensa?- chiese lui.
-Ci ho provato, nessuno mi crede.- fece spallucce, e poi sorrise. -Tu mi hai creduto.-
-N-non ti ho creduto.- 'che cazzo ti balbetti, coglione?' si chiese da solo, dandosi del completo idiota.
-Okay, Boo.-
-Sono serio.-
-Va bene, Boo.-
-E non chiamarmi Boo.- il riccio gli sorrise, e spostò gli occhi sui suoi.
-Non lo farò... Boo.- il liscio lo fulminò con lo sguardo, ma non aggiunse nulla, sforzandosi di non sorridere.

-Mi sembri... diverso.- gli disse poi.
-Io? Sei tu che ti presenti qui come se tu non mi odiassi. Io ti stuzzico solo, come al solito.- gli fece notare e Louis annuì.
-Ieri mi sembravi triste.-
-Aw, ti preoccupi per me per caso, Tomlinson?-
-Tu mi hai chiesto se stessi bene quando tua madre ha chiesto della mia famiglia. Io ti sto chiedendo se stai bene ora, così siamo pari.- si inventò, non volendo ammettere che si sentiva semplicemente in colpa sapendo che la causa fosse lui.
-Sto bene, è che quella persona ha deciso tagliare i rapporti con me all'improvviso e ci sono rimasto male. Mi fa piacere che tu ti preoccupi, grazie.-
Louis era arrossito, spostando lo sguardo sui suoi piedi.
-Non voglio essere tuo amico, non darti false speranze.-
-Lo so, me l'hai già detto.-
-Volevo che tu ne fossi sicuro.-
-Louis, sei fastidioso. Ti ho detto che va bene.- il liscio annuì. -Mi piace questa nuova versione di te.-
-Non c'è nessuna versione nuova di me. Sono sempre io.- controbatté.
-Dio, Louis, taci.-

E rimasero lì in silenzio a godersi i suoni della natura fino a tarda sera.
A Harry non dava per niente fastidio la presenza del ragazzo, anzi, era anche abbastanza felice di avere accanto un nuovo amico (se lo avesse detto davanti a Louis, in questo momento probabilmente si sarebbe trovato con un naso rotto).
Louis invece cercò di essere rigido. Non voleva provarci con lui, dirgli che fosse William o ritornare a parlare con Edward.
Voleva solo stare accanto a Harry per un po', per poter assicurarsi che stesse bene dopo ciò che aveva fatto.
E si rivelò essere un ottima compagnia, specialmente quando buttò Harry in acqua, e lo tirò con se.
Per un attimo si guardarono negli occhi, e Louis si perse un po', ma poi si allontanarono.
All'inizio sembrava che lo volesse sopprimere dentro l'acqua e farlo affogare, ma poi scoppiò a ridere assieme a Harry.
-Domani avremo la febbre, lo sai?- commentò soltanto, mentre rimanevano a galla a parlare.
Harry si domandò seriamente cosa stesse succedendo a Louis, ma era troppo felice per pensarci troppo.
-Sei stato tu a buttarmi.-
-Infatti tu dovevi prenderla, io no.- annuì ancora, sorridendogli. -Pensi che le mie sorelle stiano bene con tua madre?-
-Mia madre è una persona fantastica, è brava ad occuparsi di bambini. Louis, non preoccuparti. So che hai scritto a Charlotte milioni di volte, mia madre mi ha detto di dirti che stanno perfettamente bene.-
-Va bene, grazie per avermelo detto.-
-Non ringraziarmi troppe volte, o inizierò a pensare che tu voglia diventare mio amico.- gli lanciò una frecciatina, mentre ritornavano sul ponte congelati.
-Bene, non lo farò più, Styles.-
-Puoi chiamarmi Harry.-
-Allora non lo farò più, Harry.-
E il ricciolino lo osservò, felice del nuovo rapporto che si era creato.

The blue diary; Larry StylinsonWhere stories live. Discover now