Il principe nero

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Reflections - The Neighbourhood


"Sono nella vostra anima, non vi tocco eppure mi mescolo con voi come se vi tenessi sulla mia bocca, sul mio cuore. Vivendo di voi ho il sentimento dell'infinito."

- Gabriele D'Annunzio


«𝓐l diavolo!» Imprecò Anne frustrata, sbattendo nervosamente un piede atterra e puntando indecisa la bacchetta contro un limpido calice di vetro, posto sull'ampio banco in legno dinanzi a lei.

La giovane strega, quella mattina, durante la lezione della professoressa McGranitt, aveva imparato un nuovo incantesimo di trasfigurazione e, subito dopo, avendo un'ora libera prima del grande banchetto in Sala Grande, voleva approfittarne provando a metterlo in pratica. Odiava non raggiungere i suoi obbiettivi.

Gli altri studenti avevano ormai abbandonato da un pezzo l'aula, tra sussulti di stupore ed esultazioni per essere riusciti nell'intento, ma la mora, nonostante fosse rimasta da sola, non sembrava comunque trovare la giusta concentrazione.

Erano trascorsi numerosi minuti e la maga aveva fatto altrettanti numerosi tentativi, ma niente. Sembrava quasi aver smarrito ogni briciolo di magia che le scorreva nelle vene.

Come mai era una delle poche, se non l'unica, a non tagliare il traguardo? Che cosa c'era di così complicato in quell'incantesimo che non le venisse bene, nonostante sembrava star seguendo passo per passo alla perfezione?

Un piccolo sospiro d'esasperazione lasciò le sue labbra rosee e piene, volteggiando leggero nell'aria.

Aveva perso ogni speranza.

Sfinita e accaldata, a causa dello sforzo, raccolse con le piccole mani i lunghi capelli scuri in un morbido chignon scompigliato, non prestando particolarmente attenzione ai riccioli color cioccolato che sbucavano imperterriti di qua e di là, ricadendole sulle gote vivide e ai lati dei grandi occhi blu.

Si lasciò poi cadere di peso sulla sedia, posta ai piedi del banco, affondando il viso delicato tra le esili braccia incrociate. La bacchetta le penzolava instabilmente dalla mano.

Rimase congelata in quella posizione per lunghi ed interminabili secondi, fin quando dei colpi improvvisi sul duro legno della vecchia porta che affacciava su uno dei corridoi principali, la scossero da quel momento di silenzio e sconforto, facendole scattare il busto in un fluido e veloce movimento.

Lo sguardo incuriosito viaggiò immediatamente in direzione della fonte del rumore.

«Come mai quell'aria sconvolta?» Fu il giovane Zabini a parlare.

Se ne stava appoggiato con la spalla sinistra contro lo stipite. Le caviglie e le braccia muscolose erano incrociate.

Sul viso spigoloso vi era dipinta un'espressione che sapeva tanto di spensieratezza.

«Per la barba di Merlino! Blaise, mi hai fatto prendere un colpo!» Gli occhi della strega erano sgranati e la mano destra poggiata sul petto, contro i battiti veloci.

Il cuore sembrava volerle balzare fuori dalla gabbia toracica per lo spavento.

«Scusa.»

Alzò lui entrambe le mani in segno di resa, lasciandosi scappare una piccola risatina divertita, data la situazione, che colorò interamente l'aria spenta e grigia intorno alla maga di allegria, in un secondo.

Entrò poi a passo lento nell'aula.

«Allora? Cosa stai combinando?» Chiese nuovamente, curioso più che mai.

Tempesta Di Ghiaccio | Draco MalfoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora