Una stupida illusione (2/2)

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Friends - Chase Atlantic


𝓐nne non riusciva a muovere neanche un muscolo del proprio corpo, magro e minuto.

Se ne stava lì, piccola piccola, in piedi accanto alla grande vasca colorata, come congelata.

Le bollicine della schiuma profumata alla ciliegia di questa, le danzavano leggere davanti agli occhi blu da cerbiatta, mentre il cuore le martellava nel petto a più non posso, come se avesse ripreso a spingerle il sangue nelle vene tutto d'un colpo.

Chi mai avrebbe potuto esserci lì, in quel momento, in piena notte e con una festa in corso, oltre a lei?
E se chiunque, egli o ella fosse, avesse sentito fin troppe delle sue parole? Cosa avrebbe potuto mai pensare di lei?

La maga si rimproverò mentalmente da sola per non essere riuscita a tenersele dentro, nel privato.

Il petto prese a salirle e scenderle velocemente a quei pensieri troppo profondi che le fluivano come impetuosi fiumi nella mente, rischiando di straripare da un momento all'altro.

Dopo qualche attimo di attesa e tremolante indecisione, strinse forte i minuscoli pugni pallidi e si bagnò di coraggio, da vera grifona.

A passo felpato si diresse piano verso la fonte del lamento, attenta a non emettere il minimo rumore.

Una volta giunta dinanzi alla cigolante e rovinata porta verdognola prese un denso respiro a pieni polmoni, come se questo potesse distenderle magicamente i nervi tesi.

Adagiò la piccola mano sulla maniglia d'oro arrugginita e la abbassò lentamente, ad occhi chiusi, cercando di rilassarsi, preparandosi agli spettacoli più strani, possibili e inimmaginabili.

Le lunghe e folte ciglia ricadevano in basso, nervose. Sollevò le palpebre solamente quando la luce lunare, che traspariva dall'appanata finestrella davanti alla porta, le illuminò il dolce viso completamente.

Niente.

Fece scorrere lo sguardo, ansiosa, verso il basso. Giù e sempre più giù, fin quando il respiro sembrò mancarle tutto d'un tratto, disintegrandole la
gabbia toracica in un solo attimo.

«Dra-Draco?!»

La maga non riusciva a credere ai suoi occhi. Gli sgranò improvvisamente, sbalordita.

«Ma che diavolo?!» Fu il sussurro improvviso, ma forte, che le sfuggì dalle labbra rosee, prima di coprirsi queste con la delicata mano destra.

«Anne! Ti vedo in forma stanotte!»

Il biondo, accasciato a gambe aperte contro una delle pareti del piccolo cubicolo, le si presentava alla vista con un grande sorriso, perso e pigro.

Di felice realmente però, non aveva proprio un bel niente. Sembrava quasi nostalgico e tirato.

«Che cosa ci fai lì atterra? Alzati.» Gli intimò questa, con sguardo severo.

Le sopracciglia perfette erano piegate verso il basso, quasi come se fosse un ordine.

«No! È così bello starsene quaggiù. Siediti con me!» La pregò lui, tendendosi in avanti e sollevando la grande mano bianca come neve, ricca di innumerevoli gonfie venature, per poi poggiare le lunghe dita proprio verso la gamba nuda di lei, sfiorandola in punta di polpastrelli.

Le viscere della mora si contorsero in una morsa, perse in quei brividi infinitamente violenti e inaspettati e ansimi troppo profondi.

Tempesta Di Ghiaccio | Draco MalfoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora