3. Non essere timida

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<Siamo qui!>esclama mio fratello, ed io ammetto che sento una leggera ansietta. Mi succede spesso, sopratutto quando non conosco il cliente o i suoi gusti. In più ciò che ho fatto io è un lavoro liberissimo, ľ unica indicazione che ho avuto è stata "Disegna una falena". Ora che guardo il disegno non mi convince più, voglio strappare la pagina e rifarlo, ma ormai è troppo tardi, il sottoscritto è qui.

Sento la porta aprirsi alle mie spalle e mi giro lentamente sulla sedia.
Mi si presenta davanti un ragazzo altissimo, biondo con gli occhi scurissimi. Indossa una felpa larga nera, con dei pantaloni neri. Sulle mani si intravedono alcuni tatuaggi, tra cui una rosa spinata.
Passa anche lui lo sguardo su di me, mi studia come io studio lui, ma appena mi guarda negli occhi, non riesco a reggerlo e abbasso lo sguardo.

<Connor lei è mia sorella Victoria, Vick lui è Connor> interrompe il silenzio mio fratello indicandoci, e quando alzo la mano per farmela stringere, lui mi fa un semplice cenno con il capo.

Vedo che la gentilezza per lui è al primo posto.

Nota il mio leggero fastidio è fa un sorrisetto furbo, ler poi girarsi e iniziare a parlare con mio fratello. Non gli ascolto, preferisco finire il mio lavoro.

<Quindi oggi mi tatuo o devo prima prendere la pensione?> afferma il biondo dimostrando ancora una volta la sua stronzaggine.

<Ho finito!> esclamo facendo un sorrisetto nervoso, e girandomi verso di loro ancora una volta.

<Bene> dice mio fratello, alzandosi dal divano su cui stava seduto, e si avvicina per prendere il disegno e ricopiarlo sullo stencil.
Ma prima glielo porge e chiede <Ti piace?>.

Il biondo lo prende dalle mani di mio fratello, e lo osserva attentamente, sbattendo leggermente le palpebre. Ora che lo guardo meglio vorrei dire niente male! Anche se di carattere non ci siamo proprio.

<Massì, tanto è solo un tatuaggio; fai te> commenta riporgendoglielo.

Tanto è solo un tatuaggio.

Dalla sua affermazione deduco ne avrà molti altri, e sopratutto che non presta attenzione alla bellezza del disegno in sé per sé, ma al significato che dà quel determinato disegno. O semplicemente vuole riempirsi il corpo di tatuaggi.

<Beh allora stenditi sul lettino e alza la manica> dice mio fratello per poi girarsi verso la sua scrivania per finire fi copiare il disegno.

Si stende sul lettino ed alza la manica della felpa, per poi prendere il telefono dalla tasca e chattare.

<Vick puoi toglierli i peli con il rasoio, c'è un pacchetto nuovo nel tiretto> dice mio fratello dandomi le spalle.

PERCHÈ ME LO CHIEDE PROPRIO A ME? NON PUÒ FARLO LUI? E SE PER SBAGLIO GLI FACCIO MALE?

Il biondo non presta attenzione, e lo ringrazierei.

Prendo un forte respiro e faccio ciò che mi ha detto. Mi avvicino al ragazzo e mi siedo sullo sgabello, poggiando ľ occorrente sul tavolino vicino. Metto la crema sulla pelle del suo avambraccio, e la stendo delicatamente. Prendo poi il rasoio e dopo averlo disinfettato, lo poggio lentamente sulla sua pelle e tolgo i peli. Passo delicatamente le lame sulla sua pelle e lo vedo rabbrividire.
Ingoio la saliva rumorosamente.
Tolgo ľ eccesso per poi mettere la clorexidina e stenderla con la punta delle dita. Sento il mio battito cardiaco aumentare quando guardo le vene e il tatuaggio di un ragnetto sul polso.

<Non essere timida> dice guardandomu per poi fare un sorrisetto.

Da quanto tempo mi stava osservando? Non stava sul telefono? Oddio....

<Più che timida, ho paura di farti male> rispondo sussurrando. Sento il suo sguardo bruciarmi la pelle, ma preferisco non guardarlo, mi sta già distraendo abbastanza.

Sobbalzo quando mio fratello, con un tono di voce troppo alto, dice <Hai finito? Lo stencil è pronto>.

<sisi> rispondo alzandomi dalla sedia e tornando a sedermi alla scrivania.
Devo stare più lontana possibile da lui altrimenti rischio un attacco di cuore.

Guardo attentamente mio fratello che dopo aver steso lo stencil, inizia a attuarlo con la macchinetta, e rimango stupida da come sia così impassibile, nonostante si stia tantuando un punto molto delicato.

<Beh io me ne vado> affermo ricordando che domani ho ľ interrogazione di chimica, nonostante la voglia di tornare nella freddezza di casa sia pari a zero.

<Prendi un taxi, è più sicuro del pullman> dice mio fratello senza distogliere lo sguardo.

<Non ho mica tre anni> rispondo per poi uscire. Non ha senso fare il fratello protettivo, non è da lui comportarsi così. In più mi sono cresciuta da sola, non ho mai avuto bisogno di nessuno. So aver cura di me stessa e anche proteggermi.

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