38. Bugiarda

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<Buongiorno signorina Victoria> cinguetta la mia psicologa.

<Ciao> rispondo andando a stendermi come al solito sul divano.

<Scusa il mio cambiamento di programma, ho un impegno urgente>.

<Potevi almeno mettere ľ incontro alle 7.30, le 6 mi sembra eccessivo>.

<Sai almeno perchè ľ ho fatto?>.

<Perchè ti metti a dormire alle sei di sera?>.

<No, perchè voglio che tu la smetta di dormire tutto il giorno. Voglio che tu inizi a vivere. Non sei qui per una vacanza, ma per riprenderti. Nessuna ragazza della tua età merita di stare qui, devi tornare a scuola>.

Rimango in silenzio, ha ragione.

<Che mi dici di tua madre? Ci hai parlato?>.

<No>.

<Aspetti davvero che ti dica di farlo?>

<Io non aspetto proprio niente>.

<Il perdono arriva solo quando perdoni. Ha sbagliato, ma se vuoi stare bene, e se vuoi anche che lei stia bene, devi andare avanti>.

<Tu non sai cosa ho patito, la solitudine era...> rispondo con la voce incrinata.

<La stai patendo ancora> mi indica con entrambe le mani.

È vero.

<Parlale, un abbraccio e un sorriso della mamma ti cureranno più di trenta sedute con me, credimi>.

Resto zitta.

<Tuo padre?>.

<Un pezzo di merda> sbotto.

<Rimarresti scioccata di quante volte ľ ho sentito dire in questa stanza, specialmente dai ragazzi della tua età, ma loro avevano dei motivi validi>.

<Ha cacciato mia sorella, ha allontanato mio fratello, e ha abbandonato me e mia madre. Ed ha la faccia tosta di venirmi a trovare e parlare di qualsiasi cosa tranne di ciò che lo preme. Ha paura di chiedere scusa>.

<La comunicazione è ľ unica via, lo sai già. Se resti zitta ľ unica cosa che potrai dirgli è "Sono una ragazzina viziata depressa", non capirà mai effettivamente che è stato lui che ti ha ferita davvero>.

Una lacrima riga ancora il mio volto. Questo è ciò che lui pensa davvero?

<Chiudi gli occhi e pensa a lui. Tieni la sua immagine ben chiara... ora dimmi il primo ricordo che ti viene pensando a lui>.

<Ti prego no...> sussurro.

<Concentrati> dice con voce chiara e leggera. Mi rassicura molto.

<Siamo tutti a tavola, felici. Mi tiene in braccio, ho un vestitino giallo e i miei piedini battono contro il suo ginocchio. Mia sorella ride con la bocca piena di cibo, e lui la pulisce appena la marmellata le sporca ľ angolo della bocca. Mia madre gli dà un bacio al volo mentre prende gli zaini dei miei fratelli. Io resto sola con lui. Poco dopo mi fa scendere e si alza, uscendo dalla porta sul retro. Lo seguo ridendo, in quel momento penso che volesse giocare a nascondino fuori, così mi rannicchio dietro ad un cespuglio e lo aspetto. Spio, e non capisco. Sta litigando con una ragazza, una ragazza molto giovane. Lei le tira uno schiaffo e scappa. Lui rimane immobile. Mi vede. Esco e scappo ma lui mi ricorre, mi prende dal braccio e mi fa ripetere per dieci volte "Ho immaginato tutto, non è vero". Avevo 6 anni.> tiro sul col naso.
Mi bruciano gli occhi ma non voglio piangere.
<Forse era una sua amante, non gliel ho mai chiesto.> aggiungo.

<A prescindere da chi era, tu come ti senti ora che ci ripensi?>.

<Potevo proteggere mia madre dicendoglielo, ma ho deciso di ascoltare mio padre. Io potevo evitarle tante sofferenze, risparmargli tutta la merda>.

<Non avresti potuto, eri solo una bambina>.

<Una bugiarda>.

<Una bambina> mi corregge.

<Dovresti parlare, chiarire e chiedere. Lui è ľ uomo che ti deve proteggere, starti accanto, ed essere quasi la tua ombra. Più lo tieni lontano e più lo cerchi, indipendentemente da cosa ha fatto, tu hai bisogno di lui. Lo inizierai a cercare in altre persone, oppure in te stessa>.

<Non voglio perdonarlo> muovo la testa.

<Non devi. Ma devi toglierti di dosso i pesi e le domande senza risposta> .

Mi vede in difficoltà e cambia discorso
<Che mi dici del tuo ammiratore?>.

<Penso sia mio fratello, ma ho comunque qualche dubbio>.

<Capisco...se vuoi mi informo e ti svelo il mistero>.

<Penso che lei abbia cose molto più interessanti da fare >.

<La mia pausa pranzo dura 1 ora ed io non ho fame> mi fa ľocchiolino.

TATTOOS Where stories live. Discover now