5. Vieni con me!

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Cammino per il marciapiede con la chitarra in spalla e mille pensieri per la testa.

Non c'è molta gente in giro... alquanto strano aggiungerei, di solito escono tutti alle 17.
Sto andando a casa di Debra per ripetere storia, e in più farmi consigliare dei versi, è da troppo tempo che scrivo questa canzone e non la finisco...magari lei può aiutarmi, anche se ha dei gusti molto particolari.

Suono al citofono e aspetto una sua risposta, concentrandomi sul nuovo nome che c'è su di esso.

"Alice Collins"

Si è trasferito qualcuno?
Magari se si muove ad aprirmi potrò dare una risposta alla mia domanda. Ok mi devo calmare.

<Chi è?> Sento la sua voce.

<Alla buon ora!> esclamo urlando e subito mi apre.

Aspetto ľ ascensore, e una volta dentro picchietto nervosa ľ indice sulla ringhiera attaccata alla parete. Ascolto la musichetta rilassante che c'è dentro e muovo la testa a ritmo. Non è male come base, penso. Sento il suono di un campanellino e capisco di esser arrivata.

Appena le porte si aprono, rimango spiazzata dal trovarmi difronte al ragazzo biondo/amico di mio fratello, che ha tatuato, di cui non ricordo il nome.

Mi sorpassa senza guardarmi e né dirmi almeno "ciao". "Pezzo di letame ammuffito" dice la mia coscienza.
Che poi che ci fa qui? Non era di un altra città?

Attraverso il corridoio, guardando ogni numero di ogni porta, finquando non vedo il 54 e così suono al campanello.
Mi mordicchio il labbro nella speranza che mi apra lei e non qualche suo familiare.

<Ciao!> dice sorridendo. Diamine non mi sono neanche accorta che ha aperto la porta!

<Ehm...ciao> rispondo entrando timidamente dentro casa. Vengo travolta dall' odore di incenso che c'è.
E il mio disagio aumenta.
Si Debra è una mia carissima amica di lunga data, ma ogni volta che vado a casa di qualcuno mi sento a disagio, senza un apparente motivo.

<Come va? Sembri strana> mi dice guardandomi da testa a piedi, e io faccio lo stesso.

Indossa una tuta lilla, dei calzettoni gialli e ha la chioma castana tirata indietro da un cerchietto rosa lucido.

<No, non ho niente> rispondo facendo scendere dalle spalle la chitarra, poggiandola su un mobile vicino.

<Non puoi capire! Abbiamo dei nuovi vicini hihihi!!!> dice finendo la frase con una risata malefica.
<Lui è uno gnocco atomicoooo> urlacchia saltellando.

<Credo di averlo incontrato all' ascensore> affermo vaga. Sarà pur un bel ragazzo ma fa schifo come persona.

<Dovrò parlarci in un modo o in un altro!> commenta convinta, come se fosse un impresa conoscere i propri vicini.

<Non ci sono i tuoi a casa?> chiedo sedendomi sull' enorme divano verde.

Inizia a parlare di qualcosa, ma sono troppo impegnata nell' osservare le piante attaccate al soffitto, precisamente negli angoli della stanza.
Vedo il gatto Tobi e gli acarezzo la testolina. Ho sempre voluto avere un gatto ma ľ allergia di mia madre non me lo ha mai permesso.

<Mi stai ascoltando?> chiede irritata ed io faccio "no" con la testa.

<Ahhhh ma sei stronza allora!> sbuffa per poi sedersi sul tappeto davanti a me. Mi guarda con disapprovazione e prende il gatto in braccio, non permettendomi di accarezzarlo più.

<Ti stavo dicendo se sabato sera vuoi venire al Mountain, suoneranno i "Slowtime" e in più c'è alcool gratis!>

<Non lo so proprio Deb, in più siamo minorenni...ci chiederanno i documenti> dico guardandola indecisa. Non so se ho voglia di violentarmi ľ udito per una serata intera; quella band è pura spazzatura.

<Fallo per me! In più non ce li chiederanno se ci comportiamo da "adulte"> mi incita mimando la virgolette con le mani, per poi poggiarle sulle mie.
Sussulto a questo contatto.
Con le dita massaggia il mio palmo, sensazione che trovo molto fastidiosa.

<Eh va bene, vengo> rispondo alzando gli occhi al cielo. Si alza e mi abbraccia, stringendomi fino a quasi soffocare.

TATTOOS Where stories live. Discover now