11. La leggerezza di un attimo

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Stiamo per un altro po' a parlare con il gruppo di mio fratello, e poi ce ne andiamo verso ľ altro negozio.
Cammino a passo svelto con Devra dietro di me.

<Non ti ha staccato gli occhi di dosso> sento dire da Debra, ma faccio finta di nulla, non ho voglia di parlare di ragazzi.
<Mi ascolti?> chiede tirandomi da gomito per farmi fermare.

<Si ti ascolto dimmi tutto!> rispondo irritata.

<Si ma calmati> dice lei con tono di supplica, guardandomi stranita.

<Scusa> dico per poi guardare a terra, e sperare che non si sia arrabbiata.

<Fa nulla, so che non ti piace sentirmi parlare> risponde con un tono di voce pesante. Più che arrabbiata mi sembra delusa, delusa perchè la sua migliore amica non ha voglia di sparlare di ragazzi come delle ochette. Sbuffo e aggiungo <Scusa ok?> ma non credo che mi abbia sentita.

La raggiungo ed entriamo insieme in un negozio dove torniamo a fare "SHOPPING".

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Arriviamo davanti casa mia, ed io scendo dalla moto di Debra, e dopo averla salutata entro in casa e mi dirigo verso la mia stanza. Caccio le cose che ho comprato dallo zaino e le poggio sul letto. Guardo il vestito bianco leggero che ho preso e mi mordo il labbro. Non so perchè l'ho comprato, non indosso neanche le gonne...metterebbero in risalto le mie gambe bianche e scheletriche, quindi no.

Sospiro e apro la finestra per far entrare un po' ď aria, si soffoca. Sospiro e decido di mettere apposto alcuni libri che ho già letto, e che da tempo stavano buttati a terra o sulla scrivania.
A me sta bene il mio disordine, non mi da fastidio, anzi, mi tranquillizza.

Neanche a mia madre da fastidio. Lei non è come le altre madri ossessionate con ľ ordine, lei pulisce solo. Se un libro sta a terra, lo alza, ci passa lo straccio e poi lo rimette a terra, senza fare scenate inutili. Papà invece si limita a dire "Che porcile". Però come biasimarlo...

Prendo il mucchio di vestiti sporchi e li porto nella lavanderia, per poi buttarli tutti insieme nella lavatrice....tanto sono tutti scuri...

<Vick sono a casa!> sento mia madre urlare dal piano di sotto.

Beh per oggi le pulizie sono finite, vado a stare un po' con lei...
Scendo di fretta le scale ed entro nel soggiorno, e la vedo stesa con gli occhi chiusi sul divano bianco.
Nonostante ľ età è bellissima, vorrei portare gli anni come lo porta lei...

<Che c'è Vick?> chiede con voce esausta, tenendo comunque lo sguardo chiuso.

<Nulla...volevo solo stare con te...> rispondo a disagio. Non sono abituata ad essere così sincera e diretta.

<Ohhh cucciolina! Vieni qui!> dice in tono dolce, facendomi spazio accanto a lei.

Mi avvicino lentamente e mi corico al suo fianco, e immediatamente il suo profumo dolce mi riempie le narici. Non credo lei usi profumi, credo che questo sia il suo vero e proprio profumo...in realtà non lo so...è solo una mia teoria.

Mi accarezza la testa, e mi sposta i capelli con la punta delle dita, facendomi rabbrividire. È da tempo che non stiamo così, ed ora mi si riempie il cuore di benessere, se così posso dire...

<Luce incanta gli occhi blu...ľ amor mio sei solo tu...> inizia a cantare dolcemente. È una canzone che ha scritto prima che nascessi, e che ormai la so a memoria, è quasi diventata fastidiosa, ma non glielo dirò, non rovinerò il momento madre-figlia.

<Io ti cullo con il cuor...>  canta ľ ultima strofa ed io affondo il viso nel suo petto, nella disperata ricerca di affetto. Mi manca...mi mancano tutti...mi manca la mia famiglia.

Per un istante immagino di nuovo la scena. Io stesa accanto a mia madre, mio padre che canticchia la melodia, mio fratello che dorme sulla poltrona, e mia sorella anche lei  addormentata sull'altro divano, con tra le braccia il suo vecchio peluche. Momenti che mi mancheranno più di qualsiasi altra cosa al mondo.

TATTOOS Where stories live. Discover now