20. Paura?

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Entriamo in autostrada e accelera facendomi perdere un battito e lasciandomi col fiato sospeso.
Nota il mio essere ridicolosamente sconvolta e ridacchia<Si ma ora prova a respirare>.

<Divertente> dico facendo una faccia infastidita, ma con ľ unico risultato di farlo ridere sotto i baffi.
Apre il finestrino e togliendo le mani dal volante si prende una sigaretta dal pacchetto.

<Ommiddio ma fai sul serio te?> dico sgranando gli occhi mentre con nonchalance prova ad accendersi la sigaretta, e così glielo strappò dalla mano.

<Cazzo fai?> chiede infastidito.

<Aspetta che ti aiuto io, non voglio morire ora> dico avvicinandomi con l'accendino alla sigaretta che tiene tra le labbra, e dopo che l'accendino ha dato fiamma lui aspira, e la sigaretta si accende.
Gli metto l'accendino color rosso fuoco in uno degli scomparti della macchina.
Restiamo in silenzio per molto tempo, finché decido di poggiare la testa sopra la mano e addormentarmi. Non so quanto durerà ancora il viaggio, e non ha senso stare in questo dannato silenzio.

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Sento qualcosa punzecchiarmi il braccio, quindi decido di giararmi dall'altra parte, ma nulla da fare...continuo a sentire qualcosa smuovermi.
Apro lentamente gli occhi e mi ritrovo gli occhi del biondo fissi nei miei. Mi alzo di scatto sotto al suo sguardo e faccio presto mente locale. Io e lui, in macchina, verso il "nonsodove". Non ho avvisato nessuno...beh mi daranno per dispersa. Che schifo poi....sento tutta sudata e appicicosa.

<Dove siamo?> chiedo spaesata.

<Aspetta ti è colata la bava> dice pulendomi con la manica del suo maglione blu. Rimango sconcertata, sto tizio mi sta letteralmente pulendo dalla mia saliva. Resto in silenzio scioccata.
<Tornando alla tua domanda, siamo sotto ad un grattacielo abbandonato, ora se magari ti svegli saliamo> dice guardandomi negli occhi attentamente. Lo guardo anche io negli occhi, sono giallognoli con delle macchioline nere, molto magnetici, e le ciglia lunghe gli danno un aria angelica.
Mi sveglio dal mio stato di trans e scendo dalla macchina, lasciandolo lì immobile.

Dopo un po' scende anche lui è mi cammina di fianco. Ci avviciniamo all'edificio lasciando la macchina alle spalle. Solo quando mi dice che dobbiamo arrampicarci per qualche metro iniziano a tremarmi le gambette, e già immagino che mi ingesseranno tutta.

<No io non posso> dico decisa, ed è più che vero, è più atletica una giraffa di me.

<Ma dai, non ci vuole nulla. Basta poggiare le mani e darsi lo slancio> spiega indicando dove e come fare.

Annuisco decisa.
Poggio le mani, piego le ginocchia e...porcatroia per poco non sbattevo il mento sul piano di cemento.

Lo sento ridere alle mie spalle.
Che pezzo di merda.

<Aiutami invece di ridere!> esclamo irritata.

Cammina lentamente sorridendo, poggia le mani, fa un piccolo saltello e sale trionfante. Vorrei cancellargli quel sorrisetto compiaciuto dalla faccia.

<Non vale se si è giganti> ribatto avvicinandomi al muro.

<Ma non sei neanche tu un cazzo di nano> dice mentre mi mette le mie mani sulle sue spalle e mia afferra deciso dalla vita.

Finalmente siamo saliti entrambi, e in silenzio saliamo le scale.

<Cos'è questo posto?> chiedo guardando in alto verso il tetto danneggiato. Potrebbe cadere un pezzo di ferro...

<Un grattacielo> dice facendomi sentire una ritardata.

<Quante volte ti ho detto che sei simpatico?>

TATTOOS Where stories live. Discover now