18. Promessa

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Ieri appena Logan mi ha accompagnata a casa mi sono dovuta sorbire le urla di mia madre, e gli sguardi gelidi di mio padre. Nonostante tutto non mi hanno chiesto come mi sento, ma come biasimarli, loro pensano di essere i genitori perfetti. Anche se molte volte si dimenticano la mia esistenza...

E nonostante per loro fosse acqua passata, io ho affondato i pianti nel cuscino, finendo per prenderlo a morsi, arrivando a dormire con le guance bagnate di lacrime.

In tutto ciò mi sto stendendo il correttore sotto le occhiaie nella speranza di nasconderle almeno un po'. Io e Debra abbiamo deciso di andare al "Café" e mangiare un crêpe. Sinceramente ho bisogno di distrarmi un po' da tutta sta merda di situazione.

Mia sorella arriverà tra qualche giorno, e non potrò vederla con gli occhi di prima...per colpadi mio padre...
Ammetto che è sempre stata una ragazza fredda, acida e molte volte irascibile, ma allo stesso tempo io la vedo sempre come la sorella spudoratamente sincera, dolce, sensibile e smadonnatrice professionista. Molte volte quando andavamo insieme in giro, la gente non ci credeva che fossimo sorelle...
Beh come biasimarli, caratterialmente siamo una il contrario dell'altra, esteticamente neanche ci somigliamo...

Lei è bionda naturale, mamma ha detto che lei ha ereditato da suo padre e sua nonna, gli occhi sono quelli di mamma, e le sue labbra sono simili alle mie. Lei però è bassina e con un corpo normale, ha le forme da donna....non come me, che sono un asta.

Sento il telefono squillare. Cavolo è Deb!

<Pronto?> rispondo.

<Sto arrivando, scendi> la sento dire con il fiatone, avrà corso...

Metto il burrocacao sulle mie labbra scorticate, prendo il borsone ed esco.
Non saluto neanche mia madre, sono ancora incazzata con lei. So che soffre, ma allo stesso tempo non fa nulla per cambiare la situazione, è debole, è stupida.

Vedo la chioma ondeggiante di Debra venire verso di me a passo spedito, per poi abbracciarmi fino a farmi soffocare. Sorrido.

<Non puoi capire cos è successo!> esclama staccandosi di scatto.

<Illuminami allora> dico ridacchiando iniziando a camminare.

<Stavo in ascensore e c'era anche il mio vicino di casa, quello bono...e in pratica mi aveva guardato e sorriso! Ahhhhhh> urlacchia. Nonostante provassi un immenso fastidio le sorrido. Ammetto che è sempre più gentile con me, e sapere che potrebbe esserlo anche con altre mi causa fastidio...

Dopo minuti di camminata e chiacchiere arriviamo al bar. Appena entriamo l'odore di cioccolata mi stordisce, e ľ acquolina mi fa quasi tossicchiare.
Sposto il mio sguardo ad un tavolo dove si sente più rumore...
Sgrano gli occhi. Non ci credo. Voglio ucciderla.

Mi giro verso di lei la trovo guardarmi agitata.

<Mi hai fatto venite qui solo per loro> dico a bassa voce con le mani tremanti, che schifo.

<Non sapevo fossero qui> mente spudoratamente spostando lo sguardo da me.

<Sii sincera Deb> dico tra i denti.

<Ammetto di aver parlato con Xavier...> afferma guardandomi.

Veniamo interrotte da una voce femminile <Ragazze vi posso aiutare?> è la cameriera.

<Ehm si...vorremmo due crêpes alla Nutella e latte caldo> interviene Debra, ha capito che sono troppo nervosa per parlare, insomma, pensavo volesse parlare con me e non sbavare dietro al gruppo di mio fratello. Menomale che lui e Connor non ci sono.

<Da asporto?> chiede la ragazza che avrà poco più di vent'anni.

<Nono, ci sediamo> risponde subito, senza lasciarmi il tempo di decidere se lasciarla qui.

Mi prende la mano e andiamo verso il tavolo deciso da lei, in un punto strategico per stalkerare quei ragazzi.

<Ti odio> dico sedendomi davanti a lei.

<Lo so che mi ami. Di cosa volevi parlarmi?> chiede guardandomi e regalandomi un dolce sorriso.

<Nulla, non è niente...> rispondo chiudendomi di nuovo in me stessa.

<No ora lo dici> risponde bruscamente guardandomi stranita.
<Sai che puoi dirmi tutto Vick> afferma poggiando la sua mano sul mio braccio.

<Sto male...> sospiro guardando le mie mani incrociate.

<Come prima?> chiede e nei suoi occhi vedo terrore.

<No, tranquilla...> rispondo, anche se so che non è così.

<Non voglio, ma ne sono attratta...> rispondo cercando di non ricordare le immagini. Nessuno lo sà tranne Debra e mio fratello...

<Hey Vick, ti prego trattieniti, ciò che è successo un anno fa non deve risuccedere, non devi farlo. Pensa a te, alla vita che puoi avere, alle esperienze, alla famiglia...> mi accarezza delicatamente le mani.

<Sento come se non volessi nulla di tutto ciò> rispondo con la voce incrinata. Forse venire qui non è stata una buona idea...

<Pensa allora a me, sappi che ricordo perfettamente il tuo corpo riverso sul pavimento...è stato orribile, Dio Vick, avrò urlato per minuti> dice mentre una lacrima le riga il viso.

<Deb, stareste tutti meglio senza di me> sospiro trattenendo le lacrime e tirando di con il naso.

<Se farai qualcosa sappi che non te lo perdonerò> dice fredda guardandomi con i suoi occhioni lucidi.

<Non lo farò> la rassicuro.

<Dammi il mignolo> dice.

Il mignolo è un gesto che facciamo per mantenere una promessa. Talora la promessa verrà infranta dobbiamo morderci il mignolo.

Glielo do e li incrociamo tra loro sorridendo.

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