26. Toro

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<Ora fai anche amicizia con mia madre? Mi sembri un pochetto inquietante> afferma una voce alle mie spalle. Inutile dire chi è.

<Sei tu quello inquietante se mi segui> rispondo girandomi lentamente.
Ha in capelli scompigliati, la pelle più bianca del solito e le mani in tasca. La sua presenza mi fa andare a fuoco manco avessi la febbre.

<Mi scusi madame, non sapevo di starla disturbando> dice facendo un inchino "elegante" e non posso far altro che ridacchiare.

<Già che ci sei, accompagnami a casa> dico avvicinandomi a lui. Mossa alquanto sbagliata, anche perchè mi ha rifiutata, ma io sono disperata, non voglio neanche tirarmi indietro, anche perché lui si comporta manco fosse mio fratello.

<Sono in bici> afferma tornando serio.

<Non ti ho chiesto che mezzo di trasporto hai> rispondo, lasciando una nuvoletta di vapore nell'aria. Cavolo sta iniziando a far freddo. Do un calcio a un sassolino aspettando una sua risposta.

<Vabbè dai vieni> sbuffa facendomi segno di seguirlo.

Camminiamo uno di fianco all'altro. L'atmosfera è strana, in più sta per piovere. Chissà come sta Deb...mi sto preoccupando inutilmente, ma il fatto è che lei è molto sensibile, la si può ferire con poco...ed è per questo che per lei sono una specie di "mamma orso".

Arriviamo davanti ad una bici blu scuro dalle ruote molto sottili, ora che ci penso...forse è meglio andare a piedi, questa bici non mi sembra molto sicura...o resistente.

<Ti metti con i piedi sulle barrette di ferro sulle ruote e ti aggrappi con le mani sulle mie spalle> spiega mentre sale sù.

Velocemente faccio ciò che dice. Poggio delicatamente sulle sue spalle prima la mano destra e poi la sinistra. Ha le spalle durissime, sembra quasi teso.

<Dovresti stringere più forte se non vuoi cadere> dice iniziando a pedalare.

Lo ascolto in silenzio. Stringo leggermente più forte e piego le ginocchia così da avere più stabilità.

Inizia pian piano ad aumentare la velocità, e quando entriamo nel traffico vado leggermente in panico. Lancio un urlo quando il mio gomito sfiora il finestrino di un auto in corsa.

Lo sento scoppiare a ridere e di conseguenza gli tiro uno schiaffetto sul braccio. Purtroppo però perdo l'equilibrio e vado in avanti su di lui. Cado con il petto sulla sua schiena e stringo le braccia intorno al suo collo.

Lo sento irrigidirsi e mi stacco, nonostante avesse frenato.

<Stai bene?> chiede girandosi verso di me preoccupato.

<Si> sospiro per la vicinanza.

Quando abbassa lo sguardo verso le mie labbra sento ľaria mancarmi. Potrei svenire...oppure morire, ora va bene tutto.

Annuisce comprensivo e riparte, ma ora più lentamente.
Dopo una centinaia di metri si ferma davanti ad un locale.

<Sta per piovere, se non vogliamo arrivare fradici è meglio ripararsi. Conosco questo locale, non dovrebbe neanche essere affollato> spiega mentre scendo dalla bici.

Annuisco non sapendo che dire.

Ci avviamo verso il locale.

Appena entrati mi si irradia nelle narici un odore di fritto e birra. Il locale è molto buio circondato da luci calde. È tutto in stile "Texas del West", quasi tutto fatto di legno, ci sono molte piante grasse e in più i camerieri indossano costumi da cowboy\girl. È molto carino, anche se a differenza di come aveva detto il biondo, il locale è molto affollato, soprattutto in una parte della sala...

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